Il Corriere della Sera: “La giustizia agita ancora il Pd”, “Arrestato il sindaco di Lodi, Guerini lo difende. Il governo: processi, tempi certi”, “I Cinque Stelle bloccano il consiglio regionale lombardo per il ritorno di Mantovani (FI)”.
Sull’arresto del sindaco di Lodi il “retroscena” di Marco Galluzzo: “Renzi e la tutela del partito: nessuna questione morale”.
Ai rapporti tra politica e magistratura è dedicato l’editoriale di Michele Ainis: “I dannosi scambi di ruolo”.
A centro pagina: “La Ue: l’Italia crescerà meno. Ecco il decreto sulle banche”, “Giù le Borse. Sofferenze e rimborsi: le nuove regole”. Di fianco, un’analisi di Federico Fubini: “L’euro è forte. e non aiuta”.
Sulla colonna a destra: “L’idea di tassare dli stranieri che arrivano in Europa”, “Bruxelles: 50 euro a testa”. Ne scrive Fiorenza Sarzanini.
A fondo pagina: “E l’Egitto cercò di spiare il pc di Regeni”, “Svelata una mail del ministero dell’Interno del Cairo: ordinava ‘riservatezza sul caso'”. Se ne occupa Giovanni Bianconi.
Nel box delle idee&inchieste: un’intervista al segretario di Stato Vaticano Parolin (“La Chiesa e la Cina, segnali promettenti”) e una corrispondenza di Fabio Cavalera da Londra, dove domani si voterà per il sindaco: “Khan, il musulmano alla scalata di Londra”.
In prima anche la ricorrenza dei quarant’anni dal terremoto del Friuli: “Quella lezione (ancora attuale) data dal Friuli sul terremoto”, di Gian Antonio Stella.
La Repubblica: “Lodi, in carcere sindaco pd. ‘E’ l’assedio dei magistrati'”, “‘Appalto pilotato per le piscine’. I dem: arresto sproporzionato”.
Su questa vicenda un commento di Gianluca Di Feo: “Quelle manette a tutti i costi”.
In apertura a sinistra: “Migranti, la Ue apre all’Italia: ‘Chi li rifiuta dovrà pagare'”, “Il vicepresidente Timmermans: ‘Sostengo il piano di Renzi’. Bruxelles avverte: la ripresa frena”.
Alla Siria è dedicata un’analisi di Bernardo Valli: “I segreti nascosti nel labirinto di Aleppo”.
A centro pagina figura la foto di una banconota da 500 euro: “La banconota dei desideri che non vedremo mai più”, “Addio alle 500 euro per combattere criminalità e riciclaggio”. Ne scrive Giancarlo De Cataldo.
Di spalla a destra: “Rette record e posti vuoti, grande fuga dagli asili”, “Crolano le iscrizioni nelle strutture pubbliche, a casa 4 bimbi su cinque”. E un’analisi di Alessandro Rosina sulla conciliazione tra lavoro e famiglia: “Come investire nel futuro”.
A fondo pagina un intervento di Carlo Petrini sul TTIP: “Perché io difendo la democrazia del cibo”, “TTIP, la Francia si ribella”.
La Stampa ha in prima la foto di migranti a bordi di una nave della Guardia costiera nel porto di Lampedusa: “Turchia, via i visti per entrare nell’Ue”, “Allarme del ministro Padoan: mai come oggi l’Unione è a rischio”. E il racconto dell’inviato a Lampedusa Niccolò Zancan: “Lampedusa sotto esame. Così gli alleati ci controllano”.
In apertura a sinistra: “Sindaco in manette un mese dal voto. Scatta l’allarme Pd”, “L’arresto ieri a Lodi per turbativa d’asta”, “Il silenzio di Renzi, ma il partito definisce l’arresto ‘fatto abnorme'”.
A questo tema è dedicato l’editoriale di Marcello Sorgi: “Un’emergenza da affrontare senza ritardi”.
