Chi andrà alla Farnesina?

La Repubblica: “Esteri, il Colle boccia le candidate di Renzi. Lavoro, sciopero Fiom”, “Braccio di ferro con Napolitano, oggi la nomina del ministro”. Operai picchiati, Alfano ai sindacati: governiamo insieme i cortei. Padoan alla Ue: banda larga e Tav, mille progetti da 10 miliardi”.

In evidenza un titolo sulla sentenza del Tar Campania: “Il Tar do ragione a De Magistris, ‘Trono sindaco’”.

A centro pagina la foto di Tim Cook, amministratore delegato di Apple: “L’orgoglio di mister Apple: ‘Sono gay, un dono di Dio’”.

In taglio basso: “Mps, pressing di Bankitalia, ma Intesa dice no alla fusione”, “Nuovo crollo del titolo in Borsa”.

Di spalla a destra un intervento di Paolo Rumiz sulla sorte di soldati della prima guerra mondiale uccisi “per le vie brevi” dai loro ufficiali o dai carabinieri per codardia, ribellione o episodi di pazzia: “Riabilitate quei soldati fucilati in trincea”. I principali Paesi belligeranti (Francia, Germania, Inghilterra) lo hanno fatto già da tempo.

A fondo pagina: “Roma, paura a Eataly, chef accoltellato da un collega”.

La Stampa: “Sindacati-Renzi, sfida continua”, “La Fiom: sciopero generale. Alfano, solidarietà a poliziotti e operai”.

La foto in prima pagina raffigura Luigi De Magistris: fa il gesto della vittoria, seduto alla scrivania di Palazzo San Giacomo. Il titolo: “Contrordine, il Tar reintegra De Magistris”.

In evidenza anche una foto degli scontri ieri a Gerusalemme tra ebrei ultraortodossi e palestinesi: “Israele chiude la Spianata. Battaglia sui luoghi sacri”.

Sotto la testata, il “coming out del capo di Apple”: “Tim Cook: sono felice di essere gay”, “Il racconto della sua vita privata. ‘E’ un dono di Dio, ma nel mondo troppe leggi discriminatorie’” .

Il Corriere della Sera: “La Fiom sfida Renzi: sciopero”. “L’iniziativa contro la riforma del lavoro”. “Cala invece la tensione sugli operai feriti”. E poi: “Via libera del governo al 730 precompilato per dipendenti e pensionati”.
In alto: “I dubbi del Quirinale sui nomi per il ministero degli Esteri”. Il retroscena di Marzio Breda è titolato: “La richiesta di una figura esperta e autorevole”:
A centro pagina un articolo di Marco Demarco: “De Magistris torna sindaco. La sceneggiata del diritto”, sulla decisione del Tar sulla Legge Severino.
In evidenza anche “la contesa della spianata” delle Moschee, a Gerusalemme, che è stata chiusa per un giorno dagli israeliani per timore di scontri.

Il Fatto: “Esteri, stop di Napolitano. Non vuole più ‘renzate’”, “Il Presidente del Consiglio sale al Colle ma si vede bocciare i nomi per la sostituzione alla Farnesina della Mogherini. Il comunicato del Quirinale parla di ‘primo scambio di opinioni’: persino il capo dello Stato ne ha abbastanza di candidati improbabili”.

La foto di Luigi De Magistris che fa il segno della vittoria torna anche su questo quotidiano sotto il titolo: “De Magistris torna in sella. Il Tar boccia la Severino”, “Di nuovo sindaco sino al verdetto della Consulta sulel norme che fanno scattare la sospensione. Spera anche B.?”.

In taglio basso: “Le botte nel Paese dei furbetti”, “L’accusa di Landini: ‘Paghiamo anche per loro, ma ci prendiamo bastonate”.

E la foto dell’incontro ieri a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio e il leader della Fiom Landini viene presentata sotto la didascalia “mondi separati”: “Fiom, sciopero generale, ma il premier non molla: ‘Jobs Act non si tocca’”.

