Corriere della Sera: “Le parole rivoluzionarie del Papa”, “’No all’ingerenza spirituale nell avita delle persone’”.
Di spalla: “Letta su Berlusconi: non pè un perseguitato”.
A centro pagina: “Varato il piano dell’Italia per attrarre investimenti”.
La Repubblica apre con le parole di Letta: “’Berlusconi non è un perseguitato’”, “Letta difende i magistrati. Deficit, scontro Ue-Italia: se sforate, manovra bis”.
Di spalla, sul Papa: “Divorziati e aborto, l’abbraccio di Francesco”.
A centro pagina: “Omofobia, sì alla legge, la maggioranza si spacca”.
La Stampa: “Letta stoppa Berlusconi”, “’Nessuno è perseguitato’. Il leader Pdl: l’esecutivo resiste se mantiene i patti”.
Sotto la testata: “Omosessualità divorzio e aborto, la Chiesa di Francesco: ‘Come un ospedale da campo’”.
A centro pagina: “I ricercatori: così ci costringono a emigrare”.
Il Foglio: “Papa Francesco e i cari estinti”, “I principi non negoziabili, bandiera di due papi, sono ormai lettera orta. Con l’intervista al giornale dei gesuiti, il vescovo di Roma ribalta il paradigma cattolico ratzingeriano. Reazioni di sconcerto”.
Di spalla: “Il Cav. Nella sede nuova del partito nuovo, tra tartine e dubbi vecchi”, “’La crisi sarebbe destabilizzante’ e chiede ai ministri di non alzare le tasse. Ma i falchi prevedono presto la battaglia”, “Le parole sgarbate di Letta”.
Il Fatto: “Parla il maggiordomo di B. ‘Filo diretto con Napolitano’”, “Dopo 25 anni di onorato servizio, Alfredo Pezzotti (detto ‘mummia per i suoi silenzi) racconta al ‘Fatto’ la vita segreta del Caimano: le feste con Putin, l’amicizia con il capo dello Stato e con Letta jr. ‘Ogni sera toglievo dalle tasche manciate di bigliettini con numeri di ragazze’”.
A centro pagina: “Iva e bilancio, anche Letta è in campagna elettorale”.
Il Sole 24 Ore: “Mercati, rally in Europa: Borse ai massimi da 5 anni”, “L’effetto-Fed spinge i listini Ue, ma Wall Street cede. Piazza Affari +1,43% sui rialzi delle banche”, “Spread Btp sotto i Bonos. Dollaro debole, sale l’oro”.
In taglio basso: “Deficiti, segnali di flessibilità Ue”, “Ma per l’Italia resta il tetto del 3%. Lupi: le spese per le reti fuori dal Patto”.
Il Giornale: “I ladri di Equitalia”, “Tangenti sulle tasse”, “Blitz contro i mastini del Fisco: un gruppo di funzionari prendeva mazzette per favorire gli amici. E’ il sintomo di uno Stato malato e di una burocrazia troppo potente”.
Di spalla: “Letta fa il gradasso ma Berlusconi avverte: ‘Si muova o sarà crisi’”.
L’Unità apre con le parole contenute in una lettera al giornale del presidente del Consiglio: “’Con la crisi, addio riforme’”, “Letta scrive a l’Unità: al congresso Pd non sosterrò nessuno, vince chi aiuti il governo’”.
A centro pagina: “Gay e divorziati: la svolta di Francesco”.
Libero: “Il Papa: vi svelo i miei segreti”, “Il Pontefice racconta quali sono i suoi scrittori preferiti, i film che ha visto, la musica che ama di più e perfino i quadri che lo hanno colpito. Ma parla anche di mal di schiena, di gay e divorzio”.
Bergoglio
Con una intervista di 29 pagine concessa a “Civiltà Cattolica”, storico quindicinale dei gesuiti, realizzata nella seconda metà di agosto, il Papa ha spiegato la sua visione della Chiesa ed ha raccontato episodi della sua formazione umana e religiosa.
