La contabilità del terrore (quello vero) dice che se anche a Parigi si ottenesse il risultato “storico” di stabilizzare le emissioni annuali di CO2 a 40 giga tonnellate, considerando che ne abbiamo già rilasciate 2000 in atmosfera e che esse non si degradano, il limite – di 3200 giga tonnellate – oltre il quale il pianeta si sarà riscaldato di due gradi rispetto al periodo preindustriale verrà raggiunto nel 2040. Oltre questo limite il clima va fuori controllo e verso scenari disastrosi: su questo c’è ormai un consenso unanime tra scienziati, istituzioni e giornali seri.
Del resto, il 2015 sarà l’anno più caldo mai registrato da quando cominciarono queste misurazioni nel 1880. Batterà il record precedente fatto nel 2014. Il record del resto è stato battuto ogni anno negli ultimi dieci anni.
Nel 2040 alcuni di noi, di quelli che leggono questa riflessione, saranno vivi e mia figlia avrà trentacinque anni.
Stiamo andando pigramente verso la catastrofe seduti – ancora – in automobili che pesano mediamente una tonnellata e che usiamo per trasportare mediamente 100 chilogrammi di carne umana. L’automobile è ovviamente solo un esempio – importante – che dice una cosa importante: non è assolutamente vero che la lotta al cambiamento climatico viene da un sacrificio di una parte del nostro stile di vita, perché basterebbe essere “solo” essere un po’ più intelligenti per muoverci ugualmente e in maniera cento volte più efficiente. E quella ambientale è solo una di un certo numero di catastrofi (delle altre – possibile fine dell’EURO, terrorismo, privacy – stiamo perdendo il conto) verso le quali ci incamminiamo senza strategia.
Non siamo più capaci di vedere. Incapaci di vedere, di preoccuparci di cosa succede a qualche centinaia di chilometri dalle nostre coste fino a quando il problema non ci arriva in casa sotto forma di rifugiati. Ma incapaci anche di vedere ciò che sta per succedere tra pochi anni, di ciò che capiterà non ai nostri nipoti ma ai nostri figli. Miopia spaziale e temporale ed è questa la malattia profonda dell’Occidente che diventò tale esplorando conoscenza