Renzi: se perdo il referendum me ne vado

La Repubblica: “Renzi scommette sulle riforme: ‘Se perdo vado via’”, “’Il referendum sarà decisivo. Avanti sulle unioni civili’. Nuovo caso tra i 5Stelle: ‘Espelliamo il sindaco di Gela’”.
Alla conferenza stampa del presidente del Consiglio e alle sue dichiarazioni è dedicata la rubrica “Il punto” di Stefano Folli: “La strategia del plebiscito”.
E Goffredo De Marchis, ancora sulla conferenza stampa: “E tra le slide spunta il gufo a fumetti”.
In prima una foto di Milano, al terzo giorno di blocco delle auto: “La città nella morsa dello smog, il blocco del traffico è un flop”.
“La battaglia dell’aria” è il titolo di un commento dello storico della scienza Pascal Acot.
Sulla politica internazionale, a centro pagina: “Is, l’attentato di Capodanno, ‘Volevano colpire a Bruxelles’”, “Raid in Siria, uccisa la mente del Bataclan”.
A fondo pagina: “La maledizione del vecchio Das: ‘Era nociva la creta dei bimbi’”.
Lo speciale di R2 è dedicato all’anno che verrà (Dall’America dopo Obama di cui scrive Vittorio Zucconi al “nemico dell’Occidente”, tra Isis e populismo di Bernardo Valli, passando per “la società che non t’aspetti” di Ilvo Diamanti).
In prima su La Repubblica anche un articolo di Federico Rampini: “La resa di Apple, 318 milioni di tasse in Italia”. Una notizia “clamorosa” perché “è lo Stato italiano a vincere una battaglia che crea un precedente internazionale”. Apple ha accettato di pagare questa multa, che sanziona una elusione fiscale che “è una piaga planetaria”.

La Stampa: “Renzi: sul referendum mi gioco tutto”, “’Se perdo la sfida sulla riforma del Senato considero fallita la mia esperienza’”, “Il premier fa il bilancio del 2015: ‘Meglio del previsto’. Domani primo discorso di Mattarella: punterà sull’orgoglio di sentirsi italiani”.
Al presidente del Consiglio è dedicato l’editoriale di Federico Geremicca: I conti in attivo insidiati dal populismo”.
Poi una retrospettiva sul 2015 e “I dodici volti che hanno deciso la politica” italiana, di Mattia Feltri.
E un intervento di Alberto Mingardi: “Come garantire un reddito per tutti”.
Ancora sulla politica italiana, sulla colonna a destra, il dibattito dopo l’intervista del quotidiano al ministro del Lavoro Giuliano Poletti: Nuovo part-time. Dubbi di imprese e sindacati”.
A centro pagina, foto di Donald Trump: “Trump, lo scorretto che piace”, “Usa, il candidato repubblicano cresce nei sondaggi: è popolare come il Papa”. Ne scrive Francesco Semprini.
E Massimiliano Panarari firma un’analisi dal titolo: “L’irresistibile fascino dell’insulto”.
Ancora a centro pagina: “Uccisa in Siria la mente della strage al Bataclan”, “Era amico dei kamikaze di Parigi”. Poi le notizie dal Belgio: “Preparavano un attacco a Bruxelles: fermati due jihadisti”.
Sulla politica internazionale, da segnalare anche un articolo di Luigi Grassia sull’Arabia saudita: “Deficit record per la guerra del petrolio”, “Riad consuma tutte le risorse finanziarie per far fallire le società americane di shale oil”.
E sul 2016, una pagina sulle “storie dimenticate”: “Yemen, Farc e Brasile: sarà un’altra Storia”, “Gli eventi ora meno forti sul piano mediatico potranno incidere di più l’anno prossimo”.

Il Corriere della sera: “Renzi: le riforme o fallisco”. “Il premier punta tutto sul referendum costituzionale. ‘L’Italia è stabile'”. “Il bilancio e l’annuncio: non ci sarà mai un rimpasto. ‘Nel 2018 il Pd vince al primo turno'”.
A centro pagina: “Raid Usa su Siria e Iraq, uccisi anche leader legati alle stragi di Parigi”. E poi: “La fatwa del Califfato che schiavizza le donne”.
Sull’inquinamento: “Smog ancora alto. ‘Limite a 30 all’ora per le auto in città”.
L’editoriale è firmato da Ernesto Galli della Loggia: “Università, il declino da fermare”.
A fondo pagina: “Sarà l’anno dell’addio alla password? Il nuovo accesso ai dati: notifiche sul telefonino, impronte digitali e perfino pillole connesse”.