Sulla colonna a destra, intervista al magistrato che ha chiesto alla Cassazione l’assoluzione di Roman Ostriakov, l’ucraino che era stato condannato dalla Corte d’Appello di Genova a sei mesi per furto, Antonio Lucisano: “‘Vi spiego perché ho fatto assolvere chi ruba per fame'”.
“Il caso” raccontato da Fabrizio Assandri: “Beni culturali, arrivano i corsi per immigrati”, “Da Torino a Venezia: così tuteleranno i loro tesori”.
In prima anche la nuova legge contro il consumo di suolo: “Basta nuove case, ‘Rifare le vecchie'”, “Verso l’ok alla nuova legge contro il consumo di suolo” (è in discussione in questi giorni alla Camera, ndr.).
Il Fatto: “In galera un altro futuro senatore: il sindaco di Lodi”, “Manette al Pd. Arrestato per turbativa d’asta Simone Uggetti, erede di Guerini”, “L’accusa: ‘Truccava gli appalti’. Il n.2 dem: ‘Persona limpida’. Catturato mentre cancellava prove dal pc”.
Il quotidiano torna sul caso sollevato ieri a proposito della nomina del comandante della Guardia di Finanza Giorgio Toschi: “Toschi doppio scandalo. Non è vero (come dice Renzi) che dura 2 anni”.
A questo è dedicato l’editoriale del direttore Marco Travaglio: “Toschi&toscani”.
A centro pagina, sull’Egitto: “‘Ecco i nostri desaparecidos’. E Al-Sisi cala il bavaglio su Regeni”. Con un reportage dal Cairo di Pierfrancesco Curzi.
Libero: “Un arresto al giorno leva Renzi di torno”, “Bufera giudiziaria sul Pd”, “Finisce in manette anche il sindaco di Lodi, renzianissimo e molto vicino al vicesegretario del partito Guerini. Brutto colpo dopo Potenza e Napoli: a Palazzo Chigi sale il nervosismo”, “Tra io Democratici 110 indagati: ecco chi sono e di cosa sono accusati”.
“Si ode a sinistra un tintinnìo di manette” è l’incipit dell’editoriale del direttore Maurizio Belpietro.
Più in basso, con foto di Gianni Zonin: “Zonin, lei è ricco. Restituisca i soldi a chi ha rovinato”, “Popolare Vicenza, l’appello”.
A centro pagina: “‘Io islamica dico: via gli imam dell’odio'”, “Sconcerto anche tra i musulmani dopo il servizio delle ‘Iene'”. Ne scrive Francesco Borgonovo.
Di spalla a destra, sui dati Eurostat: “Alla faccia del Jobs Act. Sull’occupazione solo la Grecia è peggio”, scrive Franco Bechis.
Sul referendum sulle riforme costituzionali: “E Napolitano continua a tessere la sua tela a favore degli eurocrati”, di Gianluigi Paragone.
Intanto sono arrivati i dati delle primarie nello Stato dell’Indiana. Sul fronte repubblicano Donald Trump ha ottenuto il 53,3% dei voti; Ted Cruz si è fermato al 36,6% ed ha deciso di abbandonare la competizione. Kasich ha ottenuto il 7,6%. Per quel che riguarda il campo democratico, Hillary Clinton è stata battuta da Bernie Sanders, che ha vinto le primarie con il 52,5%. Clinton al 47,5%.
Il New York Times titola: “E’ il G.O.P. di Trump ora che Cruz lascia. Sanders recupera vincendo su Clinton”.
Su Le Monde: “Primarie americane: la battaglia perduta dell’ultraconservatore Ted Cruz”.
