Eshkol Nevo è, tra i narratori israeliani di nuova generazione, uno dei più interessanti. Dopo “Nostalgia”, il suo primo romanzo uscito da noi per Mondadori, Neri Pozza ne ha tradotto un secondo, “La simmetria dei desideri”. L’impianto narrativo è di quelli a sicuro effetto. Quattro amici in occasione dei Mondiali di calcio del 1998 prendono un impegno: ciascuno scriverà su un biglietto tre desideri che vuole realizzare entro i prossimi campionati e, nel 2002, verificheranno chi sia riuscito e in cosa. Dei quattro uno, Yuval, nella finzione estensore del romanzo che racconta la loro storia, è di genitori inglesi e, in attesa di laurearsi con una tesi in filosofia che gli prende tempi interminabili, vive facendo traduzioni; uno, soprannominato Churchill, è avvocato; Amichai, l’unico sposato con due figli, vende una specie di polizza contro le malattie di cuore; e Ofir è un pubblicitario. Yuval è innamorato di Yaara e il suo desiderio è sposarla e averne un figlio, ma Churchill gliela ruba; Ofir stufo marcio degli spot finisce a fare il mistico in India e ne torna con una donna, l’ampia e materna Maria; Amichai resta vedovo… Alla fine del quadriennio si accorgeranno che, in una specie di girotondo schnitzleriano, ciascuno ha realizzato il desiderio di un altro. Ma qui “La simmetria dei desideri” ci interessa per altro, perché come gli altri romanzi che analizziamo in “Trame”, è un romanzo di frontiera: è una storia tra due mondi. Quali? La nuova leva di narratori israeliani ha professato il bisogno di emanciparsi dagli scenari drammatici del paese, dal suo passato enorme e dal suo presente doloroso, in nome del desiderio di vivere, e scrivere, “in modo normale”. Convinti, alcuni, che fare professione di normalità significherà prima o poi, la normalità. conquistarla. Nevo, classe 1971, sembra cimentarsi con questa idea: la storia è ambientata a Tel Aviv, la città dove un paio dei ragazzi sono andati a vivere abbandonando la natia Haifa, e Tel Aviv è da anni – nella geografia israeliana – la città “immemore” per definizione, balneare e mondana, alla moda e occidentale. Però né il narratore né gli altri riescono davvero a lasciarsi la realtà alle spalle: i ricordi del servizio militare, come quelli delle due intifade, premono. E sono come un terreno custodito in profondità ma brulicante di vita che non si fa cancellare. Così i moschettieri di Nevo, i quattro ragazzi della “Simmetria dei desideri”, restano sospesi tra i due mondi.
AVANTI POPOLI!