Ormai è chiaro, Monti è ostaggio della sua stessa maggioranza. E noi con lui. Noi cittadini, noi intesi come comunità, Paese. È ostaggio di Berlusconi come di Bersani e di Casini. Della BBC più che dell’ABC. La A di Alfano non conta e non ha mai contato nulla, poveretto lui. Quindi Monti è ostaggio più che mai dei partiti, che sono il vero ostacolo alla modernizzazione e al cambiamento del Paese. Purtroppo bisogna constatarlo, e il dirlo non è un cedimento qualunquista al “grillismo”, che ha molte pecche, specie quando si lascia sfuggire “saremo il cento per cento”… Che non è la democrazia ma la dittatura. È solo una presa d’atto della realtà per quella che è.
È ostaggio di Bbc sulla giustizia, sulla riforma elettorale, sul mercato del lavoro e sul lavoro, sulle Authority e il loro funzionamento, sui rapporti con l’Europa, sui processi e anche sulla base delle stesse divisioni interne ai partiti, che sono ormai coacervo di interessi particolari, di lobby, personalismi, individualismi e persino narcisismi e delle guerre intestine tra i gruppi e gli uomini e delle tante mafie che s’aggirano intorno. Ormai non rappresentano più l’interesse generale. Chi saprebbe cosa e chi votare oggi se dovesse andare al seggio?
Monti è prigioniero della triade BBC persino sulla Rai o sull’Agcom, nonostante una tardiva alzata d’ingegno, apparendo solo ora non disponibile ad accettare i tanti “niet”, veti e ricatti interni/esterni. È già, perché l’origine del peccato è nella stessa formazione del governo, negli uomini scelti a reggere i dicasteri e nei loro sottosegretari, rappresentativi solo sulla base di un abile e raffinato “manuale Cencelli” che ha ratificato l’esistenza di un Governo nel Governo. Se non, addirittura, di un Governo ombra o di un contro-Governo che vigila, controlla, rallenta od ostacola – a seconda della bisogna – quello ufficiale.
La fase è delicata, il passaggio difficile. Riuscirà il premier nell’impresa. Non dovesse, così muore un governo e anche la democrazia. Ma i killer non bisogna cercarli, sono là, palesi. E siedono tutti sui banchi del Parlamento.
Ai cittadini la responsabilità delle scelte e, insieme, l’arma del riscatto.
Con Monti abbiamo sospeso la democrazia e abbiamo un governo, più o meno. Nei quindici anni precedenti, la democrazia è stato un esercizio che non ha prodotto governi capaci di capire l’interesse del Paese. Da una ventina di anni il nostro Parlamento è del tutto autoreferenziale, Porcellum o non Porcellum. Il popolo non riesce ad andare oltre il suo interesse minimo. Resistono gli evasori, gli usurai e gli affamatori delle classi subalterne (si sarebbe detto una volta). I pensatori della politica non ci stanno capendo nulla, ma nessuno è disposto a riconoscerlo, incamminandosi verso una onorevole e ricca pensione. A parte lo sforzo ciclopico del povero Bersani, che lavora per un partito riformista presentabile (tra Vasto e Cariddi), il resto somiglia a un mercatino dove non si capisce una parola perchè tutti urlano per non dire nulla. E mo’ speriamo che non ci tocchi pure Luca Cordero di Montezemolo con suo bel trenino diviso per classi.