Ieri sera, 6 febbraio, ho partecipato ad un concerto molto speciale nel maestoso Palazzo Reale dell’Opera in Muscat (Oman).
Il concerto era inizialmente nato con il programma di Abbado alla Direzione dell’Orchestra Mozart di Bologna da lui fondata e con la partecipazione pianistica di Pollini. A causa della triste perdita del maestro Abbado si è tramutato in un intenso omaggio allo stesso e, per i numerosi italiani presenti , in un melanconico saluto all’Orchestra Mozart, della quale è stato annunciato lo scioglimento.
La prima parte del concerto è stata quella di un concerto normale, imperniato su un Pollini che ha suonato un concerto di Mozart con la solita maestria ma che sembrava appena uscito da un congelatore.
Della seconda parte è stata invece protagonista l’Orchestra Mozart impegnata nella Settima di Beethoven. E qui il concerto è diventato un evento. Trascinata da alcuni leader strepitosi, come il primo violino e il primo violoncello, l’Orchestra Mozart ha interpretato la Settima con una passione, un coinvolgimento e una forza rare. Nelle loro note si sentiva tutta la tristezza per la scomparsa del loro Maestro ma, insieme, il dolore e la rabbia nel dover interrompere un’esperienza artistica, culturale ed umana così importante. Le loro note e la loro grande passione hanno toccato intensamente il pubblico e non pochi tra i più informati sono stati quelli che, avendo capito il significato profondo di tanto trasporto, non hanno saputo frenare le lacrime. So che alla sopravvivenza dell’Orchestra Mozart ostano alcuni non facili problemi. Ma nessuno di essi è insuperabile. Bisogna raggranellare e destinare a questo grande investimento non più del 2% del denaro che la nostra orrenda macchina politico-amministrativa sperpera e saccheggia ogni anno. E bisogna trovare un nuovo leader. Se si cerca un altro Abbado maturo e al livello quasi divino che aveva negli ultimi anni raggiunto, non lo si troverà mai. Ma se si cerca un giovane talento pieno di potenzialità e di speranze, come era Abbado da giovane, allora certamente lo si troverà. Magari tra gli stessi leader dell’Orchestra Mozart. Essendo tra coloro che non si vergognano di essersi commossi fino alle lacrime in occasione di questa grande Settima di Beethoven suonata dall’Orchestra Mozart nella capitale dell’Oman il 6 febbraio 2014 io spero e prego che la ricchissima e opulenta Bologna e lo stato italiano, per quanto sgangherato, non lascino morire e disperdere questa appassionante e importante realtà nazionale e internazionale, lascito di Claudio Abbado al quale, anche per questo, dobbiamo essere grati e non solo a parole.
Questi giovani musicisti e queste orchestre che anche se arricchite da tanti talenti provenienti da tanti paesi sono radicate nelle nostre città, sono tra gli ambasciatori più veri e più importanti dell’Italia migliore, quella che ancora fa raccogliere applausi e partecipazione in giro per il mondo.
Marco Vitale