So perfettamente che il problema è quello degli anni che passano e fanno sì che ci si trovi circondati da coetanei sempre più anziani ognuno dei quali, per rispettare il destino così ben descritto dalle parole di Orazio, fa di tutto per essere difficilis, querulus, laudator temporis acti se puero, castigator censorque minorum (Ars poetica 173-74).
Quante volte bisogna sentire dire che i giovani d’oggi non sono più come quelli di una volta, che non hanno ideali, che pensano solo a se stessi e al loro incerto futuro individuale. La mia tabaccaia arriva persino a dire che, certo, dei terroristi non ha nostalgia, ma almeno loro lottavano per una causa. In nome della causa o delle cause, la mia generazione è anche arrivata a esaltare personaggi che poi si è scoperto essere oppressori e carnefici dei loro popoli e allora si potrebbe anche cercare di evitare di dire troppe sciocchezze.
Ho letto parte della lettera che Andrew Pochter ha scritto a un ragazzo di 12 anni che aveva conosciuto durante un campo estivo, al quale spiega i motivi per cui se n’è andato in Egitto. Andrew era americano, aveva studiato in Ohio e il suo amore per il Medio Oriente lo aveva portato lontano da casa, semplicemente per insegnare l’inglese a bambini di 7/8 anni. Non ha compiuto gesti eroici, forse non si può neppure dire che si sia sacrificato per una causa; è stato ucciso a 21 anni mentre assisteva agli scontri scoppiati ad Alessandria.
Ma quella sua lettera dà senso a tutta una vita e dimostra che – forse sì – i giovani d’oggi non sono più come quelli di una volta: alcuni sono migliori.
Non perdere mai la curiosità per le cose belle della vita. Continua a farti stupire dalle escursioni nei boschi, nei canyon, in montagna. Vai a pesca e vai a caccia. Esci dalla routine cittadina se puoi. Circondati di buoni amici che ti possano essere d’aiuto nei momenti di difficoltà. Innamorati. Fatti spezzare il cuore. E poi innamorati ancora. Respira ogni giorno la vita come se fosse la prima volta. Cerca qualcosa da amare e non smettere di farlo finché non trovi qualcos’altro per cui valga la pena vivere. Non incolpare gli altri per i loro errori. Ti rende più debole. Sei un uomo forte. Non ti fermare ad ascoltare chi ti critica negativamente. Parla con convinzione e credi in te stesso perché il tuo modo di essere è più importante di come ti hanno educato.
Non so se c’entra granché, ma mi viene in mente una canzone di Gaber, autore com’è noto spessissimo graffiante, in qualche maniera dunque querulus et difficilis; tuttavia mai e poi mai laudator temporis acti; e se castigator ac censor, non lo è certo nei confronti dei minores, semmai dei seniores, unici e veri responsabili del conformismo, imperante o strisciante; in questo caso Gaber mi sembra tanto poetico e struggente da risultare quasi irriconoscibile – il titolo è: Non insegnate ai bambini (giro giro tondo, cambia il mondo…) -.