Il Corriere della Sera: “Dal rogo ai soccorsi, tutti gli errori”. “Undici vittime, almeno due italiane”. “Il procuratore di Bari: mancano notizie di 179 persone”. “I passeggeri arrivati ieri sera in Puglia”. “Resta il giallo dei dispersi”. “Un’altra nave alla deriva: è piena di migranti”.
A centro pagina: “L’Istat vede spiragli. Recessione verso la fine”.
La Repubblica: “Napolitano, il discorso dell’addio”. “Stasera l’annuncio delle dimissioni”. “Pd, per il Colle cresce la carta Prodi”. Il titolo più grande: “‘Una strage sul traghetto'”. “Aumentano i morti, tre italiani nell’elenco delle vittime”. “Il pm: nelle stive decine di clandestini”. “Sotto accusa i sistemi di sicurezza e le scialuppe”. “Più passeggeri e camion del consentito”.
La Stampa: “Napolitano, addio con un messaggio di fiducia al Paese”. “Stasera il discorso in cui parlerà delle dimissioni”. E poi: “L’Istat: recessione, la fine è vicina. Ma la disoccupazione salirà ancora”.
Sulla vicenda del traghetto: “Tre italiani tra le vittime”. “‘Forse altri corpi sul relitto'”. “Caos sul numero dei passeggeri. Il Pm: mancano notizie certe di 179 persone”. Le vittime sarebbero “autisti di camion caduti in acqua da una scialuppa”. Il quotidiano offre tra l’altro la testimonianza di una donna, moglie di un camionista, che ha parlato con il marito mentre saliva sulla scialuppa e che non lo ha riconosciuto tra le foto dei morti.
Oggi anche una intervista al Ministro degli esteri Gentiloni (“‘Con Mosca torni il dialogo'”) e una al regista Paolo Sorrentino.
Il Giornale: “Finalmente se ne va”. “Stasera si chiude una delle pagine più buie della storia italiana”. E poi: “Figuraccia di Pinotti e Lupi sulla tragedia dell’Adriatico”.
A centro pagina la “raffica di aumenti” del nuovo anno: “Più care birra, multe e acqua”. “L’allarme di Confcommercio: con la Tari esborsi fino a 5 mila euro”.
Il Fatto quotidiano: “La nave dei misteri”. “Cosa si nasconde nelle stive della Norman Atlantic? Il timore è che nel garage andato in fiamme siano bruciati vivi dei passeggeri clandestini”, scrive il quotidiano.
Traghetto
Sul Corriere Fiorenza Sarzanini elenca “gli errori dell’equipaggio” contenuti “nell’atto di accusa della Procura” che indaga sul naufragio della Norman Atlantic. Si tratta del “decreto di sequestro firmato dai magistrati di Bari che ieri hanno disposto il trasferimento del relitto nel porto di Brindisi mentre era già in viaggio verso Valona, in Albania, trainato dai mezzi di un’impresa contattata dall’armatore Carlo Visentini, indagato assieme al comandante. Il provvedimento evidenzia proprio le carenze che ci sarebbero state al momento di far scattare l’allarme per mettere in salvo i passeggeri. E poi la necessità di verificare il corretto funzionamento dei dispositivi che, almeno secondo quanto testimoniato da chi era a bordo, in parte non hanno funzionato”.
Secondo l’atto della procura il relitto serve “per ricostruire l’esatta dinamica dell’incendio e dell’evacuazione non riuscita”. Si ricorda che “numerosi passeggeri già interrogati hanno raccontato di non aver sentito alcuna sirena. Qualcuno ha sostenuto di essere rimasto in cabina addirittura fino alle 5.20 prima di essere svegliato dal trambusto e dal fumo che a quel punto saliva dal garage. E questo avvalora l’ipotesi che l’allarme sia scattato in ritardo, pregiudicando per molti la possibilità di mettersi in salvo”.
Su La Stampa si scrive che “la Procura punta i piedi” e chiede di portare il relitto a Brindisi nel senso che c’era il timore “che le prove potessero essere compromesse”. Questo spiegherebbe la ragione di “insistere nel trainare un traghetto vuoto e alla deriva nonostante il mare sia in burrasca?”. E si ricorda che “due vite si sono perdute nelle ultime ore per colpa di questa decisione: due marinai albanesi che sono stati falciati dal cavo del loro rimorchiatore, spezzatosi come un fuscello sotto la forza delle onde mentre tentavano di tirare la grossa nave in mare aperto”.
La Stampa si sofferma anche sui clandestini che si imbarcano su navi di questo tipo, spesso nascosti nei tir nei garage delle navi. “Dalla Grecia all’Italia la rotta alternativa di afghani, pakistani e siriani Per questo sul Norman Atlantic potrebbero esserci altri morti”. “Il mare neppure lo vedono, e certe volte non l’hanno proprio mai visto. Stanno rannicchiati nei container in mezzo alle merci, giù nella pancia della nave. Dove si gela e l’aria è satura di gasolio bruciato. Pregano e dormono nel frastuono della sala macchine, convinti di avercela fatta. Sono viaggiatori di ultima classe. Migranti costretti a scegliere la rotta più lunga, la più pericolosa, la più economica”.
