La storia della Ghouta, periferia di miseria di Damasco talmente vasta da ospitare ancora oggi 400mila diseredati, è terrificante e lunghissima. Questo agglomerato di miseria ha visto tutti i peggiori orrori e crimini che l’umanità può immaginare, e ne ha vista anche la rimozione. Nei dintorni di Damasco questo spazio e la disgraziata città di Duma hanno avuto il destino più atroce, conquistati da gruppi jihadisti, che vi sono entrati e subito hanno sequestrato la leadership democratica e non violenta della protesta siriana. Sequestri efferati, scandalosi, rimossi, come quello dell’avvocatessa dei diritti umani ricercata da anni dagli sgherri del regime, Rezan Zaitune, sequestrata insieme ai suoi più stretti collaboratori nel 2013, mentre si nascondeva per timore dei servizi segreti che le davano la caccia. Poi dobbiamo ricordare il bombardamento chimico proprio della Ghouta: quasi ogni evidenza dimostra che a perpetrarlo fu l’esercito siriano, ma si ebbe il coraggio di attribuirne la responsabilità alle vittime. Il sequestro della Zaituna segue di qualche mese il massacro chimico della Ghouta, nel quale morirono più di 1300 persone. Di lì a breve l’esercito siriano avrebbe imposto un vergognoso assedio che impedisce ancora oggi l’accesso di cibo e medicine, convogli di aiuti predisposti dall’ONU vengono bloccati da anni. Così alla Ghouta ci si nutre con zuppe di foglie ed erbacce, da anni. E molti, a cominciare dagli anziani e dai bambini, non ce la fanno, muoiono di fame. Ma da lunedì, fatto purtroppo poco notato, l’esercito di Assad ha cominciato una feroce offensiva fatta di bombardamenti, che ovviamente uccide i civili, già sottoposti allo strazio di dover convivere con i jihadisti da anni.
In poche ore alla Ghouta centinaia di persone sono morte, ma la sapiente e criminale regia di Damasco ha fatto sì che questo assalto coincidesse con l’operazione che Damasco ha avviato al nord, ad Afrin, in modo che il mondo seguisse il confronto con i turchi e non vedesse questo scandalo, bambini, donne, anziani, falciati, bruciati dalle esplosioni, e i loro corpi emaciati da anni di sofferenza.
Se nelle prossime ore non verrà trovato il modo di evitare un’offensiva di terra, chiaramente in preparazione, potrebbe finire peggio di come finì ad Aleppo.
Ma i criminali jihadisti che si sono infiltrati alla Ghouta vogliono aggravare la tragedia della popolazione della Ghouta. Ecco perché hanno lanciato alcune granate contro scuole cristiane di Damasco. Il loro disegno è lo stesso di Assad: una divisione e un conflitto che faccia pensare a un conflitto lungo linee confessionali e non tra bande criminali, quali sono entrambi, ai danni della popolazione. La popolazione, la vera vittima di un regime e di infiltrati jihadisti che hanno trasformato la Siria in un inferno per milioni di esseri umani, un inferno dimenticato dal resto del mondo.
Ghouta: siamo pronti ad accettare un altro genocidio?
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