La strettoia di un governo obbligato dalle circostanze, con una maggioranza «contro natura» che deve tenere insieme quel che «naturalmente» non si terrebbe mai, rende più difficile, tra le altre cose, ragionare serenamente sul futuro della sinistra italiana e del suo maggiore partito. La strada è stretta e da un momento all’altro gli equilibri potrebbero saltare. E anche gli incidenti di percorso rivelano non solo drammatiche cadute di stile e di responsabilità istituzionale – l’annunciato sciopero di protesta anti-giudici dei parlamentari Pdl, l’espulsione di Alma Shalabayeva, moglie dell’oppositore kazako Ablyazov, gli insulti animaleschi di un vicepresidente del Senato al Ministro Kyenge – ma anche distanze incolmabili tra le forze politiche italiane e tra le idee che lasciano immaginare circa il […]
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Qui tentiamo un’onesta
Solo retorica contro il leaderismo
Avanti con Renzi
Reset ha pensato di chiedere ad alcuni esponenti politici, professori, intellettuali di area democratica alcune opinioni per mettere a punto un piccolo “dossier sul Pd”, suggerendo loro una traccia di […]
Il civismo per ripartire
Ho letto con attenzione il documento Fare il Pd (il file in pdf). Molto mi convince e molto non mi persuade. Seguendo il ragionamento del testo, non mi convince la […]
Un congresso che si decide nelle sezioni (e al sud)
Non vorremmo che a Matteo Renzi succedesse quello che accadde ai successori di Cavour, morto per sua fortuna in tempo per non capire il cul-de-sac in cui si era cacciato. […]
Matteo ci vuole, ma non buttiamo via il partito
Il Pd è nato tardi. In condizioni di emergenza. In una situazione in cui si capiva che il governo Prodi del 2006 non funzionava. Che sarebbe caduto e che probabilmente […]
Da Bersani a Epifani: perché non è cambiato niente
Con l’ufficializzazione delle sue dimissioni in direzione nazionale – nonostante qualcuno, con il metodo abituale, gli chiedesse di ritirarle – Pierluigi Bersani si è guadagnato l’onore delle armi. E ha […]