Leggendo il primo articolo della legge Zan mi sono ricordato di un libro di non facile lettura, L’etica di Spinoza. Quel libro immortale è famoso per contenere già nelle prime righe i famosi “per sostanza intendo”, “per attributo intendo”, “per modo intendo”, “per Dio intendo”. Amo Spinoza, lo trovo un po’ determinista, ma so che non pretendeva di legiferare. Mi ha comunque colpito che la legge Zan stabilisca all’articolo n.1: “per sesso si intende”, “per genere si intende”, “per orientamento sessuale si intende”, “per identità di genere si intende”. Il libro di Spinoza mi ha sempre affascinato, questo dettato mi sorprende e vorrei spiegare perché.
Le religioni, e per quanto ci riguarda il cattolicesimo, hanno cercato e cercano da secoli di imporre quella che alcuni chiamano la loro antropologia, o per meglio dire quella che a loro avviso sarebbe la loro antropologia e soprattutto loro idea di sessualità. Ma la storia cammina e per fortuna qualcuno anche nella Chiesa ha deciso di camminare con essa. Così si arriva a dover fare i conti con una realtà molto diversa da quella sognata, o vagheggiata. Questa realtà è fatta di persone che divorziano, che usano la pillola, che abortiscono, che amano una persona del loro stesso sesso, che cambiano sesso, che sono attratte da persone di entrambi i sessi. Tutto questo è fuori dalla loro visione del sesso, dell’amore, della vita. Mi dispiace per loro, ma la realtà non è fatta dalle loro idee ma dalle persone.
Ma se la loro antropologia portasse a uccidere che abortisce, chi divorzia, chi usa la pillola, chi ama una persona dello stesso sesso, chi cambia sesso, chi è attratto da persone di entrambi i sessi, dovrei preoccuparmi (dovrebbero preoccuparsi anche loro, di certo però io mi preoccuperei).
Dovrei preoccuparmi perché vivrei a contatto con tanti potenziali omicidi seriali salvo che molti rinuncino a ciò che ormai ritengono un loro diritto; vivere come per loro è naturale.
Per evitarlo è importante innanzitutto che loro comincino a leggere meglio i loro testi sacri, e mi sembra apprezzabile che dopo tanti secoli molti lo facciano. In questi ci sono certamente incorreggibili frasi omofobiche. Si possono contestualizzare nello sviluppo dell’uomo? Si può se ci si accorge, comune ha fatto la Santa Sede ad esempio, che il peccato di Sodoma per Dio non era l’omosessualità ma la mancata accoglienza verso lo straniero.
La storia però ha fretta, bisogna rimboccarsi le maniche, trovare un modo per vivere insieme e capirsi.
Quel che contesto al testo Zan è di voler imporre quella che allora potremmo chiamare un’altra antropologia, per legge. Non è quello che hanno fatto e intendono fare molto cattolici? Imporre la loro “antropologia”, per legge. Se con questa imposizione non possiamo vivere insieme e a me interessa vivere insieme con loro evitando il rischio di avere accanto dei possibili omicidi seriali io chiederei una legge che ci unisca nel rispetto di tutti, non nell’imposizione della mia o della loro “antropologia”.
Questo per me è quello che è venuto a fare Papa Francesco. Non è venuto a dire che quella che chiamano “antropologia cristiana” cambia, ma che si può trovare il modo per rispettarsi, rinunciando alla pretesa di giudicare gli altri. Apprezzo, e apprezzo così tanto da offrire in cambio il rispetto del loro punto di vista, se si rinuncia ad imporlo. Dunque? Rispettiamo insieme le persone per quello che fanno, senza pretendere di essere d’accordo su tutto quel che sarebbe giusto pensare. Limitiamoci a stabilire insieme quel che non è giusto. La nostra civile convivenza si basa sul vestirsi e non compiere atti osceni in luogo pubblico. Se quindi io uscirò indossando una gonna, o appendendomi un crocifisso al collo, o coprendomi i capelli con il velo islamico, o abbracciato a una persona del mio stesso sesso, saremo d’accordo sul mio diritto di farlo.
Ecco allora che vorrei un Bergoglio che dal mondo laico dicesse: “non vogliamo imporvi “un’ antropologia” diversa dalla vostra, perché non dobbiamo essere d’accordo su tutto, ma su come comportarci, su come vivere insieme”. Per questo sarebbe molto importante rinunciare all’idea che l’aborto sia un diritto. Può essere un diritto? No, può essere un male minore, visto che l’aborto clandestino è sempre esistito, o una terapia economica, sociale, psicologica, sanitaria davanti a casi sempre drammatici. Può anche non essere aborto, se si interviene prima dell’inizio scientifico della vita, cioè prima del compimento del primo mese di gravidanza. Oggi è possibile. Vogliamo proviamo a convergere?
Una cultura laica che vuole invece definire chi siamo non è la mia, perché è l’analogo opposto di quella che vuole fare la stessa cosa dall’altra parte.
Per questo non capisco come non si possa apprezzare che da parte della Santa Sede non siano state indette adunate contro la legge Zan, non si sia eccepito sull’articolo 1, quello che dice “ per sesso si intende” e così via, ma si sia presentata una nota verbale poi fatta filtrare da qualche italiano ansioso di usare il semestre bianco per incassare consensi. Il Vaticano fa i conti con chi nel mondo cattolico vorrebbe scomunicare Biden perché ha una sua idea sull’aborto, per noi è irrinunciabile che in tutte le scuole cattoliche si celebri la giornata contro l’omofobia? Non basta che l’omofobia sia riconosciuta tale?