CROCE E DELIZIE

Corrado Ocone

Filosofo

Cos’è il “liberalismo senza teoria”

Dopodomani, mercoledì 18 settembre, esce in libreria il mio volume Liberalismo senza teoria. E’ una raccolta di saggi su autori e momenti della storia del pensiero politico volti a delineare un’idea di liberalismo che era venuta fuori già in qualche modo dalla monografia su Benedetto Croce che pubblicai, per lo stesso editore Rubbettino, nel 2006 (e che sarà riproposta sabato 28 settembre da “Il Sole 24 ore” in una nuova edizione in vendita col quotidiano per la serie “Il pensiero dei padri costituenti”). Il liberalismo, per come lo concepisco io in questo volume, è una filosofia prima e oltre che una dottrina politica, economica, giuridica. Più in particolare, esso, nella mia prospettiva, coincide senza scarti con la filosofia (il mio prossimo volume Cos’è la filosofia, che in uscita fra pochi mesi per Mind Edizioni, chiarirà ulteriormente questo passaggio). L’uno e l’altra hanno infatti la caratteristica di non avere presupposti, e quindi di avere un rapporto particolare con il nulla (il non-essere-ancora, donde la loro apertura totale; ovviamente spero che non mi si obietti banalmente che anche questo è un presupposto). Nella fattispecie, i presupposti del liberalismo sono le ideologie, soprattutto quelle politiche; mentre quelli della filosofia sono le metafisiche, con la loro idea forte di verità e realtà. Ovviamente, verso questa convergenza, se non proprio identificazione, di liberalismo e filosofia tende tutta l’opera di Croce, che non a caso è stato giudicato dai politologi, e in generale da tutti coloro che hanno una concezione ideologica e persino teologica del liberalismo, un liberale “anomale”, “inautentico” o “incompleto”. Croce ebbe a scrivere, in un passo memorabile della sua autobiografia intellettuale, il Contributo alla critica di me stesso del 1915, che “la perfezione di un filosofare sta (per quel che mi vuol parere) nell’aver superato la forma provvisoria dell’astratta ‘teoria’, e nel pensare la filosofia dei fatti particolari, narrando la storia, la storia pensata”. Se l’equazione da me stabilita fra filosofia e liberalismo ha un senso, noi potremmo quindi dire che anche un’azione politica liberale è quella che fa a meno di ogni astratta “teoria” e vive secondo coscienza liberale la vita, la vita secondo libertà. Liberalismo “senza teoria”, appunto. Ne discende perciò, ed è conseguenza di non poco momento, che in fondo il liberalismo non esiste nemmeno: esiste piuttosto la mai dismessa lotta degli umani per conquistare sempre nuovi e più ampi spazi di libertà. In un’espressione: il liberalismo (come la libertà) vive come lotta per la libertà. Da cui anche un’idea non quietistica o conciliativa o definitiva di esso: il liberalismo non è ma si fa, è una sorta di “rivoluzione permanente” potremmo dire (Gobetti), è non è nemmeno definibile, perché vive continuamente ridefinendosi a partire dalle concrete situazioni di fatto (Matteucci). Ciò avviene con un movimento che va dal basso all’alto e non viceversa, come vorrebbe il dirigismo liberale che è proprio del liberalismo “con teoria” e che sfocia prima o poi nello statalismo e nel giacobinismo. Il liberalismo che ho in mente ha perciò uno stretto legame con lo storicismo (non in senso popperiano ovviamente), da un lato, e con il realismo politico, dall’altro (sul realismo politico si svolgerà un importante convegno a Perugia a metà ottobre: http://www.istitutodipolitica.it/wordpress/wp-content/uploads/2013/06/IL-REALISMO-POLITICO-Perugia-17-18-19-ottobre-2013.pdf). Si tratta perciò di battere in breccia, nel primo rispetto, ogni intellettualismo (cognitivismo) e, nel secondo, ogni normativismo (o moralismo per usare il linguaggio di Bernard Williams). Dall’opzione storicistica discendono anche non indifferenti problemi di logica, che esigono a mio avviso un ripensamento e riproposizione sia della dialettica sia del cosiddetto “idealismo” (che non va assolutamente concepito, come pure si fa, in opposizione e antitesi al realismo). Ma di questo sarà meglio parlare in altre occasioni, se non vogliamo portare ora troppo lontano il nostro discorso.

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