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Massimo Rosati

Docente sociologia generale Università di Roma Tor Vergata

La circoncisione è violenza? La sentenza di Colonia

Fatti.

Da agenzie di stampa e articoli in rete raccolgo la notizia secondo cui il 26 giugno scorso la Corte regionale di Colonia ha emesso una sentenza in base alla quale la circoncisione è da considerarsi un grave atto di aggressione fisica, che modifica in modo irreparabile il corpo del bambino e contravviene i diritti dell’interessato a scegliere consapevolmente le proprie credenze religiose, ingiustificabile in nome della libertà religiosa dei genitori. La sentenza della Corte di Colonia, conseguente al caso di un bambino musulmano ricoverato per un forte sanguinamento dopo l’intervento, non è vincolante per altri tribunali, ma è stata sufficiente per scatenare reazioni contrastanti.

La corte ha ritenuto di non dover intervenire nei confronti del medico che ha eseguito l’operazione, quanto piuttosto di dover stabilire la priorità del diritto del bambino all’integrità fisica sulla libertà dei genitori di assecondare una pratica religiosa. Non è certo la prima volta che la circoncisione si trova al centro di polemiche di questo genere.

Da un lato, corti solerti nel difendere i diritti individuali e leghe di atei che denunciano la barbarie di una pratica equiparata all’infibulazione; dall’altro, le comunità ebraica e islamica che per bocca dei loro rappresentanti esprimono inquietudine verso i tentativi di criminalizzare la circoncisione religiosa, criticano l’attacco alla loro libertà religiosa e l’ignoranza nei confronti di un rito che dura da millenni. Il tutto in un clima – che caratterizza l’Europa nel suo insieme, certamente Germania inclusa – in cui l’islamofobia rappresenta un fatto allarmante, con l’arena giuridica a fare da terreno su cui si riflettono e in cui si strutturano rapporti di dominio.

Va da sé che le questioni chiamate in causa sono molte: l’equiparazione tra circoncisione e infibulazione, che appare strumentale e/o fondata su drammatici fraintendimenti da qualsiasi punto di vista la si voglia guadare, perché confonde questioni culturali e questioni religiose, e perché mette sullo stesso piano pratiche che dal punto di vista dell’impatto sull’integrità fisica non hanno molto in comune; il rapporto tra diritto individuale all’integrità fisica e diritto della comunità alla conservazione di rituali centrali per la riproduzione della propria identità; il significato di alcune ‘tecniche del corpo’ nella costruzione di universi culturali condivisi.

La prima questione, ossia la confusione tra infibulazione e circoncisione, e quella tra questioni culturali e questioni religiose, mi sembra la più facilmente gestibile, con un po’ di informazione e di de-ideologizzazione della discussione. La seconda e la terza, invece, sono più complesse, e forse non del tutto irrelate tra di loro.

La scelta sul modo in cui gerarchizzare integrità fisica del singolo, diritto della comunità alla propria riproduzione simbolica (il che implica anche obblighi verso la collettività), anche all’interno di un quadro come quello moderno occidentale che si fa vanto non sempre coerentemente del rispetto della sacralità dei diritti individuali, difficilmente può essere slegata dalla conoscenza e comprensione dei significati che la circoncisione assume nelle comunità religiose che la praticano.

Se non si danno all’interno di un circolo riflessivo di reciproco apprendimento, la difesa del diritto all’integrità fisica si trasforma in laicista colonizzazione da parte di una forma secolare di vita ai danni di forme di vita religiose, e la difesa della tradizione da parte delle comunità religiose in rabbioso risentimento da sindrome da accerchiamento.

 

  1. La circoncisione maschile dovrebbe diventare obbligatoria per tutti, almeno per gli adulti, altro che vietarla! E’ più igienica e salutare per le donne che non possono affidarsi alla scarsa propensione maschile all’igiene per stare sicure. La questione dell’integrità maschile deve valere per le donne e non per i maschi.

    • Forse intendevi dire “l’integrità FISICA deve valere solo per le donne e non per i maschi” 🙂

      Comunque la penso come te e sono pure io per il taglio obbligatorio del prepuzio per legge.

    • Che assurdità questo voler imporre le proprie idee a tutti i costi. Nessuno ti vieta di parlare favorevolmente della circoncisione, ma non puoi pensarla di imporla agli uomini che non la pensano come te caro femministo.

  2. La vaccinazione obbligatoria non è essa stessa violenza, allora? non è violenza l’asportazione delle tonsille? quante altre cose non potrebbero essere dette “violenza”? e della circoncisione, perché non si dice che è abbastanza diffusamente praticata nel Nuovo Mondo per ragioni strettamente igieniche, che non hanno nulla a che fare con le credenze e le pratiche religiose? Non so, certe posizioni mi fanno venire in mente le storie dei naturisti tedeschi degli anni ’20, strenui difensori della “naturalità” individuale e collettiva, cultori del corpo (leggere le memorie di Grosz per credere), e che poi sono confluiti nelle SA… Mutatis mutandis, naturalmente, e sempre confidando nel fatto che il principio che ciò nella storia si propone la prima volta come tragedia si ripropone la seconda volta come farsa sia davvero verificabile, e non soltanto una boutade polemica di Marx

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