La Repubblica: “Renzi: restituirò 400 euro a 4 milioni di pensionati. Oggi pronto il decreto”, “I pagamenti dal primo di agosto. Cgil: non basta. Il rimborso totale sarebbe costato 18 miliardi. Tetto alle retribuzioni, Mattarella si taglia il vitalizio”.
In prima la foto di Silvio Berlusconi: “L’addio di Fitto: ‘Lascio Forza Italia’. L’ira di Berlusconi: ‘Tolto un peso’”.
In evidenza anche una foto di migranti in arrivo su una nave in un porto italiano: “La signora dei migranti: ‘Così ho salvato 4mila profughi’”. Si tratta di un’intervista ad una miliardaria italo-americana, Regina Catambrone, fondatrice dell’organizzazione “Moas”.
A centro pagina: “L’Is via da Palmira, ma invade Ramadi. La rivoluzione strategica di Obama”, “Sito archeologico intatto dopo la battaglia”.
Sulla colonna a destra: “L’appello dei banchieri: ‘Dateci regole per evitare altre Lehman Brothers’”, “Oltre venti istituti mondiali chiedono misure più efficaci contro le bolle speculative”.
Il Corriere della sera: “Pensioni, a chi va il rimborso”. “Renzi: una tantum di 500 euro medi. Scaglioni da 3 a 6 volte l’assegno minimo”. “Interessati 4 milioni di cittadini, 1,2 esclusi. Lega e Fi all’attacco”. E poi, sulla scuola: “Il premier apre sui presidi”.
A centro pagina: “La Francia boccia le quote sui migranti. Alfano: non si cambi”. “Il caso: Valls e il piano della Commissione Ue”.
La Stampa: “Pensioni, solo un minirimborso”, “Renzi: in agosto 500 euro di una tantum a 4 milioni di persone’. Oggi decreto da 2 miliardi”, “Esclusi i trattamenti sopra i 3000 euro, protestano le opposizioni. Scuola, il premier: basta col 6 politico ai professori”.
In prima l’indagine Cmr Intesa Sanpaolo per La Stampa: “Gli italiani? Senza partito”, “Il 52% non si riconosce in nessuna formazione”.
Sulle elezioni regionali: “Liguria al voto, incubo pareggio, il Pd nei sondaggi è sotto il 35%”, “Senza la maggioranza in consiglio per la Paita non si escludono alleanze con Forza Italia e Ncd”.
A centro pagina, grande foto del Papa ieri in Piazza San Pietro per la canonizzazione di quattro suore, fra cui due palestinesi: “Bandiere palestinesi in Vaticano, l’ira di Israele” (sono visibili alle sue spalle bandiere palestinesi sventolanti), “Il Papa canonizza due suore, in piazza Abu Mazen. L’accusa: ‘O è un ingenuo o non conosce il Medio Oriente’”.
Sulla colonna a destra: “A Wall Street il gran ritorno della finanza”, “Denaro e regole”.
E le notizie sull’Isis in Iraq: “Iraq, l’Isis conquista anche Ramadi”, “Presa la città a soli 130 km da Baghdad. L’esercito in fuga”.
Poi il richiamo ad un’intervista del quotidiano al ministro dei Trasporti austriaco Alois Stoger: “Vienna-Berlino, la guerra dell’autostrada”. “No ai pedaggi tedeschi”, dice il ministro.
Il Fatto: “Esco, l’ammazzo e torno”, “’Buttate via le chiavi’, si chiede dopo la violenza alla tassista romana. Ma le leggi aprono le porte delle celle. Un’antologia di casi, da Izzo a Minghella e Juncker”.
A sinistra, foto del presidente del Consiglio: “L’annuncio”, “Dopo la sentenza della Consulta”, “Renzi dà una mancia di 500 euro ai pensionati”
E un intervento di Luigi Di Maio, esponente M5S e vicepresidente della Camera dei deputati, che risponde alle obiezioni dei Verdi sulla legge sugli ecoreati: “I 5 Stelle ai Verdi: ‘Così finisce l’impunità’”.
Il Giornale: “Grasso si tiene il malloppo”. “Ecco i senatori miracolati”. “Il presidente del Senato non imita l’esempio di Mattarella. Ma c’è chi fa di peggio. La famiglia Occhetto in attivo di 750 mila euro”. “Renzi vuole ridare ai pensionati le briciole”. “Berlusconi: ‘No, rimborsi a tutti'”.
