Ieri, in occasione della celebrazione di sant’Agostino da parte della chiesa cattolica, il cardinale Scola rilascia un’intervista a Tempi nella quale, parlando di Ambrogio e Agostino, dice tra l’altro:
Essi furono strenui difensori della verità, incuranti dei rischi e delle difficoltà che questo comporta, nella consapevolezza che la fede non mortifica la ragione, ma la compie; e che la morale cristiana perfeziona quella naturale, senza contraddirla, e ne favorisce la pratica. Prendendo a prestito espressioni del dibattito contemporaneo, potremmo definirli come due paladini della dimensione pubblica della fede e di un sano concetto di laicità.
Si potrebbe osservare che è assai difficile trovare in Agostino una distinzione tra fede e ragione assimilabile a quella moderna; che l’indebolirsi dell’impero romano, il sacco di Roma da parte dei Visigoti e la minaccia dei Vandali in Africa settentrionale rende in quel periodo molto particolare il ruolo della chiesa e della religione; che infine suscita qualche perplessità l’idea che in questi autori compaiano i concetti di morale naturale e di laicità come intesi nei nostri anni.
Considerato tutto ciò, resta comunque apprezzabile la moderazione del cardinale che si trattiene dal presentare Agostino anche come sostenitore del terzo polo.
Caro massimo, stavolta sei stato troppo generoso a fare i complimenti al cardinale e per giunta su un suo errore gravissimo … Agostino è base del terzo polo e ne è stato il vero ispiratore da sempre; pare ne abbia parlato anche in punto di morte. Lo stesso Casini e lo stesso Fini citano spesso Agostino come loro riferimento … pare anche che nei prossimi manifesti elettorali vogliano inserire Agostino che tiene in braccio il figlio Adeodato vestito da terzo polo … cioè in sole mutande … come esempio sano di un padre che alleva un figlio alle nudità italiane del post-monti … devi approfondire meglio la prossima volta e non fare troppo il buono con il cardinale! non fare il baciapile ….