Il Giornale: “Renzi solo chiacchiere e distintivo”, “Si vanta di risultati immaginari, occulta i flop del governo. E attacca la stampa che lo critica”.
E poi: “Il premier affida la campagna libica a Carrai”.
A centro pagina: “Nel giorno del blocco aumenta lo smog. Lo stop è un fallimento”.
In evidenza anche un articolo sulla vicenda delle 4 banche: “Salvato il Pm, non il padre della Boschi. C’è fretta di chiudere l’indagine, ma il papà del ministro può ancora essere indagato”.
A fondo pagina: “Sventata in Belgio la strage di Capodanno. Ucciso in Siria un attentatore di Parigi”.

Il Manifesto, con foto di Matteo Renzi: “Quo vado?” (Esce oggi il film di Checco Zalone che porta questo titolo, ndr.), “’Sono l’uomo politico più votato d’Europa’, ‘L’Italia va meglio dell’Eurozona’ e ‘alle prossime elezioni vinco io al primo turno’. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, con i gufi disegnate nelle slide e lo spauracchio del populismo, chiude l’anno in diretta tv con una conferenza stampa di autocelebrazione”.
Massimo Villone firma l’editoriale sulle riforme: “Il referendum plebiscito”.
E Alfonso Gianni, sul lavoro: “I numeri non sono un’opinione”.
Sulla colonna a destra: “La campagna amica pro-trivelle e il dietrofront del Pd di Reggio Emilia sull’acqua pubblica. Questo governo non è un bell’ambiente”. Ne scrivono Antonio Placido, Riccardo Petrella, Carla Ruffini.
Sul caso smog: “Milano, smog invariato. Oggi Galletti vede città e regioni”.
E Paolo Berdini firma un commento: “L’Italia fermata dallo smog”.
Sulla politica internazionale, la Spagna: “Il Psoe chiude a Podemos. Catalogna, Cup divisa su Mas”.
E una foto del regista siriano Naji Jerf: “Naji Jerf ucciso dall’Is in silenzio e in Turchia”.
Il quotidiano preannuncia che domani sarà in edicola con una edizione di fine anno: interviste, foto e analisi sugli eventi che hanno cambiato il mondo, con le voci di Susanna Camusso, Dario Fo, Alain Gresh, Esteban Morales, Moni Ovadia, Carlo Petrini, Stefano Rodotà, Luis Sepùlveda.

Il Sole 24 ore: “Renzi: il sistema italiano delle banche è solido”. “‘Chi è stato truffato sarà rimborsato, semplificare i prospetti'”. “Il premier: vado a casa se perdo il referendum sulle riforme”. “‘La Ue dirà ok alla flessibilità'”.
Di spalla: “Belgio, due jihadisti arrestati, preparavano attentati a Capodanno”. “Marocchino estremista espulso a Padova”. “Raid Usa uccidono dieci leader Isis”.
Sull’inquinamento: “Smog, piano del governo: bus e limiti per riscaldamenti e velocità delle auto”.

