14 marzo, alcuni giornali italiani intervistano Assad. Per un blog che si chiama “Cose dell’altro mondo” sembra una notizia ghiotta, ma per il curatore del blog, che è un essere umano, no.
Ognuno è padrone di intervistare chi vuole, sia chiaro, ma il fatto che alcuni giornali italiani abbiano ritenuto di intervistare il dittatore siriano Bashar al-Assad proprio nelle ore in cui si ricorda l’intifada libanese contro la sua occupazione del Libano con il ferro e il fuoco che hanno ucciso Rafiq Hariri, piano secondo l’accusa del Tribunale Internazionale per il Libano eseguito da miliziani di Hzebollah, portando un milione di libanesi in Piazza dei Martiri proprio il 14 marzo, è doloroso. Anche perchè a quel crimine, e dei successivi che videro cadere tantissimi leader in primis cristiani nei mesi seguenti, non v’è cenno.
E’ doloroso anche se si pensa che queste interviste arrivano alla vigilia dell’anniversario di quella rivolta popolare e nonviolenta che dal 15 marzo del 2011 ha portato milioni di giovani, donne, bambini, contadini, intellettuali, laici, credenti, non credenti, a dire “BASTA!”. Da allora quanti di loro sono stati torturati, sequestrati, assassinati, scacciati? C’era l’ISIS allora? Esisteva questo mostro creato lentamente, dal 2003, con l’import export di jihadisti gestito proprio dalla Siria (e altro in Iraq)?
In una di queste di interviste ho letto domande su Trump, su Putin, su Israele, e ancora: curioso, no? Il tempo c’era, ma non per Yarmouk, Qusayr, Homs, Aleppo, Hama, Daraa, Ghoutha, solo per dire le prime città martiri della Siria che vengono in mente.
Questo per me è un giorno triste, ma posso dire che mi rallegro di una cosa: provo un enorme dolore pensando a milioni di persone che non conosco, ma alle quali voglio dire “oggi vi sono vicino, ancora di più”.
Ps: un carissimo amico libanese dopo averlo saputo mi ha detto, “sono sconvolto”. Noi?