Finalmente una buona notizia. Ogni tanto bisogna guardare il grande cielo azzurro e tirare il fiato. 70 giornali rischiano di chiudere. Finora sono stati finanziati dalle nostre tasse per raccontarci le loro balle virtuali. Franco Siddi, segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa è preoccupato per il pluralismo dell’informazione, ma soprattutto per i soldi “Siamo a fine anno e non solo i finanziamenti pubblici all’editoria sono scesi da 114 milioni del 2011 a 60-70 del 2012. Ma non si riesce neanche a capire con esattezza quale sarà l’ammontare. Le imprese che stanno continuando a lavorare (?) stringendo i denti rischiano di arrivare a fine anno e scoprire che i fondi non saranno erogati. In quel caso l’unica strada sarà la chiusura“. Hip, hip, hurrà! Bye, bye giornali, è stato bello, anche grazie a voi, arrivare 61esimi al mondo per la libertà di informazione.
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Dunque l’Italia sarebbe un posto migliore senza giornali. Dal 25 aprile 2008, quando si svolse il Vaffa day contro giornali e giornalisti, a oggi, uno dei bersagli preferiti da Grillo è quello che chiama “Il nuovo fascismo”, ovvero “coloro che controllano l’informazione”.
Al di là del fatto che nel ventennio erano i giornali a essere chiusi dal regime a manganellate o peggio, quel che Grillo continua a fare è mischiare le carte. A confondere l’astratto principio fondamentale nelle democrazie, ovvero l’informazione libera e pluralista, con la sua concreta realizzazione. Il demagogo che c’è in lui sta anche in questo: se tutti i politici fanno schifo alla fine anche la Politica lo farà, se tutti i giornali fanno schifo alla fine anche il Giornale (ok, questo suona male ma ci siamo intesi) sarà inutile.
Ovvio, la retorica di Grillo deve essere coerente, lui deve essere coerente e con i giornali infatti non ci parla (oddio, con qualcuno all’estero e in Italia ha parlato). Le vie per arrivare all’opinione pubblica ci sono.
Epperò, la polarizzazione distruttrice rischia di non essere poi a seguire rigenerante per il desolato panorama italiano. Politico e dell’informazione.
Dai e dai poi c’è chi ci crede che i giornali non servano.
Bella notizia davvero. Adesso la comunico ai lavoratori del giornale e della tipografia che ci stampava mandati a raccogliere stracci in strada per pagare affitto e/o mutuo.
Carlo Pompei
LINEA quotidiano