A centro pagina: “Arriva il comunismo.com. La proprietà privata è in crisi, ora condividiamo tutto, dall’auto al divano”.
In evidenza anche – con foto – un ritratto di Renato Tiscali, “democratico e furbetto”: “Benefattore o affarista, Soru non paga mai il conto. Il processo per evasione, la sua Tiscali salvata da appalti pubblici. E il buco de L’Unità? A carico dei giornalisti”.
Di spalla un articolo sulla campagna elettorale della Lega: “Se sei Salvini ti tirano le pietre. E i voti crescono”, di Vittorio Feltri.
Pensioni
La Stampa, pagina 2: “Arretrati, per 4 milioni di pensionati un rimborso da 500 euro in agosto”, “L’annuncio di Renzi dopo la Consulta: ‘Dall’una tantum esclusi i redditi oltre 3000 euro’. E sulla riforma della scuola: ‘Finita la stagione del 6 politico anche per i professori’”.
Alla pagina seguente: “La mossa del governo: spendere 2 miliardi su 18”, “Sarà rimborsato solo uno dei quattro anni di mancata perequazione”.
La Repubblica, pagina 2: “Renzi: ‘Una tantum di 500 euro per 4 milioni di pensionati che prendono fino a 3000 euro’”, “Oggi il decreto. Pagamento il primo agosto. ‘Useremo i 2 miliardi contro la povertà’. Berlusconi: ‘Bisognava rimborsare tutti’. Cgil: ‘Non può cavarsela con un bonus’”.
L’analisi è firmata da Roberto Mania: “L’auto-sanatoria del governo copre solo parte delle perdite ma va incontro alla Consulta”.
Sulla pagina di fianco, un’intervista a Giuseppe Cardinale, ex direttore della Standa, il primo ad essere ricorso – con successo – con Federmanager alla Corte Costituzionale contro il blocco dell’indicizzazione delle pensioni: “Io, manager in pensione, avrò solo un obolo, sentenza non rispettata”, “Vogliono far passare i pensionati come una risma di farabutti. Atti intimidatori da Renzi”.
La Stampa intervista Giorgio Ambrogioni, presidente di Federmanager, che dice: “Così non va, ci rivolgeremo di nuovo alla Corte”.
Per Il Fatto è “una mancia per i pensionati, e nemmeno tutti. Due miliardi spremuti dal presunto tesoretto creato alzando il deficit, un sacrificio per guadagnare tempo in vista delle amministrative del 31 maggio: in attesa della inevitabile valanga i ricorsi”. E si citano le dichiarazioni di Renzi in un’intervista a “l’Arena”: “Il primo agosto quattro milioni riceveranno più o meno 500 euro a testa: useremo i 2 miliardi che mi ero tenuto per le misure contro la povertà”, “Non sarà un rimborso totale, ma una misura una tantum dalla quale saranno escluse le pensioni sopra i 3mila euro”. Almeno 600mila italiani, chiosa Il Fatto, non vedranno un soldo: tutti gli altri, quelli con una pensione tra i 1486 e i 3000 euro lordi si dovranno accontentare di una piccola fetta della cifra a cui hanno diritto.
Su La Repubblica, un commento di Alessandro Penati: “La favola dei diritti acquisiti”. Penati ha letto la sentenza della Corte Costituzionale in questione (la 70/2015): “purtroppo -scrive- le 41 pagine della sentenza sono scritte in un idioma a me incomprensibile”; “mi è sembrato di capire che l’intangibilità dei Diritti Acquisiti sia sancita da due articoli della Costituzione”, (ovvero il 36, “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla qualità e quantità del lavoro”, e il 38, “i lavoratori hanno diritto a che siano assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di vecchiaia”). Ma “cosa c’entrano” -si domanda Penati- l’articolo 36 e 38 con i diritti acquisiti del signor Cardinale? (l’ex manager Standa intervistato da La Repubblica, ndr.). “Per trovare un legame ci vuole un salto mortale logico e una valutazione su come lo Stato debba ridistribuire il reddito: decisione che appartiene alla politica, non al diritto. Il salto mortale: le pensioni sarebbero una forma di ‘salario differito’ e, quindi, quando concesse (art. 36) sono proporzionate alla quantità e qualità del lavoro svolto in età lavorativa; se lo Stato successivamente ne riducesse il valore, viola il principio di proporzionalità”.
