S’inizia martedì 25 novembre a Bari la rassegna culturale Tu non conosci il Sud, a cura di Oscar Iarussi, autore del testo di presentazione che qui pubblichiamo. Il 25 e il 26 sono in programma incontri letterari, fotografia, dibattiti, cortometraggi, musica e teatro intitolati a un verso di Vittorio Bodini, studioso e poeta meridionale fra i più rilevanti, in vari luoghi della città (foyer del Teatro Petruzzelli, ex PalaPoste universitario, libreria Laterza, auditorium Showville). Mentre fino al 4 dicembre sarà allestita la mostra fotografica “Il Sud e le donne” di Ferdinando Scianna. Partecipano: Roberto Cotroneo, Rocco Papaleo, Sergio Rubini, Ferdinando Scianna, Alessandro Laterza, Salvatore Adduce, Carlo Borgomeo, Carlo Trigilia, Gianfranco Viesti, Gianluca Arcopinto, Walter De Majo, Ivo Poggiani, Francesco Di Leva, Arturo Valiante, Francesco Accardo, Gerry Accardo, Guerino Rondolone.”Tu non conosci il Sud” è una produzione dell’associazione Veluvre – Visioni Culturali, sponsorizzata da UniCredit, con il patrocinio dell’Università degli studi “Aldo Moro” di Bari e del Comitato Matera 2019, in collaborazione con la Libreria Laterza e la Fondazione con il Sud.
“Tu non conosci il Sud” è un lampo del poeta pugliese Vittorio Bodini (1914-1970). Allo scoccare del centenario, la sua luce orienta queste giornate di iniziative culturali a Bari, arricchite da una mostra fotografica di Ferdinando Scianna, “Il Sud e le donne”, aperta fino al 4 dicembre nel foyer del teatro Petruzzelli. La manifestazione riserva incontri, dibattiti, video-proiezioni di cortometraggi, momenti letterarî, teatrali e musicali in vari altri luoghi della città (ex PalaPoste universitario, libreria Laterza, auditorium Showville). Discipline e linguaggi diversi fra loro che fraternizzano in un proposito comune: contribuire all’onore e alla concretezza di immagini del Mezzogiorno.
Per il giovane fotoreporter siciliano Scianna è decisivo l’incontro con Leonardo Sciascia, lo scrittore rivelatosi grazie a Le parrocchie di Regalpetra (Bari, 1956) apparso negli innovativi “Libri del tempo” dell’editore Vito Laterza. E’ la medesima collana di Contadini del Sud di Rocco Scotellaro, uno dei numi tutelari di Matera capitale europea della cultura 2019, ovvero della Basilicata coast to coast – diremmo con Rocco Papaleo – che andrà dall’Atlantico al Mar Nero. Sciascia e Bodini si scambiano lettere, idee e vagheggiano una raccolta mediterranea di testi antichi e moderni. Voci lontane, sempre presenti. Echeggiano nella rassegna barese grazie ad artisti quali Sergio Rubini, pugnace e tenace nella passione meridionalistica, e lo stesso Papaleo con le “riflessioni spettacolari” sulla tradizione e il futuro della sua terra. Tutto si tiene… Il Sud è da sempre protagonista e, anzi, impulso dell’Europa “libera ed unita” immaginata nel Manifesto di Ventotene dei confinati antifascisti Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi.
Bodini nacque a Bari e vi tornò in cattedra all’Università, fu leccese di adozione e destino, visse in Spagna per amore delle lettere (traduttore di Cervantes, Calderón de la Barca, García Lorca, Salinas, Alberti), morì a Roma. E’ un autore cosmopolita perché radicato e perché sradicato, “sospeso” tra qui e altrove, foglie di tabacco e futurismo, vita e sogno. Un altro suo verso racconta di noi: “Il Sud ci fu padre / e nostra madre l’Europa”.
Genitori problematici. Il Mezzogiorno ha responsabilità storiche, spesso è stato intempestivo, pigro, sciupone, ma negli ultimi tempi si è impegnato a rincorrere la “coesione” con gli altri territori. L’Unione europea eroga risorse ed esige risultati, accampa pretese talvolta enigmatiche e da un po’ prende lezioni di tedesco. A che punto è il Sud? Cosa vuole l’Europa? A saggiare gli “equivoci” di questa relazione sarà un dibattito fra economisti e studiosi del valore di Carlo Borgomeo, Carlo Trigilia e Gianfranco Viesti, introdotto da Alessandro Laterza, cui contribuirà Salvatore Adduce, presidente del Comitato Matera 2019 che costituisce una specifica opportunità di sviluppo del Sud in Europa. C’è urgenza di capire e di capirsi, perché le incomprensioni annichiliscono entrambi i “genitori” sullo sfondo della Grande Crisi. E oggi i figli appaiono demotivati o in fuga persino dalla “questione meridionale”, che non fa audience.
Però, Bodini. “Tu non conosci il Sud, le case di calce / da cui uscivamo al sole come numeri / dalla faccia d’un dado”. Un azzardo, una vertigine. C’è il segno stesso del presente nell’essere “numeri”, per esempio precari nel lavoro. Eppure bisogna lanciarsi nel mattino, fare l’esperienza del nitore, senza temere le ombre né sottacere i problemi: “Ha da passà ‘a nuttata” non vuol dire che la nottata sia già passata (immenso Eduardo). Volver al Sud, è l’invito di Roberto Cotroneo, autore assai amato di romanzi luminosi (Otranto e L’età perfetta), presente con un testo inedito, concepito per l’occasione. Tornare al Sud oltre i luoghi comuni che lo riducono a un eden folcloristico o a una sconfinata Gomorra. Giusto a Scampia è sbocciata l’esperienza dei giovani cineasti del laboratorio “Mina” coordinato dal produttore cinematografico Gianluca Arcopinto, organizzatore generale della serie Tv tratta dal libro di Saviano. Quando sono finite le riprese, lui è rimasto nel quartiere: di là dal set, al fianco dei napoletani che si oppongono alla camorra e al degrado.
Esercizi di realtà. A Bari ecco un tentativo, grazie ai generosi protagonisti e allo spettatore che li incontrerà. Tu lo conosci il Sud?