Il “piano per tagliare debito e spesa” è il tema su cui apre il Corriere della Sera, dando conto dell’incontro di ieri del premier con i leader di Pdl ed Udc Alfano e Casini. “Beni di prestigio in vendita. Altri 13 miliardi dagli enti locali”. In evidenza anche due articoli sul finanziamento pubblico ai partiti (“Il dossier di Amato: meno soldi ai partiti e donazioni online”), e sulle difficoltà dell’economia italian (“I dati Mediobanca: fare impresa qui è poco conveniente”).
Il Sole 24 Ore si sofferma proprio sui dati Mediobanca: “Alle aziende sempre meno credito. L’allarme di Mediobanda: fare impresa in Italia è poco remunerativo, rende di più il Btp. Banca d’Italia: dopo il calo di maggio si accentua la contrazione dei prestiti (-1,5 per cento). Rallentano i finanziamenti alle famiglie”: In prima anche il richiamo di Giorgio Napolitano: “Assicurare ruolo delle Camere e governabilità”. Il nuovo richiamo del Quirinale riguarda il ricorso a decreti e voti di fiducia da parte del governo. E’ vero che viviamo in una fase di emergenza, ma occorre “vanno assicurati ruolo delle Camere e governabilità”, appunto.
La Repubblica dedica il titolo di apertura alle tasse, che “dilagano: “Tasse, allo Stato 8 miliardi in più”. “Imu, benzina e micro-imposte: entrate aumentate del 4,3 per cento. Ognuno di noi versa al fisco dieciassette euro ogni giorno”. E poi: “Monti prepara un piano taglia debito, tregua nella maggioranza”.
Da segnalare un richiamo in prima pagina ad una lunga intervista a Tony Blair,dedicata soprattutto all’Europa. L’intervista, copyright Die Zeit, è titolata: “Inammissibili questi spread, la Germania deve scegliere, offra aiuti in cambio di riforme”. “Blair: la Merkle ha coraggio, ora le grandi decisioni”. Secondo Blair l’Ue dovrà affrontare una “ristrutturazione politica di vasta portata. E il mio timore è che la Gran Bretagna decida con un referendum di chiamarsi fuori per non risentire dei cambiamenti”.
In prima pagina sul quotidiano romano anche una corrispondenza da Pechino sul processo a Gu Kailai, la moglie di Bo Xilai, accusata di aver ordinato l’omicidio di un “faccendiere britannico”. “Cina, il Grande Processo e un nuovo potere rosso”-
Il Foglio dedica il titolo di apertura alla storia della banca britannica accusata di fare affari con l’Iran: “Prestiti canaglia all’Iran. Il blitz di New York alla banca inglese scatena la rappresaglia della city. ‘Avete un pregiudizio contro di noi’, si lamenta Londra. Tesoro americano e Fed sono stati avvertiti all’ultimo” della iniziativa giudiziaria di un dipartimento dei servizi finanziari di New York. Di spalla la politica interna: “Monti incontra Alfano (e Casini). Parte il fronte ‘tutti contro il debito'”. In prima anche un articolo dedicato alPd: “No agenda Monti, ecco il Pd”. Si dà la parola al “braccio destro di Bersani, Fassina”, che “elenca dieci comandamenti per governare l’Italia e ci dice che non è più tempo di tecnocrati”.
Le prime pagine di Libero e Giornale sono dedicate ai risparmiatori: “Come difendersi in Borsa, i consigli degli esperti”, per Libero, e “Come guadagnare con i titoli di Stato” per Il Giornale.
Libero offre anche una intervista a Guido Bertolaso, che la scorsa settimana era stato intervistato da Il Fatto quotidiano. Si torna a parlare delle intercettazioni telefoniche di sue conversazioni che il quotidiano La Repubblica avrebbe, e che non pubblicherebbe: “Repubblica nasconde la verità ai lettori. Occultate le telefonate in cui la cricca tramava contro di me”.
Su tutte le prime pagine la foto di Alex Schwazer, l’atleta che ha confessato di aver usato farmaci dopanti. “Ha sbagliato, ora lasciatelo vivere”, scrive Vittorio Feltri. Massimo Gramellini (“Tra la testa e il cuore”) scrive della “scissione” avvenuta in ogni spettatore, tra la “umana simpatia” per l’atleta e la perplessità sulla versione da lui fornita.
Da segnalare un articolo di Ian Buruma, sul Corriere della Sera, dedicato alle elezioni Usa (“Il dilemma del busto di Churchill (per ora) fuori dallo studio ovale”, dove si parla della origine “anglosassone” degli Stati Uniti, del “rapporto speciale” con Londra, di Romney e di Obama.