Secondo Il Giornale “visto l’andamento dei sondaggi (soprattutto in Liguria), Matteo Renzi gioca il «jolly», come a Giochi senza Frontiere. Ed annuncia che in agosto il governo restituirà ‘a 4 milioni di pensionati 500 euro a testa’, quale prima risposta alla sentenza della Corte costituzionale”. Il quotidiano scrive anche che “i soldi per rimborsare i pensionati, tecnicamente, non ci sono. Il presidente del Consiglio dice che recupererà i 2 miliardi necessari ‘dalle misure che mi ero tenuto contro la povertà’. In realtà, si tratta del famigerato tesoretto, emerso (sulla carta) dalla differenza fra il deficit programmato di quest’anno ed il nuovo indicato dal Documento di economia e finanza (Def). Lo scarto è dello 0,1%. Vale a dire, 1,6 miliardi di euro. ‘Non credo che sia una cosa corretta, dopo la sentenza della Corte Costituzionale tutti i pensionati devono vedersi restituiti i soldi’, ha detto in serata al Tg1 l’ex premier Silvio Berlusconi”.
Sul Corriere, Enrico Marro scrive che si tratta di “spiccioli”, perché il premier “ha scelto di rispondere alla sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni spendendo il meno possibile: appena 2 miliardi sugli 11 necessari per rimborsare tutto a tutti”. Marro ricorda che il governo “come aveva detto fin dall’inizio il ministro Pier Carlo Padoan, ha scelto di ‘minimizzare’ l’impatto sui conti pubblici, per evitare di violare le regole europee su deficit (non deve superare il 3% del Pil). Per questo i saldi di finanza pubblica dovrebbero restare invariati. A cominciare dal deficit previsto per quest’anno al 2,6%”.
Spending review
Sul Sole 24 Ore, Guido Gentili si sofferma sulla revisione della spesa, cui stanno lavorando Yoram Gutgeld e Roberto Perotti. I due consiglieri sono “la ‘mano di Palazzo Chigi” ma “devono vedersela anche con il ministero della Economia, la Ragioneria generale dello Stato, la Corte dei Conti, l’Autorità anticorruzione” ma anche con “l’impasto di innovazione e conservazione” che “fa della ‘renzinomics’ una politica economica di sicuro post-ideologica ma anche graniticamente attenta alla scadenze elettorali e ai risultati che ne derivano in termini di consenso. Per cui sarebbe stata una vera notizia, tipo quella dell’uomo che morde il cane, il fatto che prima delle elezioni regionali di maggio avremmo avuto nero su bianco tutti i numeri e le voci della ‘spending review’ promessa ma fin qui poco praticata e in ritardo su quanto annunciato dal Governo nel 2014”. Gentili ricorda le ultime raccomandazioni europee all’Italia, un “memo rosso” che dice che il nostro Paese “‘deve ancora precisare gli ulteriori tagli alla spesa» per evitare l’aumento dell’Iva. E che «limitati sono stati i progressi verso un miglioramento duraturo dell’efficienza e della qualità della spesa pubblica a tutti i livelli dell’amministrazione. I risparmi di bilancio approvati per legge, anche a livello regionale e locale, sono inferiori a quanto previsto del programma di riforma 2014. Il fatto che la revisione della spesa non costituisca ancora parte integrante del processo di bilancio incide negativamente sulla generale efficienza a lungo termino dell’esercizio'”.
Anche sul Corriere Sergio Rizzo si occupa di spending review: “Trentatré rapporti e la spesa non scende mai”, il titolo.
Scuola
La Stampa intervista il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone: “Scuola, si può cambiare. Siamo pronti ad ampliare il ruolo del collegio dei docenti”. Sui poteri dei presidi, siete disposti a modifiche? “Stiamo parlando -risponde Faraone- di presidi che già lavorano nelle scuole. Chi pensa alla nascita improvvisa di presidi in grado di commettere chissà quali nefandezze, o non li conosce, oppure li denigra. Noi, invece, abbiamo molta fiducia in loro e ne abbiamo anche nei precari che lavorano nella scuola perché saranno loro i 100mila che verranno assunti e all’interno dei quali i presidi chiameranno i docenti per le loro scuole. In ogni caso alcune modifiche sono già state recepite come il piano dell’offerta formativa che sarà elaborato dal collegio dei docenti e non più dal preside e approvato dal consiglio di istituto”.
