Le aperture
Il Corriere della Sera: “L’orrore arriva a Bangkok. Una bomba contro i turisti”. “Esplosione vicino a un hotel. Stranieri tra le vittime”. Guido Olimpio firma un articolo dal titolo: “Terrorismo classico o strategia della tensione”.
Il titolo più grande: “Merkel all’Expo: bene l’Italia. Applausi e qualche fischio durante la visita. Il premier: ce l’abbiamo fatta e ce la faremo”. “Sintonia con Renzi sui migranti. I due leader: la Ue non sia solo rigore”.
L’editoriale, firmato da Daniele Manca, è titolato: “Europa e politica. Le domande senza risposta”.
“Un patto vero con Berlino (alla ricerca della flessibilità”) è invece il titolo del commento di Dario di Vico.
A centro pagina: “Missione in Libia guidata da Roma. Il sì dell’America. Bagnasco: l’Onu che fa sugli stranieri?”.
A fondo pagina: “Così Obama prepara la sua seconda vita. Una super biblioteca a Chicago e una fondazione per i diritti. Con l’aiuto di Spielberg”.
La Repubblica: “Migranti, l’aiuto di Merkel a Renzi. ‘Emergenza Ue'”. “L’incontro tra il premier e il Cancelliere all’Expo”. “Bagnasco: cosa fa l’Onu per questa tragedia?”.
A centro pagina l’attentato di Bangkok: “Terrore nel cuore di Bangkok. ‘Hanno voluto colpire i turisti'”.
In prima anche: “Libici, unitevi contro l’Is”. “L’appello dell’Italia e di altri 5 grandi”, con un commento di Paolo Garimberti dal titolo “La sindrome della Somalia”.
In prima il quotidiano diretto da Ezio Mauro offre anche una intervista: “‘Morta nei campi per due euro l’ora, chiedo giustizia per la mia Paola”, morta in un campo di raccolta in provincia di Taranto.
E poi una lettera di un insegnante: “Ho rifiuato l’assunzione ma non merito gli insulti”. “Una docente precaria spiega il suo no: ‘E’ un salto nel buio'”.
La Stampa: “Europa e Usa con l’Italia. ‘Uniti contro l’Isis in Libi’. Nota congiunta degli alleati occidentali dopo l’allarme lanciato dal ministro Gentiloni”. “L’arcivescovo di Monreale: così la Chiesa accoglie i migranti”.
A centro pagina, con foto, l’attentato di Bangkok: “Bomba contro i turisti nel centro di Bangkok. L’esplosione nel cuore del quartiere commerciale, 19 morti e 117 feriti. Ancora incerta la matrice”.
L’editoriale, firmato da Roberto Toscano, analizza gli effetti dell’accordo nucleare con l’Iran: “Medio Oriente, ecco cosa sta cambiando”.
In evidenza anche la visita della Cancelliera Merkel ad Expo: “Incontro Renzi-Merkel a Expo. ‘Qui siamo pronti per il futuro'”.
Di spalla due commenti per la vicenda del figlio di Martina Levato, la donna condannata insieme ad Alexander Boettcher per aver sfregiato con l’acido un uomo, che ha avuto un bambino che la magistratura minorile ritiene opportuno sottrarle. “Qualcuno amerà quella coppia diabolica”, di Francesca Sforza; e “Ma io dico che quella mamma poteva rinascere”, di Ferdinando Camon.
Il Sole 24 ore: “Dal piano Juncker due miliardi all’Italia. Nella prima lista solo il progetto Arvedi per 100 milioni, ma ‘entrano’ Autovie Venete e Pedemontana. Calano ancora i bandi di gara per le infrastrutture (-17 per cento)”.
Di spalla: “Merkel insieme a Renzi all’Expo. ‘L’esposizione milanese mi piace’. Il premier: siamo arrivati in tempo, lo saremo anche per il futuro”.
Ieri Merkel ha anche firmato il “doumento sul diritto al cibo”, ovvero la cosiddetta Carta di Milano. Luca Veronese commenta la notizia.
A centro pagina l’andamento delle Borse (ieri in rialzo). Solo un richiamo per l’attentato in Thailandia e per le parole di Bagnasco sui migranti e l’Onu.
Il Giornale: “Alfano usa i profughi come un’arma. Il ministro raddoppia gli immigrati nelle regioni nemiche Lombardia, Veneto e Liguria. Follia di un vescovo: vieta la preghiera degli alpini perché ‘offende gli stranieri'”. E poi: “Thailandia, una bomba da strage di turisti a Bangkok”.
A centro pagina: “Merkel allunga le mani sul dopo Expo. La Cancelliera vede Renzi e ‘si informa’ sul futuro del sito. Fischi e applausi per entrambi”.
