Alcune considerazioni sul caso di Silvia Romano:
1. Complimenti alla diplomazia italiana che è riuscita a riportare a casa una sua cittadina in buone condizioni di salute. Questo ci dà maggior fiducia nelle istituzioni.
2. Complimenti a Silvia per il suo alto spirito umano che l’ha portato a fare la volontaria in paesi in difficoltà e rischiosi.
Per quanto riguarda la sua conversione all’islam e la sua vestite islamica-somala, è una sua scelta personale. Non sappiamo se lei se lo abbia scelto o intendeva sceglierlo prima di essere rapita dai terroristi. Dobbiamo rispettare la sua scelta e il suo cammino spirituale. La conversione in generale è un percorso di riflessione e crescita spirituale personale. C’è che si converte ad un’altra religione ma c’è anche chi passa ad un altro livello di spiritualità pur rimanendo all’interno del proprio credo. Silvia è adulta e la sua scelta deve essere rispettata.
Qualche voce di destra o anche di sinistra ha dimostrato una profonda ignoranza di cosa significhi spiritualità e religione e di cosa sia l’islam. L’islam per loro è solo terrorismo, dovrebbero semplicemente leggere qualche libro per colmare questa lacuna. Se davvero credono alla cristianità, mi stupisce che siano islamofobi!
D’altro canto, anche chi ha celebrato la sua conversione all’islam sbaglia. Non c’è niente da festeggiare qui se non il ritorno di Silvia. Lei è stata rapita e non possiamo ora celebrare la sua conversione sapendo cosa fanno i terroristi che strumentalizzano quella religione. Coloro che festeggiano hanno sbagliato il momento, così facendo cedono all’emozione e fanno il gioco degli islamofobi. Basta festeggiare la conversione. Festeggiate il ritorno di Silvia, sana e salva.
L’islam e la spiritualità sono nei cuori della gente che lavora per l’umanità in silenzio, e non si può mostrare solo tramite il velo. In questo senso Silvia era già Musulmana (e non islamista o islamica) quando è andata a fare volontariato.
Ben tornata Silvia. Buon riposo. Lasciatela in pace!