La Repubblica: “Scuola al rush finale, la minoranza del Pd offre al governo una tregua armata”, “Niente barricate come per l’Italicum: ‘La legge non è blindata’. Il premier sul blocco scrutini: non si gioca sulla pelle dei ragazzi”.
Quote
Sul Corriere della Sera si legge che alla vigilia del consiglio dei ministri degli esteri e della difesa della Ue “la Francia si sfila dal piano varato dal presidente della Commissione Juncker”. Il premier Valls, “d’accordo con il presidente Hollande”, si è espresso contro il sistema delle quote per i rifugiati. La Francia è invece favorevole a un sistema europeo di guardie di frontiera, dice Valls. Il quotidiano cita l’intervista del premier francese al Journal de Dimanche e spiega che il “governo francese vuole rassicurare l’opinione pubblica” interna sul fatto che le politiche sull’immigrazione sono una “prerogativa nazionale” che non viene decisa a Bruxelles. Rimarrà la Francia a stabilire quanto immigrati è in grado di accogliere ogni anno. Il quotidiano spiega che la Commissione non ha mai preteso di intervenire sul tema complessivo dell’immigrazione, e che in discussione c’è solo il tema della emergenza legata ai richiedenti asilo.
Sul Corriere anche una intervista al ministro dell’Interno italiano Alfano, che si dice “sorpreso” per la presa di posizione di Parigi, e dice che “tutto si chiarirà”. “È molto importante – dice – che si stabiliscano in fretta criteri chiari per la distribuzione dei profughi”.
Salvini
Sul Corriere, una intervista a Matteo Salvini: “Io provocatore e arruffapopolo? Sfido i protettori armati del governo”. “Salvini: dico quello che pensa la maggioranza, i parassiti in piazza fanno il gioco del premier”. Dice che “i protettori armati del governo” sono “persone armate di sassi, randelli, bombe carta e altro, e che quell’attrezzatura fanno il gioco del presidente del Consiglio”. “Non credo ci sia un suo ordine”, “ringrazio davvero per la solidarietà” inviata da Renzi via Twitter, ma “mi piacerebbe che lui facesse qualche cosa”, perchè “le persone che vengono a fare casino” sono “note una per una, alle questure”.
Secondo Vittorio Feltri, su Il Giornale, “chi perdona gli anti-Salvini fa un favore al Carroccio”. Feltri scrive che Salvini “intercetta gli umori di parecchia gente che vede in lui il difensore dei propri interessi”. E se “si disprezza e si denigra Salvini che parla e si assolvono coloro – di sinistra – che puntano a bastonarlo”, questo è “Il modo migliore per fargli guadagnare consensi”.
Regionali
La Stampa: “Liguria al voto: incubo pareggio”, “Se la candidata del Pd Paita non supera il 35% non potrà governare. Nei sondaggi è sotto”.
La Repubblica: “Forza Italia perde pezzi anche Fitto dà l’addio: ‘Un partito inesistente’. Berlusconi: ‘Era un peso’”, “Il Cavaliere: ‘Chi va via non fa mai una bella fine’. L’eurodeputato lascia il Ppe, sceglie i Tories di Cameron”. E il “retroscena” di Goffredo De Marchis: “La scissione parte alla Camera, pronti i gruppi autonomi. ‘Abbiamo già il nome: Conservatori e Riformisti”. Fitto, secondo il quotidiano, può già contare su almeno 13 senatori e 14 deputati. Ma potrebbero aumentare: sono in corso contatti con altri dissidenti.
Il quotidiano intervista il ministro dell’Interno e leader del Ncd Angelino Alfano: “Silvio non aggrega più, il declino è irreversibile, nel 2016 saremo noi a unire il centrodestra”.
Sul Corriere ci si sofferma sul “sogno del 6-1” e sulla “paura del 4-3” nel Pd. “Il segretario Pd farà altre incursioni in Liguria e Campania: ma nessuno fa miracoli”. Si citano le parole di Renzi secondo cui i dati dei sondaggi, che danno il partito di poco sotto al risultato delle europee, sono “invidiabili”. Test decisivo sarà la Liguria, si legge nell’articolo.
Landini
La Repubblica, pagina 13: “Coalizione di Landini, ecco il programma”, “Lotte sociali, mutualismo, opposizione al governo. Il leader Fiom: ‘Non abbiamo ambizioni elettorali’. Assemblea delle rete di associazioni il 6 e 7 giugno a Roma, ma Libera e Emergency si defilano”.
