Dopo le ultime notizie a proposito della corruzione all’Anas e del comportamento dei dipendenti comunali di Sanremo, abbiamo ricevuto molti sms, mail, WhatsApp dai nostri lettori.
Pubblichiamo volentieri il messaggio di un nostro lettore tunisino che ha soggiornato a lungo in Italia, e conosce bene Milano e Roma, dove ha vissuto per diversi anni con la famiglia:
… non si preoccupano affatto che la società sia corrotta e depravata. Basta che si regga, dicono, basta che prosperi … a noi che ce ne importa?, dicono.
Anzi ci riguarda … se aumentano sempre le ricchezze che sopperiscono agli sperperi continui e per cui il potente può asservirsi i deboli.
I poveri si inchinino ai ricchi per avere un pane e per godere della loro protezione in una supina inoperosità; i ricchi si approfittino dei poveri per le clientele e in ossequio al proprio orgoglio.
I cittadini acclamino non coloro che curano i loro interessi ma coloro che favoriscono i piaceri.
Non si comandino cose difficili, non sia proibita la disonestà. I governanti non badino se i sudditi sono buoni ma se sono soggetti.
Le province (ndr: ma non si era detto di abolirle?) obbediscano ai governanti non come a difensori della moralità ma come a dominatori dello Stato e garanti dei godimenti e non li onorino con sincerità, ma li temano da servi sleali …
Sia condotto in giudizio soltanto chi ha infastidito o danneggiato la roba d’altri, la casa, la salute o un terzo non consenziente, ma per il resto si faccia pure dei suoi, con i suoi o con altri consenzienti ciò che piace (ndr: ma non avevamo parlato di giustizia giusta?).
Ci siano in abbondanza pubbliche prostitute (ndr: si riferisce forse a qualche ex presidente del consiglio o alle dichiarazioni di qualche esponente dell’opposizione?) o per tutti coloro che ne vogliono usare ma principalmente per quelli che non si possono permettere di averne delle proprie.
Si costruiscano case spaziose e sontuose (ndr: attento a non fare nomi di esponenti di qualche stato estero, posto all’interno della capitale), si tengano spesso splendidi banchetti, in cui, secondo il piacere e le possibilità di ciascuno, di giorno e di notte si scherzi, si beva, si vomiti, si marcisca.
Strepitino da ogni parte i ballabili, i teatri ribollano di grida di gioia malsana e di ogni tipo di piacere crudele e depravante.
Sia considerato pubblico nemico colui al quale questo benessere non va a genio. La massa sia libera di non far parlare, di esiliare, di ammazzare l’individuo che tenti di riformare o abolire questo benessere …
(Agostino da un sobborgo di Tunisi, De civitate Dei 2.20.)
Come lettrice dell’Asino di Buridano ho ricevuto questo messaggio da un lettore tosco:
Mi sembra di riconoscere qualche governante….