La Stampa, riproducendo ampi stralci di questa conversazione con il direttore della rivista padre Antonio Spadaro, divide in capitoli la lunga intervista. Dice il Papa: “Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia”, è inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo o gli zuccheri alti, poi potremo parlare di tutto il resto. Su aborto e contraccezione: “Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi”, “il parere della Chiesa, del resto, lo si conosce, e io sono figlio della Chiesa, ma non è necessario parlarne in continuazione”. Sui gay: “Dobbiamo annunciare il Vangelo su ogni strada, predicando la buona notizia del Regno e curando, anche con la nostra predicazione, ogni tipo di malattia e di ferita. A Buenos Aires ricevevo lettere di persone omosessuali, che sono ‘feriti sociali’ perché mi dicono che sentono come la Chiesa li abbia sempre condannati. Ma la Chiesa non vuole fare questo. Durante il volo di ritorno da Rio ho detto che, se una persona omosessuale è di buona ovlonttà ed è in cerca di Dio, io non sono nessuno per giudicarla. Dicendo questo ho detto quel che dice il catechismo. La religione ha il diritto di esprimere la propria opinione al servizio della gente, ma Dio nella creazione ci ha resi liberi: l’ingerenza spirituale nella vita personale non è possibile”.
“Bisogna sempre considerare la persona. Qui entriamo nel mistero dell’uomo, nella vita Dio accompagna le persone e noi dobbiamo accompagnarle a partire dalla loro condizione”.
Sulla dottrina della Chiesa: “Chi oggi cerca sempre soluzioni disciplinari, chi tende in maniera esagerata alla ‘sicurezza’ dottrinale, chi cerca ostinatamente di recuperare il passato perduto, ha una visione statica e involutiva. E in questo modo la fede diventa una ideologia tra le tante. Io ho una certezza dogmatica: Dio è nella vita di ogni persona, Dio è nella vita di ciascuno, anche se la vita di una persona è stata un disastro, se è distrutta dai vizi, dalla droga o da qualunque altra cosa, Dio è nella sua vita”. Perché – dice ancora il Papa – “Dio è più grande del peccato” e “i ministri del Vangelo” devono essere persone “capaci di riscaldare il cuore delle persone, di camminare nella notte con loro”, “il popolo di Dio vuole pastori e non funzionari o chierici di Stato”.
Il Papa dice anche che è sbagliato pensare “che i cambiamenti e le riforme possano avvenire in breve tempo”. Racconta poi di aver avuto seri problemi e di esser stato accusato di essere un “ultraconservatore” per via del suo modo “autoritario e rapido” di prendere decisioni. Sottolinea quanto sia importante avere una consultazione con gli altri membri della Chiesa: “I concistori, i sinodi sono, ad esempio, luoghi importanti per rendere vera e attiva questa consultazione. Bisogna renderli però meno rigidi nella forma. Voglio consultazioni reali, non formali”.
Sulla donna nella Chiesa: “E’ necessario ampliare gli spazi di una presenza femminile più incisiva nella Chiesa. Temo la soluzione del ‘machismo in gonnella’ perché in realtà la donna ha una struttura differente dall’uomo”.
Sulla Curia: “I dicasteri romani sono al servizio del Papa e dei vescovi: devono aiutare sia le Chiese particolari sia le conferenze episcopali. Sono meccanismi di aiuto. In alcuni casi, quando non sono ben intesi, invece, corrono il rischio di diventare organismi di censura. E’ impressionante vedere le denunce di mancanza di ortodossia che arrivano a Roma. Credo che i casi debbano essere studiati dalle Conferenze episcopali locali. I casi, infatti, si trattano meglio sul posto. I Dicasteri romani sono mediatori, non intermediari o gestori”.
Sulla sua formazione culturale racconta di aver amato moltissimo Dostoevskji ed Holderlin, di aver letto “I promessi sposi” tre volte, di aver amato più di ogni altro film “La strada” di Fellini (“mi identifico con quel film, nel quale c’è un esplicito riferimento a San Francesco”). Dice di aver visto tutti i film con Anna Magnani e Aldo Fabrizi e di aver amato molto “Roma città aperta”.