Arresti, Pd, politica
Simone Uggetti, sindaco Pd di Lodi, è stato arrestato ieri con l’accusa di turbativa d’asta. E’ stato per due volte assessore ai tempi in cui sindaco della città era Lorenzo Guerini, ora vicesegretario Pd. La vicenda, come spiega il Corriere con un articolo di Cesare Giuzzi, è legata al bando per la gestione di due piscine comunali. Un affare da 100 mila euro l’anno. Secondo l’accusa si sarebbe trattato di una gara “cucita” su misura per favorire due società amiche. La turbativa d’asta sarebbe stata scoperta grazie all’esposto di una dipendente del Comune che avrebbe denunciato di aver subito pressioni da Uggetti. E’ stato arrestato anche l’avvocato Cristiano Marini, consigliere della municipalizzata Astem e dello Sporting Lodi, la società che si è aggiudicata la gara lo scorso 2 aprile. Secondo i pm sarebbe stato il duo Uggetti-Marini a confezionare requisiti “specifici” per il bando che avrebbero permesso di sbaragliare la concorrenza. Secondo l’accusa avrebbero tentato di cancellare le prove. In basso, “le carte”: “‘Formattiamo?’. Le manovre per cancellare le prove dal pc”.
In un commento in prima su La Repubblica dal titolo “Quelle manette a tutti i costi” Gianluca Di Feo ricorda che Uggetti è un astro nascente del Pd lombardo e fino al 2013 è stato il braccio destro del portavoce del partito, Lorenzo Guerini. Ma “quale è il merito dell’inchiesta?”, si chiede Di Feo. “La gestione estiva di due piscine comunali, per le quali era previsto inizialmente il pagamento di 4000 euro l’anno. Il bando di gara viene alterato non per arricchire imprenditori privati ma per favorire una società municipalizzata e affidare gli impianti a un’altra società di cui il Comune possiede il 45 per cento delle azioni. Il professionista arrestato come complice è, per l’appunto, consigliere della municipalizzata, che si occupa pure di verde pubblico, riscaldamento e riscossione dei tributi. Nell’imporre la modifica dei requisiti d’appalto, Uggetti introduce norme che favoriscono chi opera a Lodi, riducendo pure gli impegni economici per la ristrutturazione e abolendo i 4000 euro di canone. ‘Ricavare per sé vantaggi di consenso politico-elettorale’. Che sembrano nascere dal sostegno degli iscritti alle società sportive, di chi fa sport e usufruisce della piscina che -stando al prezzario di quest’estate- offre nuoto e palestra a 30 euro al mese”. Il giudice ha poi, secondo Di Feo, anticipato esplicitamente la sentenza, negando che ci possano essere “in un’ottica prognostica” attenuanti. E sancisce che: “la personalità negativa dei due imputati porta a ritenere con decisa verosimiglianza che gli stessi abbiano potuto sistematicamente gestire la cosa pubblica con modalità illecita”. Ma le conclusioni del magistrato vanno oltre, scrive ancora Di Feo, visto che teorizzano che per un politico o per un avvocato possa esserci solo l’arresto in carcere: “non è sufficiente sospendere il sindaco dall’incarico, interdire il legale o mandare entrambi ai domiciliari perché ‘la conoscenza che hanno degli strumenti investigativi, per il ruolo politico sociale rivestito dall’Uggetti e per le cognizioni tecniche proprie del Marini, quale avvocato’, impongono la prigione”. E il gip va oltre escludendo persino la custodia a casa con il braccialetto elettronico perché con l’attuale progresso tecnologico “è impossibile monitorare e controllare gli indagati sottoposti agli arresti domiciliari”, come ha scritto.
A pagina 3: “Il Pd e la paura dell’assedio: ‘Un arresto sproporzionato'”: è il “retroscena” di Goffredo De Marchis. Poi, a pagina 4, “le carte” dell’inchiesta: “La funzionaria che ha denunciato: ‘Mi disse: tiriamo dentro tua sorella’”, “Le insistenze per modificare il bando, la promessa di farla entrare nell’affare. ‘Lui sempre più pressante, io nel panico. Così mi sono portata dietro un registratore'”.
Su Il Fatto, pagina 2, a firma di Davide Milosa, inviato a Lodi: “Lodi, il tuffo del sindaco dem: ‘Autoritario e intimidatorio'”, “Dal municipio a San Vittore, arrestato per due piscine, accusato di turbativa d’asta. Il gip: ‘Spregiudicato, voleva affidare i lavori senza gara’”. A pagina 3 un articolo di Gianni Barbacetto: “Questione morale Pd. I conti non tornano nel feudo di Guerini”, “Il terzo impianto, sul quale indagano i giudici contabili, fu voluto dall’amministrazione dell’attuale numero 2 di Renzi”.