Renzi

La Stampa, pagina 2: “Renzi: se perdo il referendum fallisce la mia esperienza politica”, “Il premier alla conferenza di fine anno: in ogni caso quello a Palazzo Chigi sarà il mio ultimo ruolo pubblico. E per il 2016 promette: ‘Sarà l’anno dei valori’”. E’ Francesca Schianchi a dar conto della conferenza stampa di ieri.
Fabio Martini, a pagina 4, dedica un’analisi alle parole pronunciate da Renzi sul referendum sule riforme costituzionali (“Se lo perdo, considero fallita la mia esperienza politica”): “La mossa d’azzardo del premier: attacco diretto al fronte del ‘No’”, “Trasforma il referendum sulla riforma in un plebiscito su se stesso per battere avversari in vantaggio sulla carta”.
E Carlo Bertini, sulla stessa pagina: “Il primo scoglio sono le unioni civili, con l’adozione dei figli del partner”, “Il provvedimento in agenda a gennaio”.
Inizia in prima un lungo editoriale di Federico Geremicca: “i conti in attivo insidiati dal populismo”. Perché secondo Geremicca nella lunga conferenza stampa ieri “un errore Renzi l’ha commesso”, quando ha suggerito il titolo da dare alla sua esposizione, ovvero “In Italia politica batte populismo 4 a 0”. Scrive Geremicca: “non soltanto non è così, ma la piccola bugia forse addirittura rivela quella che è divenata, da un paio di mesi a questa parte, la principale preoccupazione del premier: la difficoltà, nonostante le cose fatte, ad arginare l’impetuosa avanzata di quelli che spesso definisce populismi irresponsabili”. Se le cose stessero come dice il premier non avremmo sondaggi che danno il 40% a chi dice che andrà a votare schierato con Grillo o Salvini e il paese non rischierebbe di vedere la propria capitale governata “da un Movimento dichiaratamente antisistema”.
Il Manifesto, pagina 2: “Niente botto a fine anno”, “’Referendum a ottobre, se perdo ho fallito’. ‘Sono il leader più votato d’Europa’, e se le amministrative non buttano bene, fa nulla, ‘lì si elegge il sindaco’. Parte la rincorsa verso il quesito istituzionale”. E’ Daniela Preziosi a raccontare il “Renzisciò”, il “monologo di 26 minuti” con le slide con i gufi disegnati come un fumetto, cui sono poi seguite le domande. Poi un riquadro a parte per le parole del presidente-premier sulle elezioni amministrative (“Il Pd ha espresso la disponibilità in tutte le sedi a fare coalizioni, dopodiché le alleanze si fanno in due”, “se non siamo corrisposti dobbiamo prendere atto”, ha detto Renzi, ndr.): “’Sel rompe? Per questo il Pd da noi è il più grande partito’”.
E un intervento di Massimo Villone: “La stagione del populismo referendario”, “Il premier vanta il ‘capolavoro parlamentare’, celebra l’uomo solo al comando e tace le fragilità di un sistema drogato dal maggioritario”.
A pagina 3, a proposito del lavoro nel nostro Paese: “I veri gufi per l’inconscio renziano restano i dati”, “Tra gli under 35 ci sono 300mila disoccupati in più”, scrive Roberto Ciccarelli, secondo cui la “strategia” dell’esecutivo è “spremere i dipendenti, moltiplicare il precariato tra giovani”.
E ancora sul mercato del lavoro, Alfonso Gianni: “I numeri del precariato e dei bassi salari”, “1994-2014: il salario medio di un dipendente privato ha perso 3 punti percentuali, nell’Eurozona in media ne ha guadagnati 15”.
La Repubblica, pagina 2: “La scommessa di Renzi: ‘Se perdo il referendum avrò fallito e andrò via’”, “Il bilancio della conferenza stampa di fine anno, ‘Basta pensioni d’oro. Pronti i ricorsi all’Ue sul credito’”. Alla cronaca della conferenza stampa di Giovanna Casadio si affianca una disamina delle parole del presidente del Consiglio sui singoli temi: “Dall’Europa alle banche, dalla scuola al terrorismo: dietro alle parole del presidente del Consiglio”.
A pagina 4, il “retroscena” di Goffredo De Marchis: “Unioni civili, le mosse del Pd, ‘Ci saranno anche le adozioni’”. E sulla stessa pagina, Alessandra Longo racconta: “E Matteo rispolvera le slide e i ‘gufetti’ per rispondere ai critici”.
La rubrica “Il punto” di Stefano Folli: “La strategia del plebiscito”, “Con il referendum si va oltre il cabotaggio quotidiano e le beghe partitiche”.
Sul Corriere Pierluigi Battista si sofferma sulle “parole che raccontano il premier”: “I gufi, i sindacati e tutti gli altri nemici”. Si ricorda anche la battuta sui giornalisti e il loro ordine professionale. Battista scrive che rispetto alla conferenza stampa dello scorso anno da parte del presidente del consigli ci sono stati “meno sorrisi, meno complicità con i giornalisti amicalmente chiamati per nome” e “più circospezione”, “più sospetto addirittura. Sembrerebbe un Renzi un po’ preoccupato. Ma forse sarebbe da gufi sottolinearlo”.

