Sono passati due mesi da quei giorni di Charlie Hebdo e della manifestazione parigina, sembrano passati anni, se ne parla poco, si è al massimo tutti tesi a immaginare che cosa potrà succedere con l’apertura di Expo a Milano o con il nuovo Giubileo a Roma. Ho letto analisi commemorative sparse per la rete, e sembrano prevalere le voci di chi sa che cosa si dovrebbe fare, chi guida e chi dovrebbe guidare il mondo.
Mi ha molto colpito il tono di Alain Badiou che in un suo intervento molto interessante arriva a formulare scenari grandiosi che lasciano senza fiato:
E così sarà fino a quando l’universalismo vero, l’assunzione del destino dell’umanità da parte dell’umanità stessa, e quindi la nuova e decisiva incarnazione storico-politica dell’Idea comunista, non avrà dispiegato la sua nuova potenza su scala mondiale, annullando in questa maniera non solo l’asservimento degli Stati all’oligarchia dei proprietari e dei loro servitori, ma anche l’astrazione monetaria così come le identità e le contro-identità che annientano gli spiriti con la loro chiamata alla morte.
Pare assai difficile immaginare che cosa possa significare, sul piano delle nostre possibili azioni politiche, tendere alla assunzione del destino dell’umanità da parte dell’umanità stessa e viene il dubbio che contrapporre a visioni palingenetiche visioni altrettanto palingenetiche rischi di lasciare le cose come stanno o di complicarle ulteriormente.
Naturalmente non ho alcuna alternativa da proporre, anche perché si rimane scoraggiati di fronte alla realtà, anche di cose apparentemente piccole dei nostri giorni. Mi turba scoprire che la Playmobil, famosissima ditta tedesca di giocattoli, che produce meravigliosi frammenti di immaginazione che si possono combinare in velieri, castelli, città o avvenimenti storici, avendo prodotto un figurino di Martin Lutero, per prepararsi alle celebrazioni del cinquecentesimo anniversario della Riforma, che cade fra due anni, in 72 ore ne ha venduto oltre 30 mila esemplari. Si ricorda il precedente del figurino di Albrecht Dürer la cui vendita arrivò a 80 mila pezzi, ma furono necessari tre giorni per toccare quel livello.
Nemmeno l’arida, cinica e laica Europa sembra poter fare a meno di eroi che propongano visioni complessive del senso, del destino, della direzione della storia.
E allora mi accontento di sognare, ma un sogno duro, politicamente e ideologicamente scorretto, e leggo e rileggo parole forti:
Cosa sarebbe successo se Mosé il profeta, non fosse stato salvato dalle acque? Proprio lui che, conducendo il popolo ebraico alla Terra Promessa e affidando loro le Tavole della Legge, li ha designati come popolo eletto, adoratore di un unico dio, aprendo la strada, attraverso il Mar Rosso, non solo alla divisione delle acque ma anche a quella degli uomini, attraverso i successivi tre monoteismi, tutte filiazioni di quell’esilio originario. I tre monoteismi, ecco, sono loro che ci hanno sempre dato filo da torcere, e ancora di più ora, dopo i fatti parigini.
E arrivo a conclusioni ancora più scorrette:
Ebrei, Cristiani e Musulmani condividono epicamente la stessa rampa di lancio, in quel km quadrato tra Palestina e Libano da dove, nell’ordine, per gli ebrei decollò Elia sul carro di fuoco, per i cristiani Cristo con propellente autonomo, per i musulmani Maometto sul bianco cavallo alato. Potrebbero i loro saggi, grazie alla filologia, cominciare a pensare di avere a che fare con testi epici e non con testi sacri? Potrebbero essi cominciare a insegnare agli innocenti che poi si massacreranno che non esistono popoli eletti, né vergini che partoriscono né profeti che decollano?
E arrivo al fondo della scorrettezza riflettendo che forse oggi, il 14 marzo – 3.14 secondo le convenzioni anglosassoni – sarebbe meglio celebrare solo il pi greco e non il versetto dell’Esodo in cui Dio ci ha laconicamente detto Io sono colui che sono e ha dato avvio a interpretazioni che hanno provocato danni infiniti.
E ora torniamo a leggere e scrivere cose più raffinate e scientificamente corrette.
Già un pensatore musulmano, di cui non ricordo il nome e di cui non so come avesse potuto sopravvivere, aveva scritto che il mondo era stato rovinato da un pastore (Mosé da Ietro), un medico (Gesù taumaturgo guaritore) e da un cammelliere (Maometto). Queste persone mi sembra che, per quanto ne possiamo sapere, abbiano invece aperto prospettive positive e che non si possa imputare a loro in toto tutte le nefandezze fatte in loro nome. Non credo che si possa dire di loro “Ah, se Stalin sapesse”.