C’è qualcosa di tragico e allo stesso tempo anche di comico nel modo in cui trascorrono il tempo della politica i “grillini”, con tutto il loro MoVimento pluristellato alla stregua un albergo extralusso. E che stride con le urgenze della situazione politica, che non coincidono né con la sua classe né con chi si considera “altro” e al di fuori o anche contro di essa, i suoi vizi e tic. Ma con la realtà dei fatti, le esigenze del Paese, economiche e sociali, effetto della crisi acuta.
Però è un fatto che a quattro mesi dal voto, se ci si dovesse interrogare su una cosa abbia mai fatto da febbraio ad oggi il M5S all’opposizione non si saprebbe davvero cosa rispondere. Si potrebbe dire che abbia rinunciato ad imprimere una svolta e un cambiamento reale quando si è rifiutato – a prescindere – di governare con il Pd. Probabilmente per punirlo e anche nel tentativo di cannibalizzarlo, rosicchiandogli il consenso. Ma s’è poi visto che questo tentativo non è riuscito (da qui la delusione elettorale successiva), come hanno potuto dimostrare ampiamente i risultati dei voti amministrativi regionali in Friuli e poi quelli per i sindaci nelle grandi e medie città, qualche settimana dopo. Il M5S ha inizialmente bloccato l’attività parlamentare, contestato un po’ tutto e un po’ tutti, il capo dello Stato, il presidente della Camera, ha annunciato sfracelli su Berlusconi, poi s’è preso la Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai ma, al di là di un po’ di interviste del suo neopresidente Fico, non s’è visto ancora nulla. Il MoVimento pluristellato di Grillo, come se fosse una guida Michelin, abbaia ma non morde, sbraita ma non conclude, più attento semmai al proprio interno che all’esterno, molto autoreferenziale.
E anche vagamente berlusconiano. Almeno nei riti così come nei miti. L’unica mobilitazione vera che il M5S è riuscito ad annunciare è quella di domani in piazza Monte Citorio a sostegno del suo leader contro le critiche e i processi a mezzo stampa dei “dissidenti”. Che assomiglia molto alle manifestazioni dei militanti del Popolo delle libertà a sostegno di Berlusconi davanti al Palazzo di giustizia di Milano contro i suoi personali processi. Quelli prettamente giudiziari.