Centrodestra

Sul Giornale: “Berlusconi attacca e chiede le elezioni. ‘Renzi è abusivo’. Il Cavaliere dà la carica ai suoi. ‘Ora torno in campo per rifare il miracolo. Senza di me Forza Italia muore'”. Ieri Berlusconi era in un hotel di Nola anche per “incoronare” il candidato del centrodestra alle prossime comunali di Napoli, Gianni Lettieri.
Il Sole 24 ore: “Berluscon in campo per vincere. Attacco al M5S: Senza di noi Italia in mano a incapaci”. “Gli auguri a Lettieri in corsa per Napoli”. Si parla anche di “tempi lunghi” per individuare le candidature del centrodestra a Milano, Torino, Bologna. “La partita delle alleanze con Salvini e Meloni”.
Da segnalare sul Corriere una intervista a Mara Carfagna: “I moderati si uniscano. Io al posto di Brunetta? Tema non in agenda”. Carfagna ricorda che “Berlusconi ha difeso Brunetta con nettezza” dagli attacchi alla sua gestione del gruppo. Sul futuro del centrodestra parla di una federazione “tra tutte le forze moderate che oggi non stanno nel centrosinistra” nella quale non vede Alfano (“e lo dico con dispiacere” ma “inutile prendersi in giro”) che è ormai “parte integrante” della coalizione di Renzi.

Smog

La Repubblica: “Le auto si fermano, lo smog aumenta. La beffa dei blocchi a Milano e Roma”. E il quotidiano intervista il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni: “Investire e rottamare, ora tocca al governo, servono due miliardi”.
Di fianco, intervista a Stefano Caserini, che insegna Mitigazione dei cambiamenti climatici al Politecnico di Milano: “Veleni schiacciati al suolo, uno stop non fa miracoli”, “Se pensiamo che basti così poco per ridurre le polveri sottili tanto vale fare la danza della pioggia”.
E a pagina 9 un’analisi di Elena Dusi: “Dall’aereo alla lavastoviglie, ecco come inquiniamo il pianeta”. E un intervento del filosofo e storico della scienza Pascal Ascot: “La battaglia dell’aria si vince con energia da acqua e sole”.
“Aria velenosa? Un evento previsto”, scrive Paolo Berdini su Il Manifesto: “Nella legge di stabilità ci sono solo mance per le città italiane. E si riaprono le porte alla speculazione edilizia”.
Sul Giornale: “Il paradosso dello Stato: è un grande inquinatore e non si sanziona mai. Dagli edifici pubblici provengono 13 milioni di tonnellate di emissioni. E il piano di efficientamento, che taglia i consumi del 20 per cento, non decolla”.