Su La Stampa, pagina 2: “Appalti su misura a Lodi. Un altro sindaco Pd in manette”, “Uggetti, successore di Guerini, arrestato per turbativa d’asta. Il giudice: ‘Cosa pubblica gestita in maniera arbitraria e prepotente'”. Ne scrive Fabio Poletti da Milano. e in basso il “retroscena” di Paolo Colonnello: “Il primo cittadino intercettato: ‘Dobbiamo formattare il computer'”, “Le conversazioni con l’amico avvocato per ‘aggiustare’ la gara”.
A pagina 3: “‘Un provvedimento abnorme’. La rabbia del partito assediato”, “Orfini: monitorare i circoli. Renzi: i giudici facciano presto”. E il quotidiano intervista Emanuele Fiano, deputato Pd: “‘Nessuna questione morale, solo colpe dei singoli. Fatto tanto contro i corrotti'”, “Fiano: abbiamo creato noi l’Agenzia di Cantone”.
Egitto e caso Regeni
Su La Repubblica: “Regeni, mail violata. Piano anti-stampa, la gaffe del Cairo”, “Un mese dopo la scomparsa, forzato l’account del ricercatore. La stretta di Al Sisi sui giornalisti”. Giuliano Foschini racconta la “gaffe” del governo egiziano: il ministero degli Interni ha diffuso per errore una mail interna nella quale si segnalava un “obbligo di non pubblicazione da parte del procuratore generale egiziano sulle indagini nel caso del dottorando Giulio Regeni”.
Su La Stampa: “Il piano dell’Egitto contro la stampa: ‘Bisogna censurare il caso Regeni'”, “La rivelazione nelle email riservate del ministero dell’Interno inviate per sbaglio”. Ne scrive Rola Scolari.
Su Il Fatto: “L’Egitto nel pallone: pubblico il piano segreto di censura”, “Il ministero dell’Interno pronto a soffocare le voci critiche, anche sul caso del ricercatore” Giulio Regeni. E il reportage di Piefrancesco Curzi dal Cairo: “Nel carcere tra le Piramidi. ‘Per noi l’anno è orribile'”, “Gli attivisti per i diritti umani denunciano numeri record di arresti e torture: 20 mila imprigionati in due anni di presidenza Al-Sisi”.
Sul Corriere un articolo di Giovanni Bianconi: “Regeni, violata la sua email dall’Egitto”, “Un mese dopo la morte, misteriosa intrusione del profilo su Google. Il Cairo ha sempre negato di aver forzato gli account. Gli inquirenti italiani chiedono aiuto alla società californiana”.
Ue, migranti
Sul Corriere a pagina 11: “Tassa per gli stranieri che entrano in Europa. L’ipotesi per finanziare il Migration Compact”. Scrive Fiorenza Sarzanini che una delle soluzioni che l’Ue sta studiando per affrontare l’emergenza legata ai flussi migratori è quella di una tassa da cinquanta euro per gli stranieri che entrano in Europa per turismo o per lavoro. Servirebbe anche a sostenere il Migration Compact proposto dal governo italiano per mettere in piedi un sistema articolato di aiuti agli Stati africani da cui partono i migranti. L’ipotesi sarebbe allo studio si specialisti finanziari della Commissione Ue e prevede il rilascio di un “visto2 per i cittadini residenti negli altri continenti che potrebbe essere pagato all’ingresso o, in alternativa, un contributo di dieci euro sul biglietto aereo.
A pagina 10: “Abolizione dei visti per i cittadini turchi. Bruxelles si muove”, “Oggi la raccomandazione della Commissione”, “Il Parlamento turco sta approvando a ritmi serrati le leggi richieste dall’Unione europea”, scrive Ivo Caizzi.
La Repubblica intervista il vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans: “O si accoglie o si paga, così la Commissione vuole il nuovo asilo nei Paesi d’Europa”, “La nostra proposta sarà che chi non vuole o non può dimostrare solidarietà accogliendo la sua parte di rifugiati, aiuti i Paesi che dovranno ospitarli con un pacchetto finanziario che ne faciliti l’accoglienza”.
