Nicolas Sarkozy aveva giurato vendetta e, con il successo dell’Ump alle dipartimentali del 22-29 marzo, la rimonta politica dell’ex Chef d’Etat è un respiro sempre più caldo sul collo del François Hollande che lo sconfisse alle presidenziali del 2012. Ora, per dirla con Marc Lazar (la Repubblica, 31 marzo 2015), “non è affatto detto” che le elezioni appena trascorse siano “anche il preannuncio della sua ineluttabile vittoria alle elezioni presidenziali del 2017”, ma “di certo l’ex presidente ha segnato un punto importante a suo favore”.
E chissà quanto avrà pesato nel voto dei francesi, chiamati per la prima volta alle urne dopo gli attentati di gennaio, il tema della laicità sventolato da Sarkozy in campagna elettorale. Già promotore della legge contro i simboli religiosi a scuola nel 2004 e di quella contro il velo integrale nei luoghi pubblici nel 2010, nel pieno della campagna elettorale per le dipartimentali, l’Ump ne ha sostanzialmente proposto l’estensione alle facoltà. “La laicità non deve fermarsi alle porte dell’Università. Così come nella scuola pubblica, l’Università pubblica deve essere santuarizzata e la neutralità deve imporsi”, si leggeva nel comunicato dell’Union lanciato a fronte – e sostegno – dei casi di professori che si erano rifiutati di tenere le proprie lezioni di fronte a ragazze con il velo.
“Non mi pare coerente un sistema dove si vieta il velo alle elementari, alle medie, al liceo e lo si autorizza invece all’università”, ha ribadito in diverse occasioni lo stesso Sarkozy.
Così quando, circa un mese dopo, il sindaco di Chalon-sur-Saône in Borgogna, ha annunciato di voler eliminare dalle mense scolastiche l’opportunità del menù alternativo al maiale, l’ex presidente francese si è detto pubblicamente a favore. Per la verità, la mossa del sindaco era stata subito criticata dall’Osservatorio della Laicità: l’organismo, facente capo al Primo Ministro, non aveva affatto gradito l’invocazione al principio di laicità per negare l’opzione nelle mense scolastiche – e, in un comunicato, ribadiva che “le mense scolastiche propongono in genere menù diversi, con o senza carne. Questa scelta non risponde a dettami religiosi ma alla possibilità di ciascuno di mangiare o meno della carne, al fine di impedire la stigmatizzazione degli alunni sulla base delle loro convinzioni personali.”
Ad approvare la mossa del sindaco è stato invece proprio Nicolas Sarkozy: “Nelle scuole pubbliche, sono contrario ai cosiddetti pasti sostitutivi che prevedono la scelta di menù differenti in base all’origine dei bambini o alla religione dei genitori (…) Se volete che i vostri figli abbiano delle abitudini alimentari confessionali, mandateli alla scuola privata.”
Una posizione, quella del presidente dell’UMP, che non trova però unanime consenso all’interno dello stesso partito. Sia l’ex primo ministro del governo di Jacques Chirac Jean-Pierre Raffarin, che il deputato Claude Goasguen hanno criticato pubblicamente l’uscita del leader dell’Union. “Penso che oggi sia meglio essere distensivi che stigmatizzare”, ha detto il primo. “La situazione in Francia è talmente difficile che non è il caso di aggiungere dell’aceto, né dell’acido solforico”, ha tagliato il secondo – prendendo le distanze dalla “visione laica integralista” di Sarkozy. Né sono queste le uniche voci critiche del pugno duro mostrato dall’ex presidente. A presentare quello di Sarkozy come un assolo è L’Express che parla di “una posizione personale che non è stata discussa all’interno e che stupisce numerosi quadri del partito”. Nell’articolo sono riportati i virgolettati di chi la ritiene “una polemica sterile”, come di chi sostiene il buon funzionamento del sistema dei pasti sostitutivi e considera una “posizione violenta, che separa e esclude”.