Il 2015 e il 2016

Su La Repubblica Moses Naim a pagina 39: “A cosa è servito il 2015”, elenco “personale” e “arbitrario” degli eventi che potrebbero passare alla storia: dalla individuazione di acqua su Marte al all’impegno assunto da più di 200 Stati per ridurre le CO2; dall’economia cinese che “segna il passo” alla discesa delle quotazioni delle materie prime e in particolare del petrolio, che comporta che molti Paesi emergenti come Russia, Venezuela, Indonesia, Argentina siano entrati in crisi, visto che oggi un barile di petrolio costa 30 dollari (due anni fa ne costava 100); poi l’arrivo di immigrati in Europa, che sono un milione, ovvero cinque volte in più dello scorso anno; la fine dell’egemonia in America Latina dei governi che hanno detenuto il potere in tutto il corso di questo secolo, con Brasile, Argentina, Venezuela, Bolivia. Ecuador, Nicaragua, che hanno beneficiato per anni dei prezzi elevati delle materie prime, consentendo ai loro governanti di accrescere enormemente la spesa pubblica; e ancora, Doland Trump che “ha cambiato la politica Usa”, mentre il partito repubblicano non ha “la forza di tenerlo a bada”. Due le buone notizie per Naim: è il primo anno della storia senza nuovi casi di poliomelite (notizia diffusa da Bill Gates) ed è stato l’anno della ripresa dei rapporti degli Usa con Cuba e con l’Iran.
“Attenti alle storie dimenticate”, ammonisce un titolo della pagina 13 de La Stampa: “Yemen. Quella guerra ‘marginale’ che fa il gioco di Al Qaeda”, di Giordano Stabile; “Brasile. Dilma e l’economia in affanno. Il Gigante ha i piedi d’argilla”, di Emiliano Guanella; “Russia. Salari, import e Pil in calo. La sfida più difficile di Putin”, di Anna Zafesova; “Afghanistan. Taleban mai così forti dalla caduta del 2001”, di Francesco Semprini; “Colombia. Dopo 50 anni è tregua tra le Farce e il governo”, di Filippo Fiorini.
“Next 2016, l’anno che verrà”: su La Repubblica, da pagina 40 a 43. Tra gli appuntamenti e i nodi da sciogliere: Bernardo Valli (“Il vero nemico da affrontare per l’Occidente sarà la paura”, l’allarme attentati e l’ascesa dei populismi); Vittorio Zucconi (“Il lungo addio di Obama che cerca un posto nella storia”); Federico Rampini (“Gli aumenti del Pil e la crisi percepita dall’opinione pubblica”, “la locomotiva Usa continuerà la sua ripresa. Ma l’Europa resta in affanno”).
Da segnalare sul Corriere un articolo di Viviana Mazza sull’Arabia Saudita, “in crisi” anche per la “guerra al ribasso sui prezzi petroliferi” che ha “aperto un buco nelle finanze reali”. Il re Salman bin Abdulaziz Al Saud ieri in tv ha annunciato che l’economia del suo Paese “supererà le sfide” ma ha anche deciso una serie di misure: la benzina costerà il 50 per cento in più (ma sono solo 24 cent al litro), aumenteranno le tariffe di luce ed acqua, una riforma dei sussidi e una serie di privatizzazioni in vari settori per contenere il disavanzo che ha “toccat livelli greci”.
Anche sul Sole: “Riad costretta a varare un bilancio d’austerità”. “Tagliati i sussidi all’energia, deficit al 15 per cento del Pil”.
Su La Stampa, alle pagine dell’Economia e Finanza: “In Arabia saudita deficit record, ma la guerra del petrolio continua”, “Riad punta a far fallire le società Usa di shale oil con più produzione e prezzi giù”, “Il Paese mediorientale stringe la cinghia però ha riserve valutarie per altri 6 anni. Il greggio tocca i minimi dal 2004”. A firmare l’articolo è Luigi Grassia).
Su La Repubblica, pagina 21, un reportage di Francesca Caferri, inviata a Riad: “Tagli e caro benzina, la spending review dell’Arabia saudita per il petrolio ai minimi”, “Il crollo del prezzo del greggio costringe il Paese a ripensare l’economia: con conseguenze pesanti per la società”.
Sempre sul Sole 24 ore si parla del costo dell’accoglienza in Germania: “Rifugiati, conto salato per i Lander nel 2016. Secondo un sondaggio di Die Welt i costi dell’accoglienza potrebbero ammontare a quasi 17 miliardi di euro”.

Isis

Sul Corriere un lungo articolo su una notizia diffusa ieri dalla agenzia Reuters. Si parla della “fatwa numero 64 dello Stato Islamico” che risalirebbe al 29 gennaio 2015 e che avrebbe ad oggetto “i ‘rapporti sessuali con le schiave'” ovvero “le pratiche permesse e i comportamenti da tenere”. “La fatwa inizia con una domanda, rivolta a un ipotetico giurista del Califfato e ha dunque lo scopo di trovare una risposta ‘ufficiale’ che giustifichi il comportamento dei terroristi. ‘Alcuni fratelli hanno violato le regole nel trattare le schiave. Queste violazioni non sono permesse dalla Sharia, perché queste regole non sono aggiornate ai nostri tempi. Ci sono indicazioni in materia?'”. Seguono 15 dettagliati punti in cui si spiega tra l’altro che “non è possibile per il padrone di una schiava avere rapporti sessuali con lei fino a che non ha avuto il ciclo ed è diventata pulita”. “La possibilità di avere schiave e di poter abusare di queste donne viene dunque teorizzata”.
Sullo stesso quotidiano Guido Olimpio da Wasghington: “Raid americani su Siria e Iraq. ‘Eliminati i vertici dell’Isis'”. Si parla anche di “almeno due personaggi legati agli attentati di Parigi”, il franco marocchino Charaffe al Mouadan e Abdel Kader Haqim, “coinvolto nelle operazioni esterne del movimento”. L’annuncio è stato fatto ieri dal Pentagono ed è arrivato in coincidenza con la vittoria dei curdi siriani della Ypg alla diga di Tishreen e con la parziale liberazione di Ramadi da parte degli iracheni.
Sul Sole: “Ma la riconquista di Ramadi non basta”, di Gianandrea Gaiani. Dove si legge che la vittoria dei giorni scorsi è poco più che “simbolica” e che la “vera battaglia per la ‘liberazione’ dell’Iraq si combatterà in primavera a Mosul”.
La Stampa: Ucciso uno degli organizzatori degli attacchi dell’Isis a Parigi”, “Franco-marocchino colpito da un raid in Siria: amico dei kamikaze del Bataclan. In Belgio bloccati due jihadisti che volevano far strage a Bruxelles a Capodanno”.
E Francesco Semprini, da New York, si occupa di Zahran Allouche, “l’uomo dei sauditi a Damasco”, ucciso il giorno di Natale durante un raid dell’aviazione russa: “’Specialisti’ Hezbollah e 12 raid russi per eliminare il super-capo dei ribelli”, “Zahran Allouche era l’uomo dei sauditi a Damasco. Guidava 15mila uomini, il terrore di alawiti e cristiani”.
La Repubblica: “’Strage a Capodanno’. Il Belgio arresta 2 terroristi. Uccisa la ‘mente’ di Parigi”, di Giampaolo Caladanu: ci sono almeno dieci nomi di rilievo tra i jihadisti che sarebbero stati uccisi nei raid della coalizione a guida Usa in Siria. Tra questi, “Souleyman”, nome di battaglia di Charaffe al Moudan, 27 anni, considerato la mente degli attacchi di Parigi. E Giuliano Foschini si occupa delle indagini: “’Chiamo Souleyman’. Le voci del Bataclan hanno tradito ‘il capo’”.
Il quotidiano intervista Bruce Riedel, esperto di terrorismo della Brooking Institution: “Il Califfo arretra in Iraq, ora colpirà fuori confine”.

