Sottili analisti dicono che Grillo non ha sfondato, che Grillo è arrivato solo terzo e che non si esulta in una gara dove si corre per vincere, che si aspettava pure di più.
Fatto sta che i numeri cantano. A Palermo Cancelleri ha raccolto quasi il 20%, a Trapani addirittura il 26, in quella che è da oggi la roccaforte del movimento nell’isola.
Come scrive oggi Roberto D’Alimonte sul Sole24Ore:
Il 18% del suo candidato fa impressione. Fino ad oggi a livello regionale aveva ottenuto il suo maggiore successo in Emilia Romagna nel 2010 arrivando al 6% come lista e al 7% come voto al candidato-presidente. Il risultato di Parma per quanto importante era pur sempre un successo cittadino. In Sicilia alle amministrative della scorsa primavera si era presentato in soli tre comuni superiori ai 15mila abitanti ottenendo il 4,2%. Si parla di pochi mesi fa. Oggi è il primo partito nell’isola. Il Sud non è più il buco nero del M5S. È così che si spiegano le stime che lo danno oltre il 15% a livello nazionale. Fino ad oggi erano dati di sondaggio, oggi sono un dato reale.
Peraltro, onore al prof. D’Alimonte che con il Cise una decina di giorni fa aveva sostenuto che 15 fosse il numero plausibile di consiglieri a 5 stelle in Sicilia. E in effetti sono 15.
Detto questo, è interessante vedere come Grillo già da ieri abbia subito rilanciato, puntando dritto verso le elezioni politiche.
Nel “comunicato politico cinquantatre” (sic), l’autoproclamatosi “capo politico del movimento” (sic) detta le regole per le candidature in vista del 2013.
Signori stiamo per affrontare qualche cosa di straordinario, delle elezioni in Parlamento, un Movimento, elezioni via Web, non è mai stato fatto nulla di così straordinario. Facciamo quello che possiamo, le regole sono molte, poi stanno molto attenti se sbagliamo, bisogna non sbagliare nulla.
Quindi queste elezioni ci saranno e potranno votare tutti i nostri iscritti, che ovviamente sono quelli che hanno dato la documentazione, mandato la carta di identità, le solite cose che abbiamo chiesto, anche per garantire un po’ chi entra, sennò ti entra Toto u curtu e poi ce lo hai tutta la vita dentro, Toto u curtu.
Toto u curtu. Salvatore Riina.
Gli eletti nel 2013 – prosegue Grillo – non saranno più “onorevoli” ma si chiameranno “cittadini”, un po’ all’uso dei rivoluzionari francesi (sic). Un nuovo battesimo che servirà la causa della rivoluzione al pesto? Chissà.
Oltre alla regole per la selezione delle candidature e sul finanziamento, Grillo accenna anche a qualche spunto per un programma.
Fare entrare nella Costituzione per esempio il fatto del referendum propositivo senza quorum, dell’obbligatorietà del Parlamento di discutere le leggi popolari di inserire dentro la Costituzione la legge elettorale del voto di preferenza, non si possono cambiare le leggi elettorali durante le elezioni.
Al di là che ci sarebbero forse anche altre regole, quest’ultimo punto non si capisce bene cosa significhi, che la domenica in cui si vota non si possono cambiare le regole con cui si sta votando? Chissà.
Il comunicato politico si conclude con un quasi-Woitjla, con un quasi “damose da fa’”.
Sarà un cambiamento epocale, duro, sbaglieremo, sbaglierò, mi accuserete di qualsiasi cosa, non lo so. Io credo che dovremmo affrontare insieme una grande cosa che stiamo facendo, ce ne renderemo conto tra qualche anno, quindi dateci una mano piuttosto che martellarci, a me e a Casaleggio, di darci delle martellate in testa, dateci consigli, una mano, abbiamo bisogno tutti uno dell’altro.Grazie.”
A me e a Casaleggio