La crisi economica che dette inizio alla Grande Depressione arrivò nel 1929. Il New Deal promosso da Roosevelt cominciò nel 1933. Come tempistica ci siamo: ormai siamo a più di tre anni di crisi anche noi. Il rigore non basta più. Il New Deal si basava sulle cosiddette tre R: Relief (aiuto, sollievo), Recovery (ripresa) and Reform (che non ha bisogno di traduzione).
Cosa aspettiamo? Ormai è chiaro: tamponare la falla dei conti e cominciare a rimetterli in ordine, era assolutamente necessario. Recuperare credibilità all’estero e nei confronti dei mercati era indispensabile. Ritrovare uno stile di rigore e di moralità era vitale. Iniziare un processo di riforme pure. Per tutte queste cose il governo Monti è stato una benedizione: pensiamo a come sarebbero precipitate le cose con Berlusconi e il suo governo di allegri incompetenti ancora in sella. Ma si è solo iniziato. Intanto la crisi continua, l’economia è in recessione, e ci si mette pure il terremoto in una regione molto produttiva a ridurre il nostro Pil. Bisogna quindi fare altro, e soprattutto guardare oltre. E in altro modo. Con una ‘seconda fase’ di governo, lanciando i segnali necessari.
Con le dovute Reform, in particolare quelle legate all’indispensabile drastico taglio delle uscite improduttive, degli enti inutili, della spesa statale inefficiente che strangola il paese (giusto per fare un esempio, l’inefficienza della giustizia, da sola, vale un punto di Pil).
Spingendo verso una Recovery adeguata al momento: indirizzata alla creazione di occasioni – più che di posti – di lavoro (investendo in innovazione, ambiente, edilizia sostenibile, qualità dell’educazione, startup, ecc.).
Con un po’ di Relief. Attraverso il taglio della tassazione alle persone e all’impresa, senza i quali non ripartiranno né gli investimenti né i consumi, e neanche un clima psicologico di investimento sul futuro. E una spesa pubblica riqualificata a sostegno delle difficoltà delle imprese (a cominciare dallo sblocco dei pagamenti della pubblica amministrazione) e delle famiglie in difficoltà.