“Se questo è un ministro” è il titolo che campeggia invece sulla foto del ministro dell’Interno, che ieri ha riferito al Senato e alla Camera sugli incidenti di mercoledì a Roma : “Manganellate, Alfano solo in aula a fare il vigile”, “Riferisce in un Parlamento deserto sugli scontri operai-polizia. ‘Solidale con agenti e lavoratori’”.

A fondo pagina: “Pianeta Farinetti”, “Eataly & sangue, dipendente accoltella chef: ‘Mi umiliava’”.

Il Sole 24 Ore: “La crescita Usa si rafforza con export e investimenti”. “L’America guida la ripresa globale. Pil a +3,5 per cento annuo nel terzo trimestre. Balzo del dollaro”. “In forte rialzo la spesa di imprese e famiglie”.
A centro pagina: “Su Terni governo in campo”. “Renzi: chiarire sugli scontri, ma dovere morale è occuparsi della vertenza. Guidi: esuberi ridotti a 150”. “Ma la Fiom va allo sciopero: otto ore a novembre contro il Jobs Act”.
In prima si parla anche dello “stallo” nella successione agli Esteri” e del lungo colloquio tra Renzi e Napolitano.

Il Giornale: “Alfano come Fini. Il gusto per il voltafaccia, l’irrilevanza politica e l’allergia alle dimissioni. Forse farà la stessa fine. Dopo gli scontri il premier tratta con i sindacati, ma la Fiom proclama lo sciopero generale”. E poi: “Berlusconi chiama Renzi: il patto del Nazareno non si tocca”.
A centro pagina: “De Magistris torna sindaco, la Severino vale solo per il Cav”. “Accolto il ricorso sulla retroattività della legge”.

Farnesina

Su La Repubblica, pagina 2: “Esteri, Napolitano frena Renzi, congelata la rosa di donne per il nuovo ministro. Mogherini da domani alla Ue”, “Il Quirinale avverte: ‘Primo scambio di opinioni sulla nomina’. Nel colloquio esaminati anche i nodi riforme, Csm, e Consulta”. Il quotidiano scrive che il premier si è presentato al Quirinale con una rosa tutta al femminile: Lia Quartapelle, Marina Sereni, Elisabetta Belloni e Marta Dassù: “nomi che non hanno convinto” il presidente, che ha chiesto un’ulteriore riflessione. Il retroscena è a firma di Alberto D’Argenio: “E il premier alla fine esclude l’interim, ‘Oggi la scelta, non rompo con il Colle’”. Dove si legge: “Il confronto è stato ‘franco’. Il che, per restare in materia, nel linguaggio della diplomazia significa aspro”. Il presidente del Consiglio ha proposto quei nomi spiegando che vorrebbe mantenere la parità di genere nel suo governo. I presidente ha illustrato il profili richiesto, ricordando che la sua è un’indicazione cogente, perché è la stessa Costituzione a conferire al Quirinale un ruolo in questo campo. I nomi: Lia Quartapelle, deputata trentaduenne, sembra la sua preferita, rappresenta l’incarnazione della “narrativa renziana”, ma il Capo dello Stato scuote la testa: malgrado un solido curriculum, non ha abbastanza esperienza. Secondo il quotidiano, poi, il capo dello Stato non condividerebbe il postulato del nome femminile. La sensazione di alcuni è che preferirebbe l’attuale viceministro Lapo Pistelli, che già svolgeva questo ruolo con il governo Letta e che ha alle spalle una carriera dedicata alla politica internazionale. Ieri sera un nome “gettonato” era quello di Marta Dassù, che è già stata sottosegretario con Monti, viceministro con Letta e ha lavorato a Palazzo Chigi con D’Alema. Ed ha anche ottimi rapporti Oltreoceano.

Il Fatto scrive che il profilo più gradito al Colle sarebbe quello di Lapo Pistelli, per via della sua esperienza. Il quotidiano ricorda i trascorsi burrascosi con Renzi, “da quando Matteo, ex portaborse, decise di sfidarlo alle primarie per Firenze e vinse. Acqua passata, ma non del tutto”. E poi c’è Marta Dassù: per il Presidente potrebbe andare bene, per il capo del governo è troppo dalemiana, troppo vicina a Giuliano Amato e a giri che lui non controlla.

