Se c’è un popolo che paga tutti i prezzi che si possano immaginare, questo è il popolo siriano. Ora i suoi figli vengono ridotti al rango di mercenari dal sultano di Istanbul per difendere i suoi interessi in Libia. Non è bastato quel che Erdogan ha fatto contro i siriani del nord, accordandosi con russi e americani contro i siriani e la loro speranza di poter vita a un primo esperimento di stato non etnico e non confessionale, partendo dal Rojava e magari poi superando i suoi confini. No. Ora i siriani diventano anche carne da macello per i calcoli di Ankara. Questo profondo dolore e la conseguente indignazione li troviamo nel comunicato del Movimento Politico della Donne Siriane, vittime del regime criminale di Damasco, dei vari gruppi jihadisti che imperversano e hanno imperversato in Siria e dell’Isis. E’ il caso almeno di leggerlo:
“ Le notizie riferiscono dell’invio di soldati siriani a combattere in Libia, sfruttando le circostanze e l’amara realtà che ha fatto cadere costoro o nelle mani del regime siriano o in quelle del garante turco: entrambi sfruttano le loro miserevoli condizioni di vita mentre la comunità internazionale ha chiuso gli occhi per nove lunghissimi anni sulle loro sofferenze e sul loro diritto ad avere una soluzione politica che consenta la costruzione di una Siria dei cittadini, democratici e con il dovuto rispetto dei loro diritti umani.
Le sofferenze dei siriani a causa della presenza di mercenari inviati in Siria da diversi Stati che sostengono il regime come da altri Stati interessati alla questione siriana per via del loro tornaconto nazionale sono evidenti, mentre i diritti dei siriani sono sempre negati.
Il Movimento Politico delle Donne Siriane non solo denuncia questa decisione ma rifiuta fermamente l’uso di siriani in altre guerre.
Noi riteniamo che si debba porre termine all’azione di leader di fazioni che sono soltanto pedine nelle mani di potenze straniere, al livello popolare e delle organizzazione umanitarie.
Solo una soluzione politica per il conflitto siriano, a nostro avviso, salverà il sangue e e le vite dei siriani.