Istituzioni
Il Corriere offre un colloquio con il consigliere giuridico di Napolitano Salvatore Sechi. Il titolo: “I partiti scelgano un politico, no a un capo dello Stato a caso”. Sarebbe “sbagliatissima” una “conventio ad excludendum” costruita “per dispetto” nei confronti di Forza Italia. Decisivo sarà il ruolo dei “king maker”, come accadde in passato. Si citano i casi di Einaudi e Ciampi.
Sullo stesso quotidiano Marzio Breda parla del messaggio di fine anno di Napolitano e ricorda che rispetto a due anni fa “il cammino delle riforme imboccato, il risanamento dell’economia seriamente avviato. Dovrebbe ispirarsi a questo bilancio in chiaroscuro (ma con prevalenza della luce sul buio, per evitare d’essere ansiogeno) il messaggio che Giorgio Napolitano rivolgerà stasera agli italiani in tv, a reti unificate”. E insomma Napolitano cercherà di trasmettere alcuni “motivi di fiducia”.
Sul Sole intervista al vicepresidente del Csm Giovanni Legnini che dice: “Sto con Pignatone, la giustizia va comunicata”. Il tema è quello del “protagonismo” dei magistrati e Legnini dice di aver condiviso la lunga intervista al Sole con cui il Procuratore della Repubblica di Roma ha spiegato l’inchiesta Mafia capitale, nel senso che “ha fornito corrette informazioni sugli atti del procedimento che sono ampiamente pubblici”, ed ha insomma “fatto una corretta informazione, che è cosa molto diversa dal protagonismo”. Nella lunga intervista Legnini parla anche dello scontro tra Bruti e Robledo a Milano, della scelta di Lo Voi come Procuratore di Palermo, del ruolo del Csm rispetto alle leggi varate dall’esecutivo e dal Parlamento.
Economia, Grecia
Sul Sole intervento di Mario Draghi dedicato alla “stabilità e la prosperità dell’Unione monetaria”, in cui si ribadisce la convinzione che per “per completare l’unione monetaria” sarà necessario “rafforzare ulteriormente l’unione politica” europea.
Su La Repubblica Mariana Mazzucato (“L’abisso della disuglianza”) si sofferma sui dati che mostrano come nel nostro Paese la disuguaglianza è cresciuta più che in altri Paesi Ocse, e critica chi sostiene che l’impedimento alla crescita in Italia dipende dal livello troppo alto del costo del lavoro.
Sullo stesso quotidiano anche una intervista all’economista Piketty sula Grecia: “Tsipras non è il male, meglio di populisti e xenofobi”. “Il vero pericolo per l’Europa è l’ipocrisia di Juncker e Merkel”. Spiega che Tsipras probabilmente dovrà “formare un governo di coalizione” e che “si assesterà ulteriormente” su una posizione “europeista” che potrà produrre uno “choc politico” basato sulla revisione delle politiche di austerity rinegoziando i debiti pubblici. “E’ possibile, glielo assicuro”, dice.
Su Grecia anche Lorenzo Bini Smaghi sul Corriere (“Perché la Grecia ora può far male all’Europa”) in cui si parla dei “rischi sottovalutati” del voto in Grecia in cui si ricorda che una rinegoziazione o un taglio del debito greco – detenuto all’ottanta per cento da altri Paesi europei del Fondo Salva Stati – si tradurrebbe in un “trasferimento di risorse in via definitiva degli altri Stati e in un pari aumento del loro debito netto”. Per l’Italia sarebbero 20 miliardi di euro.
Da segnalare sull’Italia due commenti: Marcello Sorgi su La Stampa (“L’eccessivo ottimismo del premier”) e Vittorio Feltri su Il Giornale (“Matteo sarà abbattuto dall’economia”)
E poi
Mario Vargas Llosa su La Repubblica firma un intervento dedicato a Cuba (Repubblica)
Sullo stesso quotidiano, a proposito della condanna del blogger Navalny e di suo fratello, viene intervistato il direttore della Novaja Gazeta Dmitri Muratov: “è la dimostrazione che il regime di Putin sta riportando la Russia al Medioevo”, perché la sentenza “non ha niente a che fare con la giustizia” ma fa “riferimento diretto ai tempi dell’Inquisizione”.
Sul Sole: “A Mosca si risveglia la protesta”. La condanna dei due ha riportato in piazza manifestazioni di opposizione, e “centinaia di fermi”.
Segnaliamo una intervista al ministro degli esteri Paolo Gentiloni, su La Stampa, dove si parla di Russia (“L’Europa non è un rubinetto di sanzioni”) ma anche di Libia, di Ue e di Balcani.
Buon anno nuovo, la Rassegna italiana si prende una pausa e torna il 7 gennaio.