Sul “caso di Martina” Levato un articolo di Vittorio Feltri: “Non sa dire perché ha sfigurato il suo ex e le dareste un bebè?”.
Merkel-Renzi
Secondo La Repubblica ieri Merkel ha voluto “promuovere” il governo Renzi. Il quotidiano sottolinea la “sintonia” tra i due e ricorda che “la Merkel, nella sua intervista televisiva di domenica, per la prima volta ha pubblicamente ammesso che c’è bisogno di ‘una politica comune europea in materia di asilo’. Una dichiarazione che fa il paio con la telefonata, resa nota da Jean-Claude Juncker, di sostegno alla commissione europea per il piano di quote approvato all’ultimo consiglio Ue”. Secondo il quotidiano “a palazzo Chigi si esulta per questa svolta tedesca e la si considera come uno dei risultati del pressing italiano”. Insomma: “Roma considera una propria vittoria l’aver convinto Berlino a ‘europeizzare’ l’emergenza umanitaria, primo passo per arrivare a una vera politica comune sull’immigrazione che archivi l’accordo di Dublino”. A fianco il quotidiano romano offre una intervista al parlamentare Pd Boccia (“Da incoscienti considerarlo un problema solo italiano”) in cui si parla anche dalla “flessibilità” sui conti che l’Italia continua a chiedere alla Germania. “Non è di clausola in clausola che si risolvono i problemi. Tireremmo avanti per un anno o due, forse passeremmo dallo zero virgola all’uno per cento di crescita ma non può essere questa la svolta”. La svolta sarebbe una “gande manovra espansiva per liberare gli investimenti strategici”. Boccia dice di condividere la “sfida” sulle tasse lanciata da Renzi ma occorre evitare di “togliere la Tasi pure a ville e villette” e magari anche “ricorrere a una patrimoniale, proposta dalla Furlan”.
Sui propositi del governo si sofferma Mario Sensini sul Corriere: “il progetto della Local Tax, che dal 2016 dovrà sostituire Imu e Tasi ed accorpare gli altri tributi comunali in un’unica imposta, e con il quale il governo voleva dare un assetto definitivo alla fiscalità locale e alla tassazione sugli immobili, rischia di perdere peso. Complici le difficoltà tecniche che si stanno incontrando nella messa a punto del progetto, ma anche le scelte politiche maturate dal governo, come quella di eliminare le tasse sulla prima casa o il rinvio della riforma del catasto”. Secondo Sensini Renzi al ritorno dalle sue vacanze troverà sul tavolo “le prime proposte dei tecnici, coordinati dal sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta, e dal Consigliere economico del premier, Luigi Marattin. La Local Tax dovrebbe finire per assorbire l’Imu e ciò che resterà della Tasi, dopo l’abolizione del tributo sulla prima casa, con una radicale semplificazione della disciplina a beneficio dei contribuenti. Ma non sarà un tributo ‘unico’. Accanto ad essa, infatti, sopravviverà un altro balzello, un canone di natura patrimoniale o tributaria, nel quale saranno accorpate le altre imposte comunali, quelle minori, come Cosap, Tosap, Cimp, essenzialmente le tasse sull’occupazione delle aree pubbliche e quelle su pubblicità e affissioni. Probabilmente, alla Local Tax, sopravviverà anche la Tari, se non altro perché una è un’imposta, l’altra è una tariffa, e insieme non possono stare”.
Per tornare a Repubblica, , altra intervista all’economista tedesco Daniel Gros che dice che secondo i tedeschi gli italiani sono “bravissimi a salvare vite” ma “carenti quando si tratta di processare le richieste d’asilo”. Da qui la percezione che “l’Italia sia una parta aperta”. Sull’economia dice che è probabile che all’Italia venga concessa la flessibilità richiesta sul rapporto debito Pil.
Sul Corriere una intervista all’analista tedesco Josef Janniung: “Berlino si fida, spazio per un asse a tre con Parigi”. Parla di un “circolo ristretto” che si sarebbe formato intorno al ministro Schauble che “vuole rafforzare l’eurozona introucendo nuovi strumenti finanziar, compreso il trasferimento di prerogative attraverso un bilancio comune e gli stessi eurobond che parevano tramontati”. “Non escludo un rilancio della cooperazione franco-tedesca per ridare una spinta all’eurozona in autunno”.
A “quel patto del Decumano per strappare la flessibilià” è dedicato anche un commento di Dario di Vico, ancora sul Corriere.
Lega
Matteo Salvini propone e lancia “tre giorni di sciopero di tutti i lavoratori” con presidi davanti alle prefetture, alle banche, con la sospensione del pagamento delle tasse, per i prossimi 6-7 e 8 novembre. Il Corriere: “Il no di forzisti e M5S al ‘blocco’ di Salvini. Berlusconi cauto sui tre giorni per ‘fermare il Paese’. Toti: più utile rimetterlo in moto”.
