Fino a quando ci fu mio padre, era lui a trascinare mia madre e me nella passerella – vacua, mi pareva – con fiori, vasi, piccole latte per andare a prendere l’acqua, ignoti parenti da salutare e con i quali aggiornarsi su persone che sentivo nominare solo in quella occasione e che ancora non ho capito perché pretendessero di dovermi interessare. Poi fu mia madre a trascinarmi, perché papà ci teneva tanto e gli piacevano tanto le rose. Poi cominciai ad andarci da solo perché mia madre faceva fatica a camminare e non volevo che si sentisse in colpa per la mancanza delle rose. Ora ci vado da solo, senza che nessuno me lo chieda, perché non voglio sentirmi io in colpa. Garantisco che della vita ho capito assai poco, ma almeno qualcosa sul senso delle tradizioni mi si è cominciato a chiarire.
E allora confesso che mi sento turbato da quelle zucche illuminate, da quei cappelli a cono che vedo circolare sotto la finestra e sento dentro che vorrei dire delle cose tremende sulla importazione consumistica di tradizioni aliene, sul cattivo gusto di mescolare il sacro e il profano, sulla tristezza che mi suscita tutta quella ostentazione del colore nero.
Giro come al solito sulla rete per avere informazioni su questa per me incomprensibile festa di Halloween e trovo, in data 20 ottobre 2008 (non 1008, proprio 2008) una dichiarazione illuminante:
Penso che la società italiana stia perdendo il senno, il senso della vita, l’uso della ragione e sia sempre più malata. Festeggiare la festa di Halloween è rendere un osanna al diavolo. Il quale, se adorato, anche soltanto per una notte, pensa di vantare dei diritti sulla persona. Allora non meravigliamoci se il mondo sembra andare a catafascio e se gli studi di psicologi e psichiatri pullulano di bambini insonni, vandali, agitati, e di ragazzi ossessionati e depressi, potenziali suicidi.
Quante notti sprecate a leggere Freud. Bambini vandali (aggettivo evangelico, si potrebbe dire)? Effetto dei diritti rivendicati da satana, a loro volta effetto della festa di Halloween. L’autore è il noto, anche mediaticamente, esorcista padre Amorth.
Mi sento meglio: basta con le condizioni medievali della sanità pubblica o con la legge medievale sulla procreazione medicalmente assistita; se questo si può dire nel 2008, allora siamo autorizzati a pensare al medioevo come a un’età dei lumi. E’ tutto davvero più complicato di come sembra e mi sento in dovere di contribuire a questa meravigliosa confusione che sono la storia, la vita, la tradizione. Mi vesto di nero, suono il campanello della vicina e le butto là: dolcetto o scherzetto?
Halloween “importazione consumistica di una tradizione aliena”? Ma nella storia non è la prima e consumistico é il risultato non l’importazione. Importazione allude al luogo, consumistico al tempo e il nostro non può che essere consumistico (dobbiamo metterci d’accordo sull’aggettivo consumistico). Quanto al “cattivo gusto” di mescolare il sacro e il profano come tu dici, non lo trovo cattivo ma al contrario straordinariamente corroborante oltre che consueto: cosa ne pensi del Carnevale? In conclusione però a me Halloween non piace, troppo medievale ossia neogotica.
Infatti, sento l’inclinazione ad allineare una serie di luoghi comuni, ma resisto, soprattutto quando leggo quelle frasi del famoso esorcista e di chi ha fatto di quei luoghi comuni uno schema di pensiero. Mi sono pentito e la vicina mi ha dato una fetta di crostata.