I telegiornali del Levante questa mattina hanno aperto con una notizia davvero sorprendente: il patriarca melchita con sede a Damasco ha chiesto nella giornata di sabato al suo predecessore, il patriarca emerito Sua Beatitudine Gregorio III Lahham, di lasciare immediatamente l’appartamento che occupava presso la sede patriarcale. Per chi non avesse ben chiaro il quadro è come se papa Francesco chiedesse a Benedetto XVI di andarsene dal Vaticano. La notizia era deflagrata sabato, ma non per volontà del nuovo patriarca, bensì del vecchio, che sui suoi account ha ricoperto di espressioni non riguardose il suo successore rendendo noto di aver chiesto anche al Nunzio Apostolico di risolvere il fattaccio, senza esito.
Già questa domenica mattina il patriarca emerito si è trasferito al monastero cattolico (non greco cattolico) dei salvatoriani di Dar al Inaye, restaurato di recente. E’ una struttura bellissima e il patriarca avrà certamente una situazione confortevole. Ma resta una domanda: per quale motivo un uomo non certo dai modi del protagonista come il suo successore sarà giunto a questa decisione?
Gregorio III, poche ora prima di ricevere la sorprendente comunicazione, aveva rilasciato un’intervista su come proceda spedita la “liberazione” della Siria, affermando che i soldati russi sono costretti a rimanere perché il lavoro non è ancora finito, non per altri motivi. Nulla invece ha detto sull’orientamento del liberatore russo di vedere gli altri liberatori, Hezbollah e pasdaran, tornare a casa rapidamente. Ma questo dettaglio ora passa in secondo piano. Avesse atteso qualche ora avrebbe potuto spiegare lui stesso veniva costretto a liberare il patriarcato.
La gestione di Gregorio III della Chiesa si era già incagliata sulle gravissime questioni che hanno determinato un dissesto finanziario per cui la maggioranza dei vescovi gli chiese di dimettersi durante un esplosivo sinodo. Lui resistette, poi si decise a farlo, ma per motivi di età. Ora si aggiunge un altro capitolo di difficile lettura.
che l’amore e una forma di possesso, specificando pero che in amore non si possiede il corpo dell’amato o dell’amata come si possiede un oggetto. Quando amo io voglio possedere non il semplice corpo dell’amata ma la sua liberta. Ma come si puo possedere una liberta? Si puo possedere una liberta senza renderla prigioniera?