Secondo Il Giornale “Forza Italia scarica il capo della Lega”. Si cita la distanza sugli attacchi della Lega alle gerarchie cattoliche sul tema della immigrazione ma anche le proposte ‘populiste’ ome il «blocco» dell’Italia per «cacciare Renzi». Perché, dice il governatore della Liguria Giovanni Toti, ‘il paese ha bisogno di più crescita e occupazione, non di scioperi e serrate'”. Ma è soprattutto “l’aspro attacco leghista alle posizioni della Chiesa sull’immigrazione” ad aver “suscitato il malumore dell’ala cattolica di Forza Italia. Ma ieri a dare la linea, bacchettando severamente Salvini e le sue intemerate, è stato un dirigente autorevole e notoriamente laico come il capogruppo al Senato Paolo Romani: ‘Quella di Salvini è una posizione populista buona per conquistare facili consensi ma non a dare risposte politiche’, dice intervistato dal Fatto . Il capo del Carroccio ‘dà voce alla pancia del paese’, ma fornisce ‘risposte sbagliate’ e ‘parla per slogan, come Grillo’. Una bocciatura senza appello, in nome di una politica che, più che a lucrare voti, deve puntare a ‘trovare soluzioni’ ai problemi”.
“Gelmini sta col Carroccio. ‘Giusto protestare'”. E’ una intervista a La Repubblica in cui in realtà la coordinatrice di FI in Lombardia dice che quella di Salvini “sicuramente non è la risposta giusta”, che non gli piacciono “i giudizi tranchant di Salvini” ma che “ci sono tutte le motivazioni per scendere in piazza contro questo esecutivo di centrosinistra che sta registrando un fallimento dietro l’altro, dalle tasse alle pensioni”. Occorroe però che si organizzi “la metà campo del centrodestra”.
Libia
Sul Sole 24 ore: “Appello ai libici: unitevi contro l’Isis. L’Europa interviene sulla crisi mentre la Lega Araba discute oggi la richiesta di intervento armato contro i jihadisti. L’Italia e altri cinque Paesi sollecitano l’intesa tra le fazioni e condannano le violenze a Sirte”.
Anche su La Repubblica: “‘Milizie, unitevi contro il Califfato’. L’appello anti Is dell’Italia e di altri Paesi occidentali. ‘Barbarie a Sirte, formate subito un governo’. Prosegue la mediazione dell’inviato Onu Leon. Tobruk chiede alla Lega Araba di bombardare i jihadisti”.
Sulla Libia il Corriere offre una utile mappa in cui sono indicati i gruppi etnici e la loro presenza sul territorio. L’articolo di Lorenzo Cremonesi spiega “il peso delle tribù” nel Paese. “La rivolta delle milizie libiche contro gli ‘stranieri’ del Califfato. Così i jihadisti scappano da Derna e perdono terreno a Sirte e Bengasi. Tra i loro nemici anche i salafiti”.
Anche su La Repubblica una mappa sulla “galassia delle milizie in Libia”.
E poi
Dal Corriere da segnalare un articolo che cita un rapporto diffuso dalla rivista Roars, curato dal professore di Ingegneria a Pavia Giuseppe di Nicolao, che ha provato ad aggiungere agli elementi di valutazione delle Università per classificare la loro efficienza, mettendo a confronto i risultati con la spesa: ha diviso i costi di gestione con il numero di punti raggiunti nella prestigiosa classifica pubblicata dalla Shangai Jiao Tong University, quella secondo cui le prime università sono le americane Harvard, Stanford, Mit, Berkeley, e le italiane sono ancorate oltre il 150esimo posto. La “controclassifica” premia le italiane: Scuola normale Superiore di Pisa, Università di Ferrara, di Trieste e Milano Bicocca vengono prima di Cambridge. Pisa prma di Princeton. Parma, Pavia, Perugia e Milano prima di Oxford. Eccetera.
Su La Repubblica un reportage dalla “terra di nessuno” “oltre il Donbass ribelle”. “Ucraina, la guerra nascosta”, un conflitto che prosegue e fa morti tutti i giorni. Viene intervistato anche l’intellettuale polacco Adam Michnik: “La sfida di Mosca al mondo è sempre più imprevedibile”.
Su La Stampa Anna Zafesova racconta di una legge che in Ucraina mette al bando tutti i simboli nazisti e comunisti. “Una legge per cancellare Lenin. In Ucraina via i somboli sovietici. Kiev punta alla ‘derussificazione’, la guerra continua: ieri 9 morti. E Putin torna in Crimea”.