Diritti civili
Sul Corriere, Aldo Cazzullo invoca “un confronto davvero libero sui nuovi diritti civili” citando il richiamo del presidente Mattarella e ricordando che l’Italia è l’unico Paese d’Europa a non avere una norma sulle unioni civili. Cazzullo scrive che sarebbe sbagliato attribuire al discorso di Mattarella contro le discriminazioni una intenzione di intervenire nel dibattito parlamentare, ma quel discorso “può avere un ruolo significativo” anche perché nel frattempo è “finita la stagione dei veti d’Oltretevere”.
La cronaca del discorso di Mattarella è a pagina 20: “Mattarella ai giovani: ‘l’omofobia si sconfigge imparando la diversità'”.
Alla stessa pagina il quotidiano milanese si sofferma sull’Irlanda, dove “le nozze gay si decidono alle urne”, venerdì, con un referendum.
Alla pagina successiva, l’Italia: “La norma esiste ma è bloccata da due anni”. “Il testo di Scalfarotto ha avuto il via libera dalla Camera. Poi le liti e gli stop. I dubbi delle associazioni”.
Turbofinanza
Su La Repubblica: “Le banche europee temono la turbo finanza, ‘Imponeteci più regole per evitare le bolle’”. Si tratta di due intere pagine (6 e 7) dedicate al documento-appello predisposto dal Davos World Economic Forum, sottoscritto da oltre venti gruppi mondiali, da Blackrock a Hsbc, fino alle italiane Generali e Intesa Sanpaolo: è rivolto ad istituzioni come Bce e Federal Reserve per ottenere “misure prudenziali” concentrate soprattutto su derivati, prestiti e sistema bancario ombra. Il documento è stato reso pubblico dal consorzio di giornali europei “Lena” (Leading European Newspaper Alliance). Spiega Federico Fubini a pagina 7 che “dietro la voglia di sicurezza c’è la paura per ‘i nuovi barbari’”, ovvero il “sistema bancario ombra” popolato da fondi speculativi investitori del private equity, innovatori dei prestiti in rete come Lending Club, che “minacciano di erodere sempre di più il modello tradizionale delle banche”.
Vaticano, Israele
Su La Stampa: “In Vaticano le bandiere palestinesi. L’ira della comunità ebraica e di Israele”, “’Abu Mazen angelo della pace? Francesco è ingenuo o non conosce il Medio Oriente”. E, in basso, sulla stessa pagina, “le due suore santificate che ‘dialogarono’ con l’Islam”: una fondò l’istituto del Santo Rosario, l’altra il Carmelo a Betlemme. Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma, dice: “Siamo sorpresi e delusi. Tra Africa e Medio Oriente, solo in Israele i cristiani hanno libertà religiosa”.
La Repubblica, alle pagine 14 e 15: “Dal Medio Oriente a Cuba, così Francesco rivoluziona la diplomazia del Vaticano”, “Due sante palestinesi dopo il riconoscimento dello Stato. Restano ancora aperti i dossier asiatici, Cina in testa”.
Il quotidiano intervista lo scrittore israeliano Etgar Keret, che dice: “Ma qui in Israele il vero problema non sono i cristiani, è l’Islam radicale”. E, di fianco, un’intervista al cardinale Paul Paupard: “Niente secondi fini, lo scopo di Bergoglio è difendere i poveri e risolvere i conflitti”.
Internazionale
Su La Repubblica: “Palmira è salva, ma l’Is prende Ramadi”, “Dopo una battaglia costata trecento morti, le truppe siriane respingono i jihadisti della città patrimonio dell’Unesco. Ma i miliziani avanzano in Iraq verso Baghdad. La Libia: ‘Terroristi in arrivo in Italia con i barconi’. Alfano smentisce”.
Sulla stessa pagina, a firma di Vittorio Zucconi: “Flop e vittime civili, i droni non bastano, la svolta di Obama, ok ai soldati sul campo”.
Su La Stampa: “Tobruk insiste: l’Isis sui barconi. Alfano replica: niente riscontri”, “Allarme dalla Libia sulla presenza di islamisti fra i migranti, ma per l’Italia ha scarsa credibilità”. E in un’analisi Maurizio Molinari si occupa del capo delle Forze armate di Tobruk (il cui governo è riconosciuto dalla comunità internazionale): “La guerra mediatica del generale Haftar per avere armi e spazi”, “Punta tutto sulle paure dell’Europa”.