Il Corriere e la Stampa intervistano Antonio Spadaro, il direttore di Civiltà cattolica. “Non è stato un colloquio ma una lezione spirituale”, “mi ha detto che Dio è come un fiore di mandorlo siciliano”, scrive La Stampa dando conto di alcune delle sue considerazioni. Il Corriere dice: “Il Papa è appassionato di frontiere, le periferie esistenziali. Bisogna vivere sbilanciati, la Chiesa samaritana che si china sull’uomo ferito”.
Su La Repubblica Hans Kung scrive che il Papa deve affrontare ora una prova decisiva, ovvero soccorrere quei gruppi umani afflitti da forme di “povertà” che anelano a un miglioramento della loro condizione: povertà va intesa seguendo l’ampliamento di questo concetto contenuto già nei vangeli sinottici: il vangelo di Matteo chiama ‘beati’ i poveri in spirito”, e intende dunque non solo i miseri e gli affamati, ma tutti coloro che sono emarginati e oppressi, e che soffrono nel proprio intimo la pena e l’afflizione, come fa nel vangelo Matteo, comprenendo qui anche il peso della colpa. Tra questi Kung comprende “i divorziati, che in molti Paesi sono milioni, e che sono esclusi dai sacramenti della Chiesa; le donne, vilipese a causa dell’atteggiamento della Chiesa sui temi della contraccezione, della fecondazione artificiale e dell’aborto (ad osservare il divieto della fecondazione artificiale, ricorda Kung, è solo una piccolissima minoranza, mentre perlopiù le donne cattoliche la praticano senza alcun rimorso di coscienza); l’aborto, che non va banalizzato, ma le donne che scelgono di abortire meritano comprensione e compassione. E poi i preti, costretti a rinunciare al sacerdozio per aver contratto matrimonio”.
Luigi Accattoli sul Corriere della Sera sottolinea che la grande novità di Papa Francesco è questa: prima il Vangelo e poi la dottrina.
Su La Stampa (“La rivoluzione che parte dal Vaticano”), Andrea Tornielli dice che “il messaggio centrale dell’intervista che Papa Bergoglio ha concesso al confratello Antonio Spadaro per ‘Civiltà cattolica” sta tutto in quell’immagine della Chiesa come ‘ospedale da campo dopo la battaglia’. Un luogo dove si curano le ferite”. Una Chiesa “capace di mostrare il volto della misericordia” e si concentra ‘sull’essenziale’”, scrive Tornielli. E più avanti: “Bergoglio replica chi gli sta imputantdo scarsa loquacità sui ‘valori non negoziabili’. Dalle sue parole si ricava che l’evangelizzazione, per lui, non si fa reiterando ogni settimana la condanna dell’aborto o dei matrimoni gay. La Chiesa deve annunciare innanzitutto che ‘Gesù Cristo ti ha salvato!’ e accompagnare le persone”. Sulle critiche di quanti, come il cardinale statunitense Nolan, lo rimproverano perché si aspettavano più rapide, spiega che “ogni cambiamento efficace richiede tempo e discernimento, anche se talvolta, come accaduto per Ior, sono necessarie decisioni urgenti”.
A firmare l’analisi sulla prima pagina de Il Foglio sulle parole del Papa è Nicoletta Tiliacos, che sottolinea come i principi non negoziabili siano ormai diventati lettera morta. Raccoglie le opinioni del vaticanista Sandro Magister e di Francesco Belletti (presidente del Forum che raccoglie le associazioni cattoliche che si occupano di famiglia).
Politica italiana
I quotidiani riferiscono ampiamente delle parole pronunciate ieri dal presidente del Consiglio in conferenza stampa ieri.
Il Corriere scrive che sono espressione della sua insofferenza verso i “giochini” dei partiti, delle minacce esplicite e degli avvertimenti sotterranei: ha capito che nel Pdl -come nel Pd- rischiano di prevalere le pulsioni elettorali e quindi dice: “presto andrò all’attacco a tutto campo, vedrete…Sennò la fine è segnata. Una lenta agonia non serve al Paese”, “Non c’ho scritto Jo Condor in testa, l’ho imparato da bambino”, “Si cerca di usare il governo come un punching ball, tutti se le danno di santa ragione”. Sul videomessaggio in cui Berlusconi attacca la magistratura: “In Italia lo stato di diritto funziona e la magistratura la vogliamo difendere”, “Siamo uno stato di diritto, non ci sono persecuzioni”.