E poi

Su La Stampa, Francesco Semprini da New York: “Il paradosso di Trump. Più è scorretto, più piace”, “Il candidato repubblicano nei sondaggi continua a crescere e la sua popolarità ha eguagliato quella di Papa Francesco”. E allo stesso tema è dedicato un commento di Massimiliano Panarari: “L’irresistibile fascino dell’insulto” (“le rilevazioni stabiliscono una relazione diretta tra l’aumento dei consensi e la protervia trumpiana nell’assaltare a male parole e insulti beceri gli avversari politici come nel demolire i santuari” del politicamente corretto).
Sul Manifesto, grande attenzione per Naji Serf, regista siriano “freddato in Turchia, lavorava ad un nuovo documentario sulla Siria ai tempi dell’Isis. Prima di lui altri attivisti del sito ‘Raqqa viene massacrata in silenzio’ sono morti in territorio turco, insicuro per i giornalisti internazionali e locali. Protetta dalla cortina di impunità di Bruxelles, Ankara reprime le voci critiche. Come quelle dei reporter Dundar e Gul”. A firmare l’articolo è Chiara Cruciati.
Sul Giornale si legge che Marco Carrai, presidente degli aeroporti toscani ed amic di Renzi, “potrebbe essere l’ambasciatore italiano a Tripoli”. Dopo gli incontri dei giorni scorsi tra autorità libiche ed italiane e l’annuncio del rilancio del trattato di amicizia con la Libia, si legge sul quotidiano, ci si chiede chi sarà l’ambasciatore italiano che riaprirà la sede diplomatica nel Paese africano. “Fonti romane puntano il dito su Alessandro Bellodi, ex capo delle relazioni istituzionali dell’Eni” che ha fondato alll’iizi di quest’anno una società che si occupa di sicurezza insieme ad Andrea Stroppa ed a Marco Carrai.
Sul Corriere una intervista ad Andrea Nicastro, presidente delle quattro “nuove” Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti. Il titolo è “Chiederemo anche noi i danni alle vecchie gestioni”. Sottolinea che “le nuove banche sono una cosa diversa dalle vecchie”, spiega che il decreto “fissa una scadenza temporale” distinguendo ciò che è emerso fino ad ora dalle “cose che emergeranno in futuro, sia attive che passive”, che “non competeranno alle nuove banche”, che si considerano “parte danneggiata” dalle vecchie gestioni e che per questo hanno in corso azioni di responsabilità. Dice anche di ritenere che il fondo varato dal governo, di 100 milioni, pare “una soluzione concreta e sufficiente per tutti i piccoli rispar,miatori più esposti e quelli che erano inconsapevoli”.

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