Anche sul Corriere Marzio Breda scrive della spinta del Quirinale per “una figura dal profilo collaudato e autorevole. Meglio se da politico che da tecnico puro”, e dunque quella di “Lapo Pistelli, attuale viceministro, che Napolitano preferirebbe perché sembra avvicinarsi di più ai requisiti d’esperienza e di standing internazionale che ha in mente”.

La Stampa, con Antonella Rampino, scrive che “un’alta fonte diplomatica”, dopo l’incontro al Colle si è lasciata sfuggire un “siamo molto lontani”. E per il quotidiano “l’impasse non è di poco conto” e ci sarà un ulteriore approfondimento, dopo l’incontro di ieri, nel corso del quale c’è stata una dettagliata “job descriprion” del prossimo capo della Farnesina, che per Napolitano deve avere competenza, esperienza e capacità di iniziativa politica. Si sa -scrive Rampino- che tra i ministri degli Esteri particolarmente apprezzati dal Colle c’è stata, per rendere una esemplificazione, una figura come quella di Emma Bonino. E a rafforzare il fermo convincimento del Capo dello Stato che occorra un titolare della politica estera degna di questo nome sarebbe valsa anche la lettura del fondo dell’ex ambasciatore Alberto Toscano, pubblicato da La Stampa, in cui si caldeggiava la scelta di un ministro degli Esteri con capacità di iniziativa politica.: la testata ieri campeggiava sulla scrivania presidenziale.

Landini, Fiom, Ast

La Repubblica intervista il segretario della Fiom Maurizio Landini, che dice: “Torni l’acciaio di Stato, così eviteremo di svendere le industrie agli stranieri”, “Basta Leopolde vuol dire basta saltare mediazioni, in questo modo si riducono gli spazi della democrazia”. Spiega Landini: “Se non vogliamo svendere o regalare la siderurgia agli stranieri è indispensabile che lo Stato faccia la sua parte”. Ne avete parlato con il presidente del Consiglio ieri a Palazzo Chigi? “Sì, abbiamo posto questo problema che è il perno di qualunque politica industriale”. E cosa ha risposto Renzi? “Che è disponibile a un confronto”. Tornare alla vecchia Iri? “Io penso che non si possa più rinunciare a un intervento pubblico nei settori strategici, com’è quello della siderurgia, finalizzato anche a definire nuovi assetti proprietari”. Per esempio l’Ilva acquistata dallo Stato? “Per l’Ilva questo passaggio è necessario”. Poi spiega che lo sciopero generale proclamato per novembre “non è altro che la continuazione della manifestazione di sabato” (quella di Piazza San Giovanni, ndr.)., “per abbassare i toni”, come ha chiesto Renzi, “bisognerebbe avere la possibilità di confrontarsi. Con lo sciopero chiediamo al governo di cambiare le sue politiche economiche. Ciò che ha fatto finora non è adeguato alla situazione”.
Per La Stampa il presidente del Consiglio è “pronto a portare il caso Terni direttamente sul tavolo della Merkel”.
Il Fatto, sull’incontri ieri a Palazzo Chigi con i sindacati: “Renzi prova a cancellare le botte: ‘Sindacati, io con voi non discuto’”, “La Fiom dopo il tavolo con il governo proclama lo sciopero generale”.
Di fianco, il resoconto dell’informativa che ieri il ministro dell’Interno ha tenuto al Parlamento sugli incidenti a Roma: “L’inutile ministro che parla da solo”, “Angelino Alfano legge la sua striminzita ricostruzione delle manganellate della polizia a Camera e Senato vuote”.
Su La Stampa: Alfano sulla graticola dell’Aula, ritrova il conforto di Forza Italia”. Per La Repubblica “Angelino imbarazza il Pd. Il premier :’Ma la Leopolda non c’entra coi manganelli’”.