Nelle stesse ore Silvio Berlusconi inaugurava la sede di Forza Italia a Roma. Ha parlato del governo, confermando che non staccherà la spina perché “una crisi ora sarebbe destabilizzante e la stabilità rappresenta un bene”, ma ha anche precisato che “la tregua durerà fino a quando il governo porterà in fondo i provvedimenti e manterrà gli impegni”.
La Stampa scrive che l’inaugurazione si è celebrata in un clima tutt’altro che festoso, anche per via della incomunicabilità attuale tra le due fazioni interne al Pdl, ovvero falchi e colombe.
La Repubblica intervista il ministro degli affari regionali Graziano del Rio: “Non è il Cavaliere a dettare le priorità del governo, si decide insieme, basta ricatti”. Dice che “anche il Pd ha un grande, grandissimo senso di responsabilità. Le parole sulla sinistra e i magistrati che Berlusconi ha pronunciato nel video sono totalmente inaccettabili”, “in questi mesi il Pd ha accettato un compromesso estremo sulla questione delicata dell’Imu”. “Ma non ha intenzione di passare per il partito delle tasse, quello che scassa i conti, mentre il Pdl fa la parte della forza che non mette le mani nelle tasche dei cittadini”.
Il quotidiano riferisce anche che il nuovo round della Giunta per le elezioni del Senato sulla decadenza di Berlusconi è previsto il 4 ottobre. La discussione sarà pubblica.
Il nuovo relatore, che è anche il presidente della Giunta stessa, Stefano, di Sel, in una intervista a La Repubblica, dice: “Ora in aula serve trasparenza. Voto palese, come per Previti”. Ed invoca subito un accordo tra i gruppi per consentire la deroga al regolamento (che prevederebbe il voto segreto in Aula).
Si tiene oggi e domani l’assemblea nazionale del Partito Democratico e, secondo La Repubblica, il punto “è tutto lì”, ovvero la data di convocazione del Congresso. Celebrare il congresso nell’ultima finestra plausibile prima della fine dell’anno è un modo di blindare il governo, scrive La Repubblica, riferendosi anche alle parole pronunciate da Enrico Letta: “la data ideale del congresso sarebbe il 15 dicembre”, perché, spiega ancora il quotidiano, “se Renzi vincesse e fosse tentato di dare una spallata all’esecutivo, sarebbe imbrigliato dai tempi”. Se si scavalla la finestra di primavera, poi si entra nel semestre di presidenza Ue e il governo deve navigare per forza. Renzi insiste su novembre.
Ed Enrico Letta scrive ai due quotidiani di riferimento del Pd una lettera, in cui preannuncia peraltro che non parteciperà alla riunione della assemblea nazionale: è “una scelta naturale” perfino scontata, dal momento che quello che prende il via oggi è un percorso congressuale che seguirò sì’ con grande attenzione ma senza prendervi parte attiva, per via del ruolo che ho l’onore di rivestire. Non parteggerò, quindi, per nessuno dei candidati in campo e mi impegno sin d’ora a relazionarmi con il segretario eletto, chiunque sia, con rispetto e unità di intenti”.
La Repubblica intervista Franco Marini, storico leader dei popolari, impallinato dai compagni di partito nella corsa per il Colle, che, come sottolinea il quotidiano, boccia la candidatura di Renzi: “Il partito personale è un errore, voto Cuperlo. La premiership? In gara ci sarà anche Enrico”. Dice Marini: “il Pd è diventato fragile, non ci serve un leader simpatico”.
L’Unità intervista uno dei candidati alla segreteria, Gianni Cuperlo: “La sfida della sinistra: un new deal per l’Italia”, “voglio un Pd che ritrovi pezzi della società che ha trascurato. Il congresso è la nostra grande opportunità. La destra va sconfitta anche culturalmente”.
Internazionale
Su Il Foglio si riproduce un saggio di Paul Hockenos pubblicato su Foreign policy e dedicato alla cancelliera Merkel: “La quieta rivoluzionaria”, “Merkel sarà pure cauta, a intanto ha cambiato la Cdu e la Germania per sempre”, “Il conservatorismo tedesco oggi è più inclusivo e liberale rispetto a otto anni fa, e ha mangiato terreno politico all’Spd”, “Merkel ha liberato la Cdu dallle alleanze storiche e ha portato il voto delle donne giovani che prima erano tutte per l’Spd”, “Finora Merkel si è spostata a sinistra tutte le volte che ha voluto. La nascita del partito anti euro la costringe ad altri calcoli”, “mai prima d’ora, nella storia dell’Europa postbellica, la Germania è stata così potente, così benestante, così regale”.
Su La Stampa: “Il partito anti euro scompiglia la Germania”. “L’Adf, Alternativa per la Germania, verso il Bundestag. Toglie consensi ai liberali, ora scaricati da Merkel, che invita a votare solo CDU”.
La Cancelliera ha fermato brutalmente ieri il tentativo dei liberali di fare campagna elettorale per il voto disgiunto, in una corsa che ha ormai palesemente trasformato in un plebiscito. La Merkel ha invitato a votare Cdu-Csu e a non concedere il secondo voto ai liberali della Fdp.
Quanto al partito anti euro Adf le analisi evidenziano che la quota maggiore degli elettori, ovvero il 22 per cento, proviene dalle fila dei liberali.
Il 16 per cento dei sostenitori di questo partito sono poi ex elettori del partito della Merkel. La terza quota maggiore proviene dalla sinistra radicale della Linke.
Due pagine del Corriere sono dedicate alle elezioni tedesche: “Anti euro alle soglie del Parlamento. Incubo per la Merkel e il continente”. Poi una analisi di Massimo Nava: “L’asse incrinato con Parigi mette in crisi anche Berlino. La locomotiva tedesca ha bisogno di una unione forte. Il quotidiano intervista il Presidente della associazione degli industriali tedeschi Ulrick Grillo, di origini italiane. La moneta unica va tenuta e rafforzata, dice.
Su Reset leggi l’intervista di Alessandro Lanni ad Angelo Bolaffi
Su La Repubblica Vincenzo Nigro si occupa del processo a Saif Al Islam, uno dei figli di Gheddafi. Si ricorda che era atteso in Aula a Tripoli: mai guerriglieri di Zintan che lo hanno catturato nell’autunno del 2011 non lo hanno trasferito a Tripoli. Il processo è stato rinviato al 12 dicembre. Il braccio di ferro tra il governo centrale, debolissimo, e la milizia, è ancora in piedi. Da mesi gli attivisti internazionali per i diritti umani chiedono che venga processato dal tribunale penale dell’Aja perché gli venga garantito un processo equo.
La Stampa scrive che il breve incontro tra Obama e il neopresidente iraniano Hassan Rouhani potrebbe avvenire martedì a margine della assemblea generale Onu, dove entrambi parleranno, anche se ufficialmente non sono arrivate conferme. La Casa Bianca ha confermato invece le voci, potrebbe trattarsi di un breve colloquio o anche solo di una simbolica stretta di mano tra i leader delle due nazioni che hanno sospeso le relazioni diplomatiche dalla rivoluzione khomeinista del 1979. A Teheran rimbalzano notizie sul possibile rilascio dei candidati alla presidenza riformisti che sfidarono Ahmadinejad nel 2009 e che da oltre da due anni sono agli arresti domiciliari.
Sul Corriere della Sera: “Obama dà credito all’Iran. Verso l’incontro con Rouhani.
Rouhani peraltro, scrive il quotidiano, negli Usa avrà incontri pubblici e concederà diverse interviste a giornali e tv.
Su La Repubblica: “Mister Facebook attacca Obama. ‘Sul datagate non c’è trasparenza’. La svolta politica di Zuckeberg. ‘Così si alimenta la paura’”.