Apologo

19 Dicembre 2015

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Avere un praticello sotto casa in cui si svolgono disordinate partite di pallone tra gruppi di bambini è fonte continua di insegnamenti e osservazioni profonde di cui i piccoli giocatori sono generosi dispensatori.
L’altro giorno un biondino vagamente altezzoso giocava continuando a commentare le diverse fasi e, ogni volta che la palla era tra i piedi degli avversari, giudicava naturalmente falloso il comportamento dei diversi giocatori. Uno degli altri, più piccolo di lui, piuttosto affaticato e con il volto un po’ teso per la fatica e la tensione provocata dai continui commenti negativi, a un certo punto ha interrotto il gioco, gli si è parato davanti e ha emesso una sentenza che meriterebbe di essere immortalata nel bronzo: se vuoi stabilire tutte quelle regoline, allora devi essere arbitro. Fantastico. Chissà perché, crescendo, ci dimentichiamo di quanto eravamo saggi da piccoli.
Qualche giorno dopo la situazione si presenta più drammatica, perché nella squadra che sta perdendo milita anche il padrone del pallone e, come spesso accade in queste situazioni, arriva la minaccia di abbandono del campo con la conseguente sparizione dello strumento fondamentale per poter proseguire l’incontro. Il biondino della situazione, che continua a vantare la superiorità della propria squadra, lo affronta a muso duro e gli scandisce: non hai ancora imparato a perdere, ma uno degli avversari lo fulmina con una espressione che merita eterna memoria: qualche volta bisogna anche imparare a vincere.
Meriterebbe una laurea ad honorem, in Scienze politiche probabilmente o in Filosofia, prima che gli anni, che si accumuleranno anche per lui, gli facciano dimenticare tanta saggezza.
Buon Natale.