E la posizione, oltre che personale (o quasi: sono in pochi a seguirlo ma qualcuno in effetti c’è – Laurent Wauquiez, da esempio) pare essere pure contraddittoria con le intenzioni dello stesso Sarkozy che a metà febbraio aveva espresso il desiderio di istituire una giornata di studio sul tema dell’Islam e della laicità, per definire la linea di partito sull’argomento. Già nel 2011, l’Ump aveva organizzato un convegno simile, che dietro al titolo “Laicità, per vivere meglio insieme” nascondeva in realtà l’intento di discutere di Islam.
Quattro anni dopo e a fronte degli attentati di gennaio a Parigi, l’Ump torna sull’argomento, su iniziativa del suo presidente e leader, Sarkozy. Lui stesso ha chiesto a Gérald Darmanin e Henri Guaino di prendersi cura dell’organizzazione del convegno. Ma all’indomani delle dipartimentali, fa ancora più specie vedere sui giornali francesi i commenti critici dell’integralismo laico di Sarko, attribuiti proprio a questi due nomi.
A distanza di quasi tre mesi, torna attuale un’intervista concessa da Darmanin a Libération: “Non è gridando «Repubblica e laicità» che risolveremo il problema. Dobbiamo cercare di analizzare la situazione oggettivamente. Senza il prisma delle nostre ideologie. Ad ogni modo credo sia il messaggio sempreverde del gaullismo: essere pragmatici senza dimenticare l’essenziale. I fratelli Kouachi sono stati studenti alla scuola della Repubblica. Per più di dieci anni. Più che un fallimento delle nostre istituzioni e soprattutto dell’educazione nazionale. È un problema di integrazione evidente.” Così diceva all’indomani degli attacchi terroristici d’inizio anno, ribadendo che “la nostra priorità deve essere quella di aiutare i musulmani che vogliono vivere nella Repubblica”.
In appena dieci giorni, Guaino ha attaccato ben tre volte “il suo vecchio idolo Nicolas Sarkozy”, rimarca Le Nouvel Observateur. E per Thierry de Cabarrus, autore dell’articolo, ha pure delle buone ragioni per farlo, vista la “maniera assolutamente demagogica e irresponsabile” con cui appunto Sarko chiede la soppressione del menù sostitutivo. Demagogica, perché spostava volutamente l’asse del discorso politico di Sarko a destra (nel tentativo, poi effettivamente andato a buon fine, di rubare i voti per le dipartimentali al partito della Le Pen) – e irresponsabile, perché reinterpreta in chiave anti-islamica un tema (quello dei menù senza carne), che in realtà è presente nella scuola francese da decenni. “Il problema è che il presidente dell’UMP pare confondere i menu senza maiale (a disposizione di tutti, vegetariani, vegani, allergici, etc) con i menù halal, ovvero confessionali”, scrive de Cabarrus ricordando che il presunto errore in cui è caduto Sarkozy è stato in realtà sostenuto mediaticamente da Valeurs Actuelles, pubblicazione destrorsa che ha dato risalto al sondaggio: “Siete favorevoli alla eliminazione dei piatti sostitutivi halal dalle mense scolastiche?”. “L’unico problema – scrive quindi l’autore dell’articolo – è che non ci sono menù halal nelle scuole pubbliche, ma solo dei menù sostitutivi senza carne di maiale, come ha confermato pure il relatore generale dell’Osservatorio sulla laicità Nicolas Cadène: ‘Solo un’offerta di scelta con o senza carne’”. Motivi che alla fine hanno portato il deputato dell’UMP Guaino ad accusare il presidente del proprio partito di “aizzare il fuoco della collera”: “Non nego la questione identitaria – ha dichiarato Guaino su Libération. Ma qua c’è da rifare una nazione. Quale ne saranno le basi se poniamo i francesi gli uni contro gli altri, musulmani contro non musulmani?”
Tanto più che c’è già un altro sondaggio – questo condotto dal sito Sud-Ouest Dimanche – che rivela la tendenza dei francesi a considerare come primo fra i valori repubblicani proprio la laicità. Per il 46% degli intervistati è questo il principio cardine della Repubblica, più importante del suffragio universale, della libertà di associazione, della libera costituzione di partiti politici, della libertà sindacale.