COSE DELL'ALTRO MONDO

Riccardo Cristiano

Giornalista e scrittore

Davvero può tornare il fascismo?

C’è un vocabolo la cui menzione è sempre problematica, ma è anche appropriata: fascismo. Appropriata perché difficilmente definibile. Parlare di ritorno del fascismo è possibile e appropriato proprio perché è molto difficile definire cosa sia il fascismo. Mentre per il nazismo esiste una definizione filosofica e politica molto precisa, per il fascismo no, tanto è vero che questo termine è stato utilizzato per casi storici molto diversi tra di loro. Anni fa ricordo di aver a lungo discusso di questo con mio padre, ex-partigiano deportato nella Germania nazista, che mi disse: “ho sempre cercato una definizione di cosa sia stato il fascismo in Italia. Alla fine mi sono detto che la sua identità più profonda si trova  in una canzoncina di quegli anni: “ha detto il Negus che l’Abissinia è sua, e il duce gli risponde, “ma li mortacci tua”.” Cosa voleva dire? Forse che esiste un fascismo eterno. 

Una lezione tenuta da Umberto Eco il 25 aprile del 1995 ci aiuta a capire i capisaldi del fascismo eterno, quello che proprio per questo può sempre tornare. Non il fascismo storico, che nacque repubblicano, andò a braccetto con la monarchia per un ventennio e poi riemerse repubblichino. Non il fascismo storico, che emerse rivoluzionario ma fu sostenuto dai grandi latifondisti che si aspettavano una controrivoluzione. Non il fascismo storico, che emerse nemico del cattolicesimo e firmò i Trattati Lateranensi. Il fascismo storico ha sì espresso la tendenza a uno stato etico e assoluto, ma non lo ha mai realizzato del tutto. Il fascismo eterno, spiega Umberto Eco con grandissima precisione e in modo capace di aprirci gli occhi sull’oggi, è innanzitutto culto della tradizione. “Il tradizionalismo è più vecchio del fascismo. Non fu solo tipico del pensiero controrivoluzionario cattolico dopo la Rivoluzione francese, ma nacque nella tarda età ellenistica come reazione al razionalismo greco classico.” Poi ha un rapporto complesso con il sincretismo. Il fascismo eterno ama il sincretismo perché esclude l’avanzamento del sapere. La verità è stata annunciata una volta per tutte, così Julius Evola “mescolava il Graal con i protocolli dei Savi di Sion, l’alchimia con il Sacro Romano Impero.” E’ evidente che se scegli il tradizionalismo è perché rifiuti la modernità. E l’eterno fascismo adora la tecnologia ma perché la sua lode della modernità si ferma alla superficie, mentre ha “una ideologia basata su sangue e terra. Il rifiuto del mondo moderno era camuffato come condanna del modo di vita capitalistico, ma riguardava principalmente il rigetto della spirito del 1789. L’illuminismo, l’età della ragione vengono visti come l’inizio della depravazione moderna.” Ecco l’amore per l’irrazionalismo. L’eterno fascismo amando l’irrazionalismo ama l’azione per l’azione. L’azione è più bella della riflessione, perché il pensiero evira. “Perciò la cultura è sospetta nella misura in cui viene identificata con atteggiamenti critici.” C’è poi un punto di quanto scrive Eco che a me sembra parlare espressamente di Bergoglio, della sua azione nella Chiesa e per la società e dei suoi oppositori. “ Nella cultura moderna la comunità scientifica intende il disaccordo come strumento di avanzamento della conoscenza.” Per l’eterno fascismo, prosegue Eco, “il disaccordo è tradimento.” Il disaccordo implica diversità, ecco perché l’eterno fascismo è per definizione razzista. Questo eterno fascismo “scaturisce dalla frustrazione individuale o sociale. Il che spiega perché una delle caratteristiche tipiche dei fascismi storici è stato l’appello alle classi frustrate, a disaggio per qualche crisi economica o umiliazione politica, spaventate dalla pressione dei gruppi sociali subalterni.” Di qui deriva la passione per i complotti, ovviamente internazionali, ma anche con terminali interni, “e gli ebrei sono l’obiettivo migliore, in quanto presentano il vantaggio di essere dentro e fuori.” Guarda caso Umberto Eco cita come ultimo esempio dell’ossessione da complotto l’americano Pat Robertson, uno dei padri dell’ecumenismo dell’odio che attrae tanti strenui avversari di Papa Francesco. Ecco comunque il motivo per cui il fascismo eterno detesta il pacifismo, perché ritiene la vita una guerra eterna, in attesa di un Armageddon che però non porterà alla fine del mondo, ma alla soluzione di tutti i problemi. 

Un altro aspetto importantissimo è l’elitismo popolare. Noi apparteniamo ovviamente al popolo migliore, e il leader sa che “la sua forza si basa sulla debolezza delle masse, così deboli da aver bisogno e da meritare un dominatore.” 

Ne deriva il populismo qualitativo. Non sono i cittadini ad essere intestatari di diritti, “è il popolo”, “un’entità monolitica che esprime la volontà comune. Dal momento che nessuna quantità di esseri umani può possedere una volontà comune, il leader pretende di essere il loro interprete.” Qui Eco diventa visionario, scrive infatti già nel 1995. “Nel nostro profilo si profila un populismo qualitativo TV o internet, in cui la risposta emotiva di un gruppo selezionato di cittadini può venire presentata e accettata come la “voce del popolo”. 

L’ultimo tratto del fascismo eterno è la neo-lingua, basata “su un lessico povero e su una sintassi elementare, al fine di limitare gli strumenti per il ragionamento complesso e critico.”

Il fascismo eterno non è il fascismo storico, è eterno… Tutto sta a capire quanto pesa, quanto ci attrae.           

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