Il vocabolario Treccani online riporta: bigiare v. tr. [etimo incerto] (io bìgio, ecc.), lomb., fam. – [non andare a scuola] ≈ fare filone, fare forca, fare fughino, fare fuoco, fare puffi, fare sega, grifare, limare, marinare (la scuola), salare, segare, svicolare. Un verbo che mi perseguita fin dai tempi lontani delle scuole superiori, perché non sono mai riuscito a perdere un giorno di scuola secondo le rigide procedure della bigiata. Mia madre, troppo comprensiva, messa al corrente del problema negli ultimi giorni prima della maturità, disse che comprendeva la situazione e mi incitò a marinare la scuola, rovinando così definitivamente la situazione perché la bigiata non prevede l’autorizzazione dei genitori.
L’angoscia per questa mancanza continua ad accompagnarmi e pensavo richiedesse una qualche pur tardiva risposta. Ho coltivato così il sogno dell’astensione alle recenti elezioni amministrative: per un verso le astensioni sono in continuo aumento e mi sarei così trovato in ampia compagnia, per altro gli amici mi avrebbero sentitamente disapprovato, evitando di creare la contraddittoria situazione degli ultimi giorni del liceo. Naturalmente cresceva il senso di colpa per il fatto di coltivare questo progetto, anche perché era evidente la complicità della pigrizia che invitava a non affrontare il viaggio in treno e una faticosa giornata nella città che mi ospitava una vita fa.
Ma domenica mattina la radio trasmette la dichiarazione di Franca Valeri – 95 anni – che dai dintorni del lago di Bracciano deve recarsi a Roma: Prendo il treno per votare, sono morti per questo diritto. Allora non si può scherzare; non ho fatto a tempo a conoscerne direttamente ma ho parlato con persone che avevano conosciuto alcuni di quelli che sono morti per conquistare quel diritto e non lo si può far diventare una sciocchezza come il marinare la scuola. Ho preso il treno e mi sono anche fatto male a un ginocchio che ora è gonfio; così alla fine della settimana prossima dovrò riprenderlo con qualche sofferenza che ora sento meritata.
Sia dunque ballòtta s. f. [voce di origine veneta, dim. di balla «palla»]. – Pallottola; in partic., quella usata un tempo nelle assemblee e nelle magistrature collegiali, per dare il voto. Se ricordiamo ancora qualche nome delle persone cui faceva riferimento Franca Valeri, non possiamo certo essere indifferenti di fronte alla probabile – purtroppo – vittoria, sia pure alle amministrative, di quanti invece ricordano forse con maggiore affetto quelli che non stavano dalla stessa parte.
L'ASINO DI BURIDANO
Se ti può consolare, anch’io non sono mai riuscito a fare fughino, come si diceva da noi. Anch’io sono andato a votare e ho votato scheda bianca, fantasticando sullo stupefacente risultato che si sarebbe ottenuto se tutti quelli che non sono andati a votare avessero fatto come me. Pensa a quale effetto dirompente avrebbero avuto le schede bianche se avessero superato i voti espressi per qualunque candidato ufficialmente in corsa … altro che fughino!