Mi è difficile capire nel nome di cosa alcuni che vengono da una cultura che un tempo avremmo definito clericofascista o oscurantista e da un laicismo spinto possano ritrovarsi sulla stessa barricata. La barricata ovviamente è quella della critica a Jorge Mario Bergoglio. Ma la forza che li unisce qual è? Mi è venuto il sospetto, leggendo un articolo originante da questo curioso “fronte”, che la forza in oggetto sia quella del Vangelo. Infatti, questo articolo per spiegare dal punto di vista di un laico le critiche dei credenti al papa afferma che quello di Jorge Mario Bergoglio sarebbe un cristinesimo “annacquato”. Annacquato? Eh sì, perché per questo ircocervo l’essenza del cristianesimo sta nei divieti, per esempio nel divieto di divorziare, che Bergoglio annacquerebbe con Amoris Laetitia. Dunque il cristianesimo è una sequela di no: non divorziare, non usare anticoncezionali: “ama il prossimo tuo come te stesso” con il cristianesimo non c’entrerebbe niente? Se la forza del Vangelo viene sottratta a tanti dottrinalisti e messa in mano a chi veramente la sa riconoscere allora la situazione si fa pericolosa. Rileggendo il discorso delle beatitudini lo scandalo dell’uso della pillola, infatti, mi sembra meno rilevante rispetto al disinteresse per i poveri. Leggendo il discorso delle beatitudini, che dunque Jorge Mario Bergoglio annacquerebbe, sarebbe facile e normale continuare a creare Hotspot sul modello dei moderni luoghi di allevamento dei polli non a terra, così come ritenere nostri simili solo coloro che prediligono il nostro stilista preferito e non un altro.
La forza del Vangelo è la forza di chi sa dirci quale realmente essa sia. Sta qui il mistero del fronte dei critici di papa Francesco, arricchito della colonna laicista rispetto a quello che fece altrettanto contro Paolo VI, chiamato da alcuni Maolo VI. Anche lui dunque, come Francesco, era un comunista vestito di bianco! La novità che oggi non può essere ignorata è il convergere nel medesimo fronte di espressioni di quelli che potremmo chiamare “opposti estremismi”. Una convergenza che ci saremmo risparmiati volentieri, ma che ha una sua provvidenzialità, soprattutto per i laici, che ritengono spesso e volentieri la loro cultura immune da certe tendenze. Non è così, evidentemente. Ci voleva Jorge Mario Bergoglio per aiutarci a rendercene conto? Ma forse il merito non è suo, ma il demerito di manifestare un oscurantismo laico è figlio di questo tempo, visto che negli anni ’70 pochi esponenti di questo pensiero si schierarono apertamente contro il papa della Populorum Progressio. Un segno dei tempi da non sottovalutare?
Non ho mai creduto che i credenti siano tutti uguali, e che i cosiddetti laici siano tutti uguali, e l’agio con cui alcuni credenti si ritrovano con alcuni non credenti nello stesso fronte, e viceversa, lo conferma. Chi come me preferisce stare con Scalfari e Bergoglio, o con Bergoglio e Scalfari, sente nella loro amicizia una nuova amicizia che lo riguarda e che fa sperare tutti, credenti e non credenti.