Una vittoria senza guerra, questo il titolo con cui ha aperto il quotidiano riformista Shargh il 15 luglio 2015, il giorno dopo l’annuncio dell’accordo di Vienna sul programma nucleare iraniano – definito dal Financial Times “uno degli accordi diplomatici più significativi dalla fine della guerra fredda.” Un titolo significativo quello del quotidiano iraniano, che ricorda che l’Iran è l’unico paese a uscire dalla morsa delle sanzioni regolate dal Capitolo VII della Carta del Consiglio di Sicurezza dell’ONU attraverso la diplomazia, senza scatenare una guerra. Nello stesso quotidiano si trova anche un articolo su una delle tante svolte che ci si aspetta dall’accordo: Fine delle sanzioni, lo sport non ne sarà più vittima. Montano le aspettative fra gli atleti. A tal proposito, il direttore della Federazione calcistica iraniana ha annunciato che la Nike sembra essere già interessata a sponsorizzare la nazionale iraniana.
Ettemaad, un giornale vicino ai leader riformisti Karroubi e Mousavi (tutt’oggi agli arresti domiciliari dalle elezioni del 2009), titola in prima pagina: Il mondo è cambiato. La rivoluzione diplomatica del 14 luglio 2015. Dopo 12 anni, il duello diplomatico arriva a un accordo. Dopo la rivoluzione islamica nel febbraio 1979, l’Iran è il paese della “rivoluzione diplomatica” nell’estate 2015: allora il mondo cambiò con la cacciata dello Shah, la nascita della Repubblica Islamica e di una nuova politica anti-imperialista e anti-americanista. Questa settimana il mondo è cambiato di nuovo, almeno fin quando, come sottolineato dal Presidente Obama e dalla Guida Suprema Khamenei, entrambe le parti manterranno gli accordi.
Tra la stampa più vicina alla Guida Suprema e generalmente schierato contro il governo di Rouhani, è il quotidiano Ettelaat che titola Accordo storico. Fine di 12 anni di intensi negoziati per la conquista dei diritti dell’Iran. Ad accompagnare l’articolo c’è la notizia dell’incontro fra la Guida Suprema e il team diplomatico del negoziato nucleare (La Guida Suprema si congratula con il team diplomatico per gli sforzi sinceri e operosi). Sempre in prima pagina, si trova l’annuncio del governo iraniano che si dice “pronto ad accogliere le richieste della società dopo l’accordo sul nucleare”.
Keyhan è un altro quotidiano famoso per riflettere le posizioni della Guida Suprema e degli ultraconservatori, forse l’unico a non aprire con un titolo trionfante: Divergenza a 180 gradi. Le due versioni di uno stesso accordo. Nell’articolo si legge: “La divergenza di versioni e resoconti sull’accordo è iniziata sin dalle prime ore dal suo annuncio. Entrambi i capi di stato americano e iraniano, nei loro discorsi in televisione, hanno menzionato argomenti specifici e degni di riflessione che però risultano essere contraddittori su alcuni aspetti. E l’aspetto centrale di questa divergenza consiste nella modalità e nei tempi in cui verranno abrogate le sanzioni che gravano sul nostro paese.” Un altro titolo in prima pagina rafforza lo scetticismo: Non aspettatevi un miracolo, l’accordo sul nucleare non è la vittoria delle vittorie!
Per quanto riguarda i quotidiani economici: Jahane Sanat è uscito con il titolo centrale L’eroico accordo dell’Iran. Gli sforzi di Javad Zarif e John Kerry hanno dato frutto. Appaiono in prima pagina anche gli interventi del Presidente iraniano Hassan Rouhani, L’accordo mette fine all’oppressione dell’Iran e del Presidente Barack Obama, Porrò il veto all’opposizione del Congresso. A fondo pagina sulla sinistra si trova una riflessione sul futuro dell’economia iraniana, intitolata Domani, dopo l’abrogazione delle sanzioni: “All’indomani della cancellazione delle sanzioni, la nostra economia sarà quella che era e le nostre abitudini anche. È vero che avremo un maggiore accesso ai mercati, gli investimenti potranno aumentare … Ma le priorità dell’amministrazione e le ingerenze dei burocrati potrebbero rendere quest’occasione esclusiva , limitata a una ristretta cerchia di imprenditori.”
Ebtekar, giornale moderato, ha messo in copertina il fotomontaggio di un uomo con due volti: metà Javad Zarif e metà Mohammad Mossadeq, il primo ministro che guidò il parlamento iraniano verso la nazionalizzazione del petrolio nel 1951. Il titolo annuncia L’inizio dell’era iraniana. Il giorno dell’annuncio ufficiale, il 14 luglio, anche il giornale riformista e vicino all’Associazione del Clero Combattente Aftab ha scelto di raffigurare il ministro degli esteri Javad Zarif in un fotomontaggio che lo assimila a un altro importante personaggio della storia iraniana: il primo ministro dell’epoca Qajar Amir Kabir che a metà del 1800 avviò la modernizzazione e la secolarizzazione dell’Iran attraverso le prime e profonde riforme economiche e sociali del paese. Nel titolo si legge L’Amir Kabir dei nostri tempi. Il titolo principale invece insiste sulla nuova era che si è appena aperta con la conclusione dell’accordo sul nucleare, L’Iran di domani e sulla stessa scia, in basso a destra, il 14 luglio è descritto come Un martedì storico.