Quell’impresa di Veltroni, che riuscì
con Ciampi al primo colpo

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Nel 1999 il segretario dei Democratici di Sinistra era Walter Veltroni, il capo del governo Massimo D’Alema e il leader dell’opposizione Silvio Berlusconi. Nel paese reale, che qualche volta si fa sentire, ma ha bisogno di essere sollecitato, cresceva la candidatura di Emma Bonino. Veltroni prese un’iniziativa tanto sorprendente quanto intelligente. Stilò dieci punti che delineavano in maniera chiara, esauriente e condivisibile le caratteristiche di un buon Presidente della Repubblica. A mio modo di vedere, quelle caratteristiche si attagliavano anche a Emma Bonino, certo più laica e con una storia più politica e persino più “europea” di Ciampi. Comunque, Veltroni riuscì nell’impresa di fare eleggere Ciampi al primo turno con il voto anche dei berlusconiani. Ciampi fu un Presidente non di parte, ma sostanzialmente privo di potere politico personale e, come avrebbe dimostrato, costretto a fare fin troppo affidamento sui suoi collaboratori.

Nel 2015, il segretario di un partito con una rappresentanza parlamentare gonfiata dal premio di maggioranza sta cercando un Presidente di garanzia, vale a dire che garantisca sia lui stesso sia Silvio Berlusconi (ma anche per mettere in riga la minoranza del Partito democratico). Non c’è metodo; non ci sono criteri. È in gioco il suo potere personale. Qualche gufo potrebbe (giustamente) aggiungere che sono in gioco la governabilità e la democraticità del sistema politico italiano.

 

 

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