Giggino

Il Fatto: “’Giggino’ scassa la Severino: il Tar dice sì e torna sindaco”, “De Magistris si riprende Napoli dopo la condanna ‘Why not’. Il tribunale sospende l’effetto delle legge che porta il nome dell’ex ministro. Ora tocca alla Consulta”. In basso, sulla stessa pagina: “Gli ascari di Silvio all’attacco :’Va riabilitato anche Berlusconi’”(decaduto dalla carica di senatore per effetto della legge Severino). Si riferisce delle motivazioni con cui il Tar Campania ha ritenuto non manifestamente infondate le obiezioni sull’applicazione retroattiva della Legge Severino, rinviando la decisione alla Corte costituzionale: “l’applicazione retroattiva di una norma sanzionatoria, anche di natura non penale, urta con la pienezza ed il regime rafforzato di diritti costituzionalmente garantiti”, ha scritto il Tar.

La Repubblica: “E Silvio cerca la rivincita :’Per me questa è una chance, la Ue ne dovrà tenere conto’” (si fa riferimento al ricorso presentato alla Corte europea dei diritti). E alla pagina seguente, su De Magistris: “L’ex magistrato esulta a ritmo di rap. ‘Che calvario, oggi è nu juorno buono’”, “I festeggiamenti dopo la sentenza: ‘Il Cavaliere dovrebbe rivolgersi ai miei avvocati’”.

Sul Corriere Marco Demarco scrive che che va sottolineato il fatto che ora si rimetta in discussione proprio la retroattività della legge Severino, “difesa ormai solo da Raffaele Cantone”. E questo per il fatto che “il sindaco di solito giustizialista e convinto che il sospetto di colpevolezza debba prevalere sulla forma si è appellato al principio di innocenza”, mentre l’opposizione, Pd in testa, “ha approfittato di una legge discutibile” per chiederne le dimissioni.

Economia

Sul Corriere si dà conto dei dati sui risparmi degli italiani perché “per il secondo anno consecutivo, dopo la caduta seguita allo scoppio della crisi, è infatti aumentata, passando dal 29 al 33%, la quota di famiglie che negli ultimi 12 mesi sono riuscite a mettere i soldi da parte”. “Il dato che segna la differenza è quello che rivela come circa un terzo delle famiglie italiane – il 26% del campione – non sarebbe in grado di far fronte con sue risorse a una spesa imprevista di mille euro e quello che invece fa salire al 74% la quota impreparata a una di 10 mila euro”. Contemporaneamente sono 50 su 100 gli italiani chi si dichiarano soddisfatti “della propria situazione economica: negli ultimi tre anni la percentuale degli insoddisfatti era sempre stata superiore”. La quota di italiani che hanno messo soldi da parte negli ultimi 12 mesi è pasata al 29 al 33 per cento.
Intanto, come scrive Il Sole 24 Ore, “l’America continua a crescere al di là delle previsioni. L’economia americana ha accelerato infatti al 3,5% nel terzo trimestre dell’anno, confermando il giudizio della Federal Reserve sulla crescente solidità della ripresa”. Il Pil del terzo trimestre Usa è stato “sostenuto da investimenti aziendali e spesa dei consumatori, una ricetta che potrebbe avviare l’economia americana, dopo sei anni di ripresa, su una strada di espansione sostenibile e consentire alla Banca centrale un futuro aumento dei tassi di interesse senza eccessivi rischi di danneggiare l’attività e la fiducia degli operatori economici e finanziari”.

E poi

Su La Stampa, grande attenzione per gli scontri a Gerusalemme: “Chiusa la Spianata, palestinesi in rivolta”, “Attentato a un rabbino, Israele blocca l’accesso: Scontri e feriti. Anu Mazen: dichiarazione di guerra”. La tensione è salita dopo l’aggressione del rabbino Yehudà Glick (avvicinato da un uomo in moto che gli ha sparato). Lo Shin Bet ha dato la caccia all’attentatore e lo ha uccido dopo uno scontro a fuoco: è un uomo di 32 anni che ne passati 10 nelle carceri israeliane.
Sul Corriere Massimo Gaggi scrive di Brittany Mainard, la 29enne dell’Oregon malata di cancro che domani dovrebbe togliersi la vita con un suicidio assistito e sulla eredità che lascia ad “Paese orgoglioso della sua enorme vitalità” che sarà “costretto a fermarsi a riflettere anche sui drammi, fin qui relegati in un angolo buio, degli ultimi giorni di vita dei malati terminali”.

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