Il prossimo sindaco di Londra
Sul Corriere Fabio Cavalera da Londra: “Un musulmano per Londra: Khan verso la vittoria”. Domani si elegge il nuovo sindaco e Sadikq Khan, laburista, islamico, di origini pachistane. ha buone possibilità di vincere . Il suo avversario è il tory antieuropeista Zac Goldsmith. Scrive Cavalera che l’ultimo appello di Khan è stato rivolto al leader del suo partito: “‘Caro Corbyn, metti un freno all’antisemitismo’”. E’ infatti scoppiata una bagarre in casa laburista per le irritanti dichiarazioni antiebraiche di alcuni esponenti del partito, a cominciare dall’ex primo cittadino londinese Ken “il rosso” (Ken Livingstone). L’ultimo censimento ha registrato che vivono e lavorano a Londra 150 mila ebrei britannici, il cui appoggio può essere determinante per restituire la città ai laburisti. Si contrappongono quindi un europeista convinto come Khan ad un ultrà dell’antieuropeismo come Zac Goldsmith, ovvero un ex immigrato povero a un miliardario uscito dal collegio di Eton, rampollo di una famiglia potente e imparentata con i Rotschild; ovvero un musulmano che difende gli ebrei a un ebreo che difende i Sikh e gli Hindu cercando di fare leva sul loro risentimento antimusulmano; ovvero un uomo di sinistra moderata a un uomo di destra che è però uno scatenato ecologista.
TTIP
“La Francia dice no al TTIP di Obama”, scrive su La Stampa Leonardo Martinelli, sottolineando come il presidente Hollande, notoriamente indeciso e sfuggente, abbia parlato chiaro e tondo: sul TTIP, il Trattato Transatlantico sul commercio e gli investimenti “allo stato attuale del negoziato, la Francia dice no”, perché “non siamo per un libero scambio senza regole. Mai accetteremo di mettere in discussione dei principi essenziali per la nostra agricoltura, la nostra cultura, per la reciprocità all’accesso dei mercati pubblici”. Le malelingue, scrive Martinelli, hanno sottolineato che il presidente, ai minimi della sua popolarità, ha voluto cavalcare lo scetticismo dell’opinione pubblica francese nei confronti di quel progetto che sta tanto a cuore a Obama. E l’ha fatto nello stesso giorno in cui la legge El Khomri, contestatissima, sulla riforma del mercato del lavoro, iniziava il suo iter parlamentare. Sì, forse per distogliere un po’ l’attenzione. Ha preso quindi le distanze dalla cancelliera tedesca Merkel, che sul trattato di libero scambio è più possibilista. Il sottosegretario al commercio estero Matthias Fekl ha spiegato: “Vogliamo difendere l’agricoltura e le indicazioni geografiche”, mentre i negoziatori statunitensi stanno cercando di limitare la valenza dei marchi Igp e Doc. “E vogliamo che le nostre piccole imprese -ha aggiunto- abbiano accesso al mercato nordamericano”. Washington, scrive Martinelli, è pronta a riconoscere l’accesso libero alle sue gare d’appalto ma senza derogare alla legge “buy american”, per cui il 50% dei prodotti utilizzati devono essere Made in Usa. Il fervore di Hollande è stato alimentato dai leaks pubblicati da Greenpeace nei giorni scorsi: documenti confidenziali che indicherebbero la volontà degli sherpa statunitensi di mettere a rischio gli standard europei su salute e ambiente.
Su La Repubblica: “Holande: ‘La Francia dice no al TTip'”, “Affondo del presidente dopo le rivelazioni di Greenpeace. Duro anche il ministro del Commercio estero. Ma Obama sul ‘Washington Post’: ‘Dobbiamo impedire che sia la Cina a scrivere le regole dell’economia’”. E sulla stessa pagina un intervento di Carlo Petrini: “Consumatori e cittadini, un impegno comune per difendere la democrazia del cibo”.