Da Reset-Dialogues on Civilizations
Roma è un variopinto mosaico di fedi e credi, ma senza dubbio la religione che sta cambiando il volto della città è l’Islam. Ce lo conferma Islam metropolitano (Edizioni Edup, 2013), sorprendente libro della sociologa Alessandra Caragiuli che, grazie a una ricerca sul campo durata cinque anni, ha mappato i luoghi di culto dell’Islam a Roma e in vari comuni della provincia (Anzio, Aprilia, Ladispoli, Tivoli, Velletri), registrando un fenomeno in espansione in Italia: il processo di re-islamizzazione nel Paese d’approdo. È, infatti, in crescita il numero dei migranti che arriva laico e non praticante e riscopre la fede nel Paese d’accoglienza cominciando a frequentare moschee, associazioni o organizzazioni religiose e politiche.
A partire da una stima di circa un milione e settecentomila musulmani in Italia (provenienti da Europa dell’est, Maghreb, Sahara, Medio Oriente, Africa subsahariana e Asia), appartenenti a una pluralità di credi, e di oltre 750 moschee, in crescita nel centro-sud del Paese, l’area metropolitana romana rappresenta oggi, al pari delle grandi città mediterranee, uno dei principali centri urbani europei per eterogeneità nazionale e dottrinale, con 183 gruppi nazionali.
“Sui 100 mila musulmani stimati – spiega Caragiuli – gli osservanti che frequentano abitualmente i centri aggregativi e le 28 sale di preghiera mappate, sono il 16 percento del totale, ai quali occorre aggiungere un 10 percento circa, prevalentemente donne e mistici, che praticano la fede in spazi privati prestati ai rituali religiosi. In maggioranza si tratta di fedeli sunniti provenienti dal Nord Africa che conferiscono alla comunità islamica un tratto prevalentemente mediterraneo, appartenenti a varie tipologie di gruppi religiosi: islamisti, missionari, militanti messianici, asceti”.
Oltre a tracciare un affresco etnografico dei luoghi dell’Islam metropolitano, l’autrice mette in evidenza che, in contrasto con la dominante visione xenofoba, si sta tacitamente radicando nei territori dell’area romana un “Islam plurale” che contribuisce alla trasformazione urbana, sociale e politica. Le narrazioni inserite nel volume (storie di vite e interviste in profondità) mostrano, inoltre, inediti focus di osservazione sul funzionamento dei sistemi comunitari e sull’espandersi di movimenti tradizionalisti e islamisti a carattere internazionale (come il gruppo missionario ultraconservatore “Tablighi Jamaat” nato in India un secolo fa) “che includono un numero sempre più rilevante di convertiti italiani, a lor dire, in straordinaria ascesa (la cifra è ancora imprecisata)”.
Per l’autrice “i cambiamenti in chiave post-secolare sono evidenti nei tentativi di istituzionalizzazione dei diversi istituti musulmani in Italia. Non soltanto quello matrimoniale e scolastico, ma di quei meccanismi di regolamentazione del diritto fuori della legge italiana, ricorrendo a tribunali informali o consigli normati secondo la sharia”. “L’Italia dunque, pur attraversata da questi cambiamenti in atto e inserita nelle traiettorie religiose internazionali – conclude Caragiuli –, ancora non conosce gli effetti che sta producendo tra i musulmani d’Italia l’ondata di revivalismo e verso quali tendenze e modelli si indirizza non soltanto l’Islam, ma la società in generale. Mi auguro che il libro possa divenire uno strumento per dibattere su uno dei fenomeni più rilevanti del nostro tempo”.
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Titolo: Islam metropolitano
Autore: Alessandra Caragiuli
Editore: Edup
Pagine: 236
Prezzo: 20 